Le due Italie, il Sud è una riserva indiana

La prima trattativa Stato-Mafia

Parlamento voto autonomia differenziata

di Loreto Giovannone

Anno 2024. Il disegno di legge governativo per l’autonomia differenziata è stato approvato dal Senato con 110 voti favorevoli, 64 contrari e 3 astenuti. Il pensiero di Gian Battista Vico comunemente noto come “teoria dei corsi e dei ricorsi storici”. Vico sosteneva che alcuni fatti storici si ripetono con simili o medesime modalità, anche a distanza di tanto e non per puro caso. I primi passi per evidenziare la contraddizione unitarista del Risorgimento e dell’art. 5 della Costituzione che afferma l’Italia è una e indivisibile, ciò significa affermare l’indivisibilità dello Stato italiano in più Stati ma contemporaneamente ne promuove l’autonomia amministrativa. L’azione in atto aggira la finta indivisibilità e sancisce la definitiva divisione tra nord e sud, è il passo che porta alla disgregazione della precedente falsa e forzata unità. Tutti sanno che il Sud è una colonia interna del Nord ed è forzatamente unito allo Stato centrale da 164 anni con fucilazioni, deportazione, repressione, emigrazione.
Il disegno di legge si incentra sul terzo comma dell’art. 116 della Costituzione, riformato nel 2001, ne fissa le procedure e attribuisce “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia” alle Regioni a statuto ordinario che ne facciano richiesta. All’attribuzione si provvede con una legge dello Stato “sulla base di intesa fra lo Stato e la Regione interessata”. Le materie potenzialmente coinvolte sono tutte quelle in cui è prevista la legislazione “concorrente” tra Stato e Regioni e che l’art.117 della Carta così enumera: “Rapporti internazionali e con l’Unione europea delle Regioni; commercio con l’estero; tutela e sicurezza del lavoro; istruzione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale; professioni; ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi; tutela della salute; alimentazione; ordinamento sportivo; protezione civile; governo del territorio; porti e aeroporti civili; grandi reti di trasporto e di navigazione; ordinamento della comunicazione; produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia; previdenza complementare e integrativa; coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione e organizzazione di attività culturali; casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale; enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale”. All’elenco vanno aggiunte: organizzazione della giustizia di pace; norme generali sull’istruzione; tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali. Le tre materie su cui lo Stato detiene l’esclusività legislativa. La farsa unitarista nord centrica inscenata 164 anni fa continua la sua corsa, a parte le strutture amministrative, lo stivale non è mai stato unito e conserva tutte le contraddizioni varate all’ora.
Le origini storiche della colonia sud 164 anni fa. La decennale guerra civile anglo-piemontese di Vittorio Emanuele al Regno delle due Sicilie, combattuta ferocemente contro le popolazioni del Mezzogiorno dal 1860 in poi finì con la riduzione a colonia interna dell’ex Regno. L’apertura del canale di Suez è un precedente storico che riguarda gli italiani del sud dal 1860, i fatti attuali suggeriscono un parallelo straordinario che si fa interessante in alcuni punti, anche se le epoche non sono evidentemente paragonabili per contesto, protagonisti e tutto il resto. Eppure a ben vedere gli interessi economici e politici nel Mediterraneo non mancano e sembrano immutabili per i traffici commerciali. Perfettamente immutati gli interessi monopolistici della finanza ebraica sull’assicurazione dei navigli, allora come attualmente, in transito a Suez all’ora con piroscafi oggi con i cargo. Oppure gli interessi fortemente monopolistici del commercio mondiale delle stoffe indiane di allora simile ai manufatti cinesi di oggi. Per avere il totale controllo della navigazione del canale andava annientata la potenza navale e commerciale al centro del mediterraneo di allora.
Anno 1860. Così come oggi l’esercito israeliano bombarda, distrugge, occupa gli insediamenti civili dei palestinesi, rade al suolo le case e miete vittime civili senza alcun problema con deuteronomica violenza, così l’esercito italiano che invase militarmente e con dispotismo sanguinario il Regno due Sicilie, senza neanche una dichiarazione di guerra agì nei suoi reparti con fare ampia macelleria, indiscriminatamente contro i civili. Nonostante le menzogne degli storici di Stato, fu il Col. John G. Chambers a darne la testimonianza sin dal 1864. Chambers Iniziò come tipografo per un giornale locale nel Massachusetts, servì come soldato semplice nella guerra messicano-americana e ottenne diverse promozioni durante il periodo della guerra civile, dove prestò nuovamente servizio come tenente Colonnello del 23° Reggimento del Massachusetts. Nel suo testo su Garibaldi e l’Unità italica citò il Morning Herald inglese che riportò notizie di devastazioni ed eccidi dell’esercito italiano contro gli abitanti del Regno due Sicilie.

Stragi e paesi incendiati 1864 (Chambers) (1)

Dall’altro lato della questione, un corrispondente del Morning Herald, scrivendo da Napoli con il titolo Distruzione di città dell’Italia meridionale, fornisce il resoconto straordinario e circostanziato della devastazione compiuta dalle truppe italiane nel tentativo di distruggere l’orribile flagello del brigantaggio [la guerra partigiana contro i militari invasori “a mano armata” del nord, a difesa della propria terra e dello stato sociale chiamata con disprezzo “brigantaggio”], il che contribuisce a trasmettere l’idea che il rimedio applicato è dannoso quasi quanto la malattia. Nella Terra de Molin il censimento di M. de Bellay, un ingegnere intelligente e imparziale, che ha recentemente fatto un’indagine delle province meridionali, mostra che le città distrutte erano – Guaricia [Guardiaregia], di cui il numero degli abitanti era 1322; Campochiaro, 979; Casalduni, 3032; Pontelandolfo, 3917. Nella Capitanata tre cioè Viesti, 5417; San Marco in Lainis, 10.012; Bignano [Bisignano], 1814. In Basilicata due – Venosa, 5952, e Basile [Barile], 3400. In Principato Citeriore due Auletta, 2023; Eboli, 4175. In Principato Ulteriore due – Monte Falcione, 2018, e Monte Verde, 1788. Vico in Terra di Lavoro, 730; e in Calabria Ulteriore – Cotrone, 1089, e Spinello, 250. A questi si aggiunga la devastazione dei seguenti paesi e comuni della Basilicata fino allo scoperchiamento delle case e allo scacciamento della popolazione: Vignola, Avigliano, Accerenza, Pietragalla, Genzano, Lago Negro, Lauria, Molitano, Sant’Angelo, le Fratte, Monte Scaglioso, Ferrindina, San Fele, San Mauro, Acceture, Tricarico, Monte Peloso, Tescopagano, Rionero, Atella, Lavella e altri. Questi comuni contavano più di 150.000 abitanti, sicché è facile immaginare la miseria causata dalla loro devastazione. Moltissimi sono i paesi che non entrarono in questa lunga lista ma chiari appaiono gli scopi di chi ha nascosto l’unificazione nel sangue degli oppositori. Questa situazione è palesemente parziale manca l’opera dei principali macellai militari scesi dal nord: Lamarmora, Cialdini, Govone, Pinelli, Galateri, Fumel, solo per citarne alcuni, mancano le stragi in Abruzzo, in Terra di Lavoro con la brigata Forlì in grado di macchiarsi dei delitti peggiori di cui si ritrovano solo tracce sparse grazie ad un accurato lavoro di “ripulitura” dalla documentazione compromettente ad opera del prefetto di “Terra di Lavoro”, ferrarese, sefardita Carlo Mayr. Dieci lunghi anni di eccidi, fucilazioni, deportazione di civili, repressione politica, torture di massa con la privazione dell’acqua ad interi paesi e uccisioni dei familiari di renitenti alla leva (oltre 26.000 nelle liste del min. interno), in tutto l’ex Regno due Sicilie, demolizione dello stato sociale, pauperismo al sud Sicilia compresa. Il nuovo regime liberale si avvalse della ferocia militare dell’esercito italiano, le tracce lasciate sono molte e tutt’ora visibili, d’altronde il conquistatore viene addestrato ideologicamente come razza superiore, come pervaso da una missione divina o superiore per cui il conquistato deve soccombere nel sangue ed essere inferiore. Insieme ai Militari arrivarono i funzionari sindaci e prefetti di nomina governativa che violarono tutto ciò che si poteva violare del precedente stato sociale, dello statuto albertino nonostante l’unificazione legislativa, queste sono a grandi linee e sommariamente elencate le radici malsane dell’unità italica. Al periodo storico chiamato con sarcasmo e feroce ironia “processo unitario” partecipò attivamente tutta la comunità ebraica italica e valdese. Gli ebrei sono entrati con entusiasmo nel processo di unificazione d’Italia e credo che in pochi paesi come in Italia gli ebrei abbiano trovato una spinta tale per impegnarsi nella vita pubblica del paese su vari livelli e con diversi incarichi. La questione dell’unità d’Italia rappresenta per noi la continuazione di quella lotta con la quale siamo arrivati alla parità dei diritti, di doveri e di cittadinanza in questo paese. L’ebreo ferrarese Leone Carpi, primo ebreo eletto in parlamento, a dirigere i primi censimenti, il piemontese Sella a ministro delle finanze, i banchieri Rotschild (Londra e Parigi) e Hamro unici finanziatori del debito della monarchia savoiarda, soci della Banca degli Stati Sardi, poi Banca del Regno d’Italia.

1945 – 2024. Finanziamenti rubati al Mezzogiorno.

Con il Piano Marshall le 7 regioni meridionali bombardate dagli americani che avevano avuto danni di guerra maggiori del Nord, ebbero il 10% dei finanziamenti, mentre il Nord prese tutto il restante 90%. Nell’immediato Secondo Dopoguerra, il presidente di Confindustria, Costa, si oppose allo sviluppo industriale nel Sud: «È assurdo, è più conveniente trasferire manodopera verso Nord», incrementava gli investimenti al nord e l’emigrazione per il sud.
Cassa del Mezzogiorno, il finto finanziamento di investimenti che ancora oggi serve da pretesto per accusare di parassitismo il sud. In 40 anni di attività l’investimento complessivo della Cassa del Mezzogiorno erogò cifre equivalenti allo 0,5% del PIL. Oggi lo 0,5% del PIL è la somma annua versata da tutti i paesi Europei per gli aiuti ai Paesi del Terzo Mondo, mentre gli investimenti pubblici al nord assorbivano il 35% del prodotto interno lordo. Il Senatore a vita Emilio Colombo: “La Cassa operò per modernizzare il Sud e creò le condizioni per un grande mercato di cui profittò la struttura industriale del Nord pesando sulla ineguale «ragione di scambio» tra industria e agricoltura e quindi tra Nord e Sud e per classi e generazioni”.

Legge del 1950, gli enti locali potevano evitare la gara dando gli appalti attraverso trattative dirette in concessione, le industrie del Nord si precipitarono nel Sud e fecero man bassa per la costruzione delle dighe i lavori vennero a costare anche 100 volte più del dovuto (Gerardo Marotta). Opere pubbliche programmate per lo sviluppo del Nord.

Legge 183/76 e Legge 64/86: 34,805 progetti per 51000.000.000.000 miliardi di lire stanziati totali.
Investimento medio delle imprese con sede legale al NORD: 4.680.000.000.
Investimento medio delle imprese con sede legale al SUD: 1.140.000.000

Legge 12 agosto 1977, n°675.
– Aziende che hanno ottenuto il finanziamento:

NORD: 63,4% CENTRO: 6,4% SUD: 7,9%
– Stabilimenti interessati dai finanziamenti:

NORD: 38,6%CENTRO: 15,8% SUD: 18,8%

Legge 17 febbraio 1982, n°46
Progetti finanziati dal fondo rotativo: NORD: 95% SUD: 5%

Art 9 legge n. 46/82

Finanziamento per ‘sviluppo tecnologie innovative’: 1.621.000.000.000 lire investiti totali di cui al SUD solo 370.000.000.000
Ultimo periodo della Cassa del Mezzogiorno: il Fondo Monetario Internazionale scrive che (dal 1984 al 1994): Le imprese che hanno beneficiato dei finanziamenti sono per l’80% grandi imprese, quindi del nord.
NORD:88,33% SUD:9,4%

(Fonte: «Il paradiso. Viaggio nel profondo Nord» – di Gennaro Sangiuliano, Ciro Paglia). Articoli correlati:
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_dallapuglia_NOTIZIA_01.php?IDNotizia=357099&IDCategoria=11

I Fondi Aree Sottoutilizzate (FAS), circa 50 miliardi di € di fondi destinati al meridione utilizzati per l’infrastrutturazione del nord, per i trasporti sul lago di Garda, per coprire il buco derivante dall’abolizione dell’ICI, per le multe delle quote latte, ecc. http://espresso.repubblica.it/dettaglio/scippo-al-sud/2126696

I Fondi 488, “I fondi per l’industria dal Sud vanno al Nord. Un decreto governativo sposta gli incentivi 488 per finanziare imprese settentrionali e armamenti”.
http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/economia/2010/27-ottobre-2010/i-fondi-l-industria-sud-vanno-nord–1804037701811.shtml

I Fondi CIPE per le infrastrutture, invece di essere diretti nella parte della penisola con maggior carenza infrastrutturale, dove vengono concentrati?

“Il Cipe sblocca i fondi: cantieri per 21 mld, al Sud solo l’1%, 11 miliardi al Nord, 107 milioni al Sud“.
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_dallapuglia_NOTIZIA_01.php?IDCategoria=273&IDNotizia=335004

I Fondi per fare la Salerno-Avellino? Utilizzati per la Trieste-Lubiana.
“«Spostati» al Nord i 190 milioni per i lavori sul raccordo autostradale dopo la firma dell’Intesa con la Slovenia”
http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/salerno/notizie/cronaca/2011/31-gennaio-2011/i-soldi-fare-salerno-avellino-li-hanno-usati-la-trieste-lubiana-181364994674.shtml

Le recenti ricerche di De Bonis (Banca D’Italia), Rotondi (Unicredit), Savona (economista, professore universitario) relative alla migrazione interna dei fondi, ricerca nella quale si dimostra come il Nord viva della colonizzazione del Sud.
2020 Giannola (Svimez): «Al Sud sottratti 60 miliardi l’anno, va risarcito»
https://www.ilmessaggero.it/politica/svimez_sud_adriano_giannola_miliardi_risarcimento-5441201.html

2020 Le notizie false per togliere i fondi europei al Mezzogiorno
https://www.editorialedomani.it/economia/le-notizie-false-per-togliere-i-fondi-europei-al-mezzogiorno-dk74g1w2

2016. Il sistema bancario fa fallire il Banco di Napoli per rubare il patrimonio e destinarlo al Monte Paschi Siena.
https://www.ilsussidiario.net/news/banco-di-napoli-il-delitto-politico-che-ha-condannato-il-sud-per-salvare-bnl/2071531/

A chi è servito il fallimento del Banco di Napoli?

A sancire la ulteriore, definitiva divisione nord-sud ad iniziativa della Lega in accordo con il PD e la complicità di tutto il carrozzone parlamentare è l’autonomia differenziata. L’ennesimo furto sistematico e continuato ai danni del sud è in scena, impossibile convivere in una specie di casa comune italica in cui alcuni, sempre gli stessi, mettono sistematicamente mano al portafogli e si arricchiscono al danno degli altri.

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Qui Venezia – “Gli ebrei e l’unità d’Italia”

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