di Carlo Grossi
Oltre alla svendita degli asset pubblici e privati italiani aspettiamoci anche il ricatto inflattivo. La quantità di moneta fiat stampata, canalizzata non certo a sostegno delle famiglie e delle imprese, potrebbe originare un’inflazione indirettamente correlata ai consumi e alla produzione. Ai bassi tassi d’interesse hanno corrisposto costosi servizi accessori e alte commissioni bancarie, assicurative che in ogni caso limitano la circolazione della moneta all’interno dei circuiti produttivi nazionali con il risultato di una rarefazione dei prodotti di largo consumo e di prima necessità a fronte di una domanda degli stessi beni che si mantiene a livelli pressoché standard. In un frangente come quello descritto, dove la domanda eccede l’of-ferta, è fisiologico attenderci rialzi del costo dei beni e dei servizi di prima necessità, delle imposte indirette ad essi correlate. In un simile scenario potrebbe innescarsi il fenomeno della stag-flazione, la bestia nera delle dinamiche economiche e monetarie finora conosciute e studiate, un ef-fetto combinato di stagnazione e inflazione con conseguenze che potrebbero essere drammatiche e limiterebbero drasticamente il potere di acqu-isto di stipendi, salari, pensioni. Il controllo della moneta è passato dalla banca centrale nazionale (Bcn) alla banca centrale europea (Bce), da qu-esta verrà trasferito alla banca per i regolamenti internazionali e quindi, a completamento del programma globale, alla banca mondiale. A quel
punto il processo sarà irreversibile, saremo condannati in via definitiva alla sudditanza economica e monetaria che nel gergo iperliberista significa ripristino della condizione di schiavitù. Tutto questo pur rimanendo in un sistema valutario a cambio fisso, con bassi tassi d’interesse nominali, l’ennesimo perverso artificio ordito per depotenziare la temibile competitività italiana e cancellarne l’identità nazionale.Non facciamoci cogliere impreparati!
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