Moneta Fiscale: che cosa dire a Draghi

Le dimensioni del Recovery Fund sono insufficienti

Via Cernaia - Ministero dell'Economia

di Marco Cattaneo

Tra i tanti articoli usciti negli ultimi giorni in merito ai pronunciamenti Eurostat sul tema Superbonus Edilizia e Transizione 4.0, segnalo questo per sintesi ed equilibrio.

Non c’è dubbio che in generale traspare ostilità, da parte di Eurostat e della Ragioneria Generale dello Stato, sul concetto di Moneta Fiscale.

Non stupisce. La MF è uno strumento potentissimo, in grado di risolvere le gravissime disfunzioni dell’Eurosistema. Ma implica anche un recupero di autonomia degli Stati. Questo a Bruxelles, e a chi spera di far carriera scalando le gerarchie degli organismi UE, ovviamente non piace.

Tutto questo indica con chiarezza come, al di là dei pur importanti aspetti tecnici e legali, il tema sia eminentemente politico.

Ma allora, proprio sul piano politico, la questione va posta a Mario Draghi in termini molto semplici.

Draghi dice e continua a ripetere (anche al recentissimo G7) che sono necessarie politiche espansive. Bene.

Draghi non può tuttavia ignorare che le dimensioni del Recovery Fund (lasciando per un attimo da parte tutta una serie di altri problemi) sono del tutto insufficienti.

E sa anche perfettamente che i paesi nordeurozonici (in sintesi, la Germania) non hanno alcuna intenzione di acconsentire a una revisione in termini realmente espansivi del Patto di Stabilità e del Fiscal Compact.

La domanda quindi rimane sempre la stessa.

Come pensa, Draghi, di risolvere questo stallo ? gli strumenti e i meccanismi ci sono. La Moneta Fiscale è uno (non l’unico). Ma o Draghi getta sul tavolo il suo peso politico, o la sua presidenza del consiglio si rivelerà un fallimento.

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