di redazione
Dal 2017 al 2019 su 259 omicidi in Italia, 131 sono stati commessi da persone che detenevano armi legalmente, 91 in ambito mafioso e 37 durante rapine o furti. E’ evidente ancora una volta che è necessario rivedere tutta la normativa per il rilascio delle licenze e del porto d’armi.
La cronaca spesso ci risveglia dal lungo torpore, è il caso di Voghera, con l’assessore comunale alla Sicurezza Massimo Adriatici che ha ucciso, con la sua pistola detenuta legalmente, Jouns El Bossettaoui.
Le norme per ottenere una licenza per armi sono troppo superficiali, non sono richiesti esami psichiatrici né tossicologici né all’atto della domanda né al rinnovo che avviene solo ogni cinque anni con una semplice visita medica come quella per la patente di guida”. Secondo lo ricerca è necessario “rivedere le norme sulle licenze per armi, introducendo l’obbligo di controlli clinici e tossicologici annuali da parte dei richiedenti e soprattutto non permettendo di detenere un ampio numero di armi con semplici licenze per tiro sportivo (la licenza più richiesta anche da chi non pratica alcuna attività sportiva) o per la caccia”. Dopo le modifiche alla legge apportate nel 2018 da parte della Lega e col consenso del M5S, oggi con una di queste licenze si possono detenere tre pistole semiautomatiche con caricatori fino a 20 colpi, dodici fucili semiautomatici con numero illimitato di caricatori da 10 colpi e numero illimitato di fucili da caccia oltre a centinaia di munizioni. Sono norme fatte apposta per favorire i produttori e rivenditori di armi, non certo la sicurezza dei cittadini.
Italiani alle armi!!!
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