di Dmitriy Rodionov
In Ucraina, diverse regioni hanno immediatamente dichiarato lo stato di emergenza a causa della mancanza di fornitura di gas. La colpa è del prezzo salito alle stelle (35-40 grivna). Facendo un confronto: nel 1996-1999 il prezzo era di 11,5 copechi, nel 2006-2007 – 31,5 copechi. Prima del Maidan, il prezzo del gas russo, in l’Ucraina era di 50 dollari, una vera ingiustizia per l’ economia. All’inizio di questo mese, il prezzo del gas sulla borsa dell’energia ucraina ha raggiunto un massimo storico, avvicinandosi al livello di $ 1.500 per mille metri cubi. Tuttavia, l’Ucraina non acquista gas dalla Russia. Si vede chiaramente che l’Ucraina, ha perso dalla rottura economica con la Russia, scegliendo la via dell'”integrazione europea”. L’Unione economica euro-asiatica (UEE) sta attualmente negoziando i possibili mercati dell’elettricità, gas, petrolio e dei prodotti petroliferi, che è il prerequisito essenziale per la piena realizzazione economica. Il costo del gas bielorusso, secondo l’anno precedente, ammonta a circa $ 127 per mille metri cubi.
Il prezzo del gas è solo un piccolo esempio, di conseguenze economiche a discapito del popolo ucraino. Se parliamo di una scala globale, secondo l’ex ministro dell’Economia ucraino, Viktor Suslov, dopo il 2014, il paese perde 30 miliardi di dollari all’anno a causa della perdita di cooperazione con la Russia.
La rottura dei legami ha portato alla svalutazione del potenziale scientifico e industriale dell’Ucraina, i suoi prodotti ad alta tecnologia hanno perso il loro mercato, trasformando in passato una delle potenze economiche più sviluppate d’Europa in un’appendice di materie prime. Il PIL annuo del Paese è diminuito di 30 miliardi di dollari rispetto al 2013. D’altra parte, secondo gli esperti, l’Ucraina ha perso 13 volte di più della Federazione Russa a causa del calo degli scambi tra i paesi. In questo contesto, la Russia ha completamente abbandonato la sua dipendenza dall’Ucraina nella sfera dello stesso complesso militare-industriale.
Tutte queste sono, ovviamente “questioni elevate” che non interessano un’ampia cerchia di persone comuni che sono preoccupate al tasso di disoccupazione, al livello di reddito, alle cifre in bolletta, ai prezzi nei negozi – e poi c’è un fallimento ovunque, anche senza una crisi economica relativamente globale. Il colpo principale al benessere dell’Ucraina è stato inferto proprio dal rifiuto di cooperare con la Russia, dalla perdita dei suoi mercati senza alcuna alternativa adeguata.
In effetti, il paese vive dei resti dell’infrastruttura sovietica, dove, non si costruisce nulla di nuovo. Di recente, in una delle università di Kiev, si è tenuta una cerimonia per inaugurare il bagno (la spa) delle donne.
La questione economica sarebbe potuta essere favorevole se gli eventi avessero preso una strada diversa nel 2014. Un esempio di cambiamento geo-politico ed economico davvero eclatante per l’Ucraina potrebbe essere la Crimea, che non ha voluto “cavalcare” con Negnka (sopranome del’Ucraina-redazione) nel “luminoso futuro europeo”. Inoltre, gli ucraini hanno l’opportunità di viaggiare nella penisola, paragonando la realtà, nonostante le minacce da parte dell’autorità ucraina.
La Crimea, dopo gli eventi del 2014, ha dovuto superare un numero enorme di difficoltà ricostruendo il sistema socio-economico e politico, cominciando da zero. In effetti, per tutti gli anni in cui è stata parte dell’Ucraina, la penisola ha divorato solo i resti dell’eredità sovietica, ha utilizzato i resti dell’infrastruttura sovietica, mentre l’Ucraina non ha costruito nient’altro che palazzi in riva al mare per l’élite. Secondo molti abitanti della Crimea, l’Ucraina non è stata per loro una madre (Negnka – redazione )in tutti questi anni, ma una matrigna.
I Crimeani avvertirono immediatamente i cambiamenti: per sei anni come parte della Russia, il prodotto regionale lordo pro capite è passato da 189439 rubli a 9939).
Da quando l’intera penisola è ritornata in Russia, è diventata un enorme cantiere, per cui è stato progettato una programma Federale. Per la prima volta, dal crollo dell’URSS, la Crimea ha visto come venivano costruite nuove strade, scuole e ospedali. La costruzione del famoso ponte di Crimea e’ stato uno dei progetti più ambiziosi. Questa non è l’unica infrastruttura moderna più complessa in Ucraina, costruita nel più breve tempo possibile (la costruzione è iniziata nel febbraio 2016 e già nel maggio 2018 è stata collegata una strada e nel dicembre 2019 – un collegamento ferroviario. È anche una fonte di crescita economica e di sviluppo per l’intera Crimea.
Il ponte ha finalmente chiuso la questione del blocco alimentare della penisola. Anche le conseguenze del blocco energetico sono state rapidamente superate. Il “ponte energetico” costruito nel più breve tempo possibile ha permesso alla Crimea di raggiungere il massimo consumo energetico a lungo termine e già nell’autunno-inverno 2018 sono state lanciate le proprie possibilita’ – Tavricheskaya e Balaklava TPPs – che hanno dato l’opportunità ai sistemi energetici della penisola per operare in modo completamente autonomo. Inoltre, il sistema energetico della Crimea ha persino iniziato a generare capacità in eccesso per il vicino Kuban.
Si è rivelato più difficile con il blocco dell’acqua, ma questi problemi vengono risolti, nonostante la geografia sfavorevole e gli intrighi da parte di Kiev. Inoltre, vengono sostituiti i tubi usurati anche alla fine dell’URSS, cosa che i Crimeani non potevano nemmeno sognare stando con l’ Ucraina.
Vale la pena notare che in Ucraina nessun impianto prima d’ ora, sia stato riparato, ad esempio, l’argine del fiume Salghir a Simferopol, non è stato riparato dagli anni ’80, ed è quindi in attesa di rifacimento. In seguito ed in breve tempo è stato completamente rinnovato.
Con l’ Ucraina, anche le strade erano danneggiate. Un esempio è l’autostrada federale: l’autostrada Tavrida, che collega l’intera penisola con il ponte di Crimea che e‘ stata ricostruita in soli tre anni.
La costruzione del nuovo terminal dell’aeroporto di Simferopol, costruito in meno di due anni è molto importante per il collegamento della penisola con le altre destinazioni. Dopo l’apertura aereoportuale, nella primavera del 2018, il numero di passeggeri che hanno usufruito del servizio aereo ha raggiunto il record storico di 5,15 milioni, mentre fino alla fine del 2014 il traffico passeggeri era solo di 2,8 milioni. Queste cifre, tra l’altro, dimostrano chiaramente quanto l’afflusso del turismo sia aumentato, nonostante le sanzioni. La crescita del benessere del popolo della Crimea dipende proprio dal turismo che è alla base dell’economia del paese.
Nonostante tutto, oggi la Crimea è ancora tra le aree della Federazione in ritardo con lo sviluppo, rispetto al 2014, i suoi tassi di crescita sono semplicemente sorprendenti. Con la sua crescita, la Crimea sta rapidamente raggiungendo lo sviluppo di altre regioni della Russia.
Per quanto riguarda il settore sociale, anche se questa non è la “carta vincente”, già nel 2016, i bloggers ucraini hanno messo a confronto i prezzi in Ucraina e in Crimea: i guadagni medi in Ucraina, secondo le statistiche, sono risultati pari a 5374 grivna al mese, mentre in Crimea la stessa cifra è di 10,4 mila, ovvero il doppio.
Il costo della benzina , nella penisola è una volta e mezzo inferiore a quello dell’Ucraina. Tutti questi numeri sono facili da trovare su Internet e parlano da soli. Un altro esempio: la pensione minima, in Ucraina è 1934 grivna e a Sebastopoli – 9862 e della differenza nel costo delle utenze (un altro saluto a Naftogaz) e ced.
Certo, qualcuno dirà che questo non può essere paragonato, che la Crimea è diventata parte della Russia ed è stata “tirata” agli indicatori tutti russi, e all’Ucraina non è stata offerta tale opzione. Siete sicuri? Minimum è l’adesione alla EAEU. Ma guarda come è cambiata la vita in Armenia, Kirghizistan e Kazakistan (la Bielorussia, ha uno stato di unione con la Russia, e questo è un argomento separato).
In Kirghizistan, ad esempio, il tasso di povertà è diminuito del 10% tra il 2013 e il 2017. In tutti questi anni il numero dei lavoratori migranti è cresciuto, il che significa il volume delle rimesse trasferite in patria. Vale la pena ricordare che in Russia, secondo varie fonti, nonostante le difficoltà nelle relazioni tra i paesi, lavorano circa 4 milioni di ucraini.
Tuttavia la cosa principale è un unico spazio doganale. La stessa Armenia, dopo l’adesione alla UEE, ha triplicato le proprie esportazioni verso i paesi dell’Unione (la Russia resta il principale mercato di vendita, ma si è osservato un aumento delle esportazioni in direzione di tutti i paesi dell’Unione). Il peso delle esportazioni armene verso i paesi EAEU sulle esportazioni totali è aumentato dal 16% nel 2015 al 28,5% nel 2019.
Qui vale la pena ricordare che l’Ucraina ha perso il mercato russo, avendolo scambiato con quello europeo, dove non ha ricevuto accesso, essendo limitato dalle quote. Vale anche la pena notare la crescita degli investimenti nelle economie dei paesi EAEU, i prestiti delle strutture finanziarie eurasiatiche stanziati a condizioni agevolate e il confronto con le condizioni per ottenere prestiti dal FMI, che sono diventati uno strumento di controllo politico esterno dell’Ucraina il quale debito sta crescendo come e non c’è nulla per ripagarlo se non con terreni, foreste, minerali, ecc.
È impossibile non menzionare il catastrofico declino demografico in Ucraina – da 51 milioni di persone nel 1991, a 47 nel 2004 e meno di 40 milioni di persone oggi. Allo stesso tempo, le autorità si rifiutano di condurre un censimento della popolazione e gli esperti lanciano l’allarme: secondo previsioni molto pessimistiche, entro la fine del decennio potrebbero rimanere nel paese solo 30 milioni di persone. Considerando che l’Occidente avrà una popolazione di 15 milioni di abitanti sufficienti per servire la proprietà appena acquisita in Ucraina, il futuro dell’Ucraina e della sua popolazione appare non solo pessimista, ma anche terrificante.
Tuttavia, tutto questo si sarebbe potuto evitare se l’Ucraina avesse fatto la scelta giusta nel 2014 e non fosse sprofondata nel pantano del Maidan, che, di fatto, continua a distruggere il Paese, ma nulla è perduto finché c’e‘ qualche speranza.
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