di Nicolo Rangeloni
Da altroieri sera l’artiglieria ucraina colpisce ripetutamente la zona di Telmanovo, cittadina a sud di Donetsk. Secondo diverse fonti vicine alla Milizia popolare della Repubblica Popolare di Donetsk, poi confermate anche dalle autorità, i militari ucraini hanno forzato il fiume Kalmius – confine naturale – occupando il villaggio Staromarievka, considerato per anni “zona grigia”.
In questo villaggio vivono 180 persone e il rischio di rappresaglie contro i civili è reale, dato che diverse decine di persone in questi mesi hanno fatto richiesta della cittadinanza russa, ottenendone i documenti.
Kiev agisce apertamente in violazione degli accordi di Minsk e delle convenzioni internazionali anche grazie al supporto della comunità internazionale che ancora non ha condannato il recente e clamoroso rapimento di un ufficiale della JCCC di Lugansk da parte di militari ucraini, avvenuto una decina di giorni fa durante lo svolgimento di lavori nei pressi di un checkpoint, dove le autorità ucraine avevano preventivamente accordato le condizioni di sicurezza.
Dal giorno successivo al rapimento, di fronte all’ingresso dell’hotel di Donetsk dove risiedono gli osservatori dell’OSCE, ha preso vita un presidio permanente di manifestanti che hanno invocato l’intervento degli osservatori internazionali per portare alla liberazione di Andrey Kosyak, il rappresentante della LNR rapito, senza però ottenere risultati. Erano anni che in Donbass non si vedevano manifestazioni contro l’OSCE. Gli osservatori internazionali sono stati fortemente criticati per una presunta mancanza di imparzialità e per la leggerezza con cui l’organizzazazione internazionale si è espressa sulla questione.
Con maggiore frequenza i militari ucraini impiegano l’artiglieria e calibri vietati dagli accordi di pace, facendo aumentare anche i numeri dei civili che ne fanno le spese: 3 nella scorsa settimana, tra cui una undicenne. Questo pomeriggio i colpi degli obici ucraini hanno colpito nuovamente obiettivi civili nei pressi di Telmanovo (10 km dalla linea del fronte), mettendo fuori uso 12 trasformatori dell’alta tensione, lasciando senza corrente elettrica un ospedale, una scuola e più di 350 case.
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