di Anna Rita Rossi
Il disastro sociale, il disorientamento culturale e sessuale persistente, l’assenza di intima spiritualità, la rarefazione delle opportunità di manifestare le proprie capacità, la negazione di poter affermare la propria identità e cultura per interagire con le altre inprincipio di reciprocità, sono tutti elementi che i giovani devono affrontare.
Una generazione svuotata da passioni e sogni monta però già da un’altra generazione precedente quest’ultima.
Famiglie vittime ad esempio di una gestione economica non libera ma forzata da un costume che vuole entrambe i genitori sul mondo del lavoro per sopravvivere e non evolversi mai.
Naturalmente smontata la vecchia famiglia patriarcale che ricordiamo nel mondo contadino ma anche nei vincoli parentali che nel rispetto anche nell’urbanizzazione si sono coltivati per decenni (c’era sempre qualcuno che controllava i piccoli o assisteva gli anziani )il problema di cura salta.
I costi di questo modello in cui “uno su mille ce la fa” sono altissimi
Una famiglia part-time ha il sapore di quel precariato sostanziale in cui anche i figli diventano prodotto.
Smontare le famiglie vuol dire smontare un’idea di società per fare campo aperto al nichilismo e all’oppressore di turno pronto a sciacallare sulla debolezza della tenuta sociale.
E’ storicamente provato e scientificamente dimostrato (con indicatori di ascese e decadenze degli imperi, degli stati, delle comunità in generale) quale gli errori da evitare e quali glli inevitabili (vedi Glubb Pascià scripture)
Ma torniamo all’albero delle pere che può fare solo pere…giustamente
Dopo aver stabilito che per l’orientamento occorrono punti di riporto precisi, la gioventù così fluidificata ci appare nella sua veste più debole e inconsistente e molliccia e superficiale…incapace di elaborare pensieri fuori da un sistema che la vuole invece proprio in tal modo…ossia disorientata.
Molti adulti dovrebbero rivedere alcuni aspetti educativi e tornare di essere un riferimento saggio e costruttivo
A seguire uno stralcio a riguardo del prof. Umberto Galimberti
“Espellerei i genitori dalle scuole, a loro non interessa quasi mai della formazione dei loro figli, il loro scopo è la promozione del ragazzo a costo di fare un ricorso al Tar, altro istituto che andrebbe eliminato per legge. E alle superiori i ragazzi vanno lasciati andare a scuola senza protezioni, lo scenario è diverso, devono imparare a vedere che cosa sanno fare senza protezione. Se la protezione è prolungata negli anni, come vedo, essa porta a quell’indolenza che vediamo in età adulta. E la si finisca con l’alternanza scuola lavoro, a scuola si deve diventare uomini, a scuola si deve riportare la letteratura, non portare il lavoro. La letteratura è il luogo in cui impari cose come l’amore, la disperazione, la tragedia, l’ironia, il suicidio. E noi riempiamo le scuole di tecnologia digitale invece che di letteratura? È folle. Guardiamo sui treni: mentre in altri Paesi i giovani leggono libri, noi giochiamo con il cellulare. Oggi i ragazzi conoscono duecento parole, ma come si può formulare un pensiero se ti mancano le parole? Non si pensa o si pensa poco se non si hanno le parole”
Umberto Galimberti
P.S. Vederli in fila ovunque si fa tendenza a barattare finanche il diritto a circolare e la libertà è una pena infinita inflitta loro…da NOI silenti, accondiscendenti, opportunisti, collusi, ignoranti, arroganti e privati sempre più di un Dio.
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