Ida magli e il potere basato sulla morte

Tutti gli uomini la temono e non possono evitarla

di Marina Mascetti (Associazione Ida Magli rivoluzionaria)

«Sacro, Morte e Potere sono la stessa cosa: il cittadino deve aver sempre presente che il Potere ha bisogno di fondarsi sulla Morte per esistere», così scriveva l’antropologa Ida Magli nell’articolo “Salvare l’Italia prima che scompaia”. Le vicende delle ultime settimane, con gli allarmi sulla prossima “inevitabile” seconda ondata della “pandemia” confermano quanto lei scriveva molti anni fa.

L’attuale governo basa il proprio Potere sulla paura della Morte, alimentata tutti i giorni dai bollettini di guerra mediatici sui “nuovi contagi”, senza precisare che essere positivi non significa essere malati né tantomeno destinati a morte certa. Come hanno ribadito fra gli altri i professori Zangrillo e Bassetti, le sale di rianimazione degli ospedali italiani sono vuote ed «è evidente che non ci sarà una seconda ondata: i dati che vengono da tutto il mondo dicono che c’è una riduzione significativa della letalità del virus». «Abbiamo un numero importante di contagi e pochissimi ricoveri. Negare questo fatto è negare un’evidenza».

Il professor Zangrillo ha osato dire che 6 morti al giorno di Covid sono nulla a confronto dei 1121 morti (sempre al giorno) dovuti a infarti e tumori – per i quali nessuno si allarma né scandalizza: è stato messo alla gogna sulla Rete, accusandolo di ogni nefandezza per aver messo in dubbio il pensiero unico della Dittatura sanitaria.

La sua corretta constatazione trova conferma nell’articolo “L’emergenza come tecnica di governo: i numeri della menzogna” (21 agosto 2020), scritto dall’avvocato Marco Della Luna:

«Su una popolazione di circa 60,3 milioni, ogni anno in Italia muoiono mediamente 650.000 persone, di cui 230.000 di malattie cardiovascolari, 180.000 di tumori, 53.000 di malattie respiratorie. Circa 90.000 muoiono a causa del tabacco, smerciato dal governo come genere di monopolio, e solo 3.000 di droga. I morti per infezioni contratte negli ospedali italiani sono 49.000 l’anno. Mediamente, in Italia, ogni giorno muoiono 1.780 persone.

È assurdo, ingiustificato e razionalmente inaccettabile che il governo mantenga o dichiari l’emergenza, freni l’economia, sospenda i diritti costituzionali e magari anche le elezioni, per 6 morti al giorno attribuiti al Covid-19. E poi se si va a vedere, sono tutti o quasi morti di vecchiaia, infarto, cancro, diabete, o errore terapeutico (Covid-19 sistematicamente curato come se fosse polmonite; medici pagati 800-1.000 euro per ogni decesso che attribuiscano al Covid-19; governo che mette in circolazione migranti infetti). I danni all’economia e le tasse causano molti più morti!».

Ida Magli spiegava: «La Morte è l’unica cosa che tutti gli uomini temono e alla quale non sono in grado di sottrarsi. Ottiene il potere chi dimostra di essere più forte della morte […] e assume anche il potere di uccidere, il potere sul “corpo” degli uomini. Hanno imposto la sanità di Stato, attraverso la quale si controllano i momenti e le azioni più importanti della vita del singolo individuo e soprattutto la Morte».

E infatti con la “pandemia” il Potere si è impossessato definitivamente della Morte, impedendo l’assistenza e l’ultimo saluto ai propri cari, proibendo i funerali. Hanno cancellato il Sacro inteso come Chiesa e religione, per sostituirlo con la nuova “Fede” nella Scienza e relativi Comitati tecnico-scientifici (nominati da chi?), i cui “sommi sacerdoti” predicano costantemente dal pulpito della Tv e dei media ufficiali. L’ineffabile premier Conte ci ha messo del suo, sentenziando che «i morti di Covid sono stati 135.000, punto». In realtà i morti erano 35.000, ne ha aggiunti centomila “giusto per buon peso” (come diceva una volta il salumiere).

A chi giova questa paura, a cosa serve? Marco Della Luna non ha dubbi in proposito: «I numeri non mentono: è tutto uno sporco pretesto di questo governo – gonfiato ad arte dal terrorismo mediatico – mirato a fare un golpe, tenersi il potere, lottizzarsi i fondi straordinari per la pandemia, gonfiare i bilanci delle case farmaceutiche». Cosa che peraltro sembra avvenire in tutto il mondo.

Così pure Francesco Amodeo – uno dei rari giornalisti d’inchiesta che si sottragga al pensiero unico sanitariamente corretto; nel suo articolo “Ecco perché hanno estremo bisogno che siate terrorizzati dal ritorno della pandemia” (20 agosto 2020) ricorda il classico motto latino “Divide et impera”:

«La popolazione impaurita potrebbe tendere ad unirsi: per evitare che ciò accada viene portata avanti la regola del “Divide et Impera”, ossia “Dividili per comandare”. Ecco perché quelli che vanno in vacanza all’estero vengono messi contro quelli che sono rimasti in Italia; quelli che dal Nord tornano al Sud contro quelli che dal Meridione non sono mai andati via. I giovani contro gli anziani; il popolo della notte contro chi contesta la movida. Stanno facendo in modo che ci sia sempre un potenziale untore, oggetto di accuse e capro espiatorio di chi pensa di subirne le scelte sconsiderate. Morale della favola: siamo tutti contro tutti».

Gli Italiani sono quindi oggetto di un’enorme manipolazione psicologica, della quale parlava lo scrittore Ivan Illic nel suo libro “Nemesi medica. L’espropriazione della salute” (1976), delineando un quadro assai simile a quello attuale: «La diagnosi aggrava lo stress, stabilisce un’incapacità, impone inattività, concentra i pensieri del soggetto sulla non-guarigione, sull’incertezza e sulla sua dipendenza da futuri ritrovati medici: tutte cose che equivalgono a una perdita di autonomia nella determinazione di sé.

Isola la persona in un ruolo speciale, la separa dai normali e dai sani, ed esige sottomissione all’autorità di un personale specializzato. Quando tutta una società si organizza in funzione di una caccia preventiva alle malattie, la diagnosi assume allora i caratteri di un’epidemia. Questo strumento tronfio della cultura terapeutica tramuta l’indipendenza della normale persona sana in una forma intollerabile di devianza».

Ecco perché coloro che vorrebbero tornare alla vita ‘normale’ vengono additati come pazzi irresponsabili e untori della peste – e ultimamente come “negazionisti”. Ecco perché si alimenta l’ansia dell’incertezza su un virus invisibile e inafferrabile. Ecco perché nessuno spiega come rafforzare il sistema immunitario, invece di indicare nei soli vaccini l’unica possibile soluzione (tutta da verificare). Per non parlare dei tamponi: se ne fanno molti di più quindi risultano più casi positivi, ma Tv e giornaloni tacciono sul fatto che il numero medio dei casi è in drastico calo; senza contare che l’affidabilità dei tamponi stessi è tutta da verificare, essendovi “falsi positivi” e “falsi negativi” (per non parlare poi degli inafferrabili “asintomatici”).

Manipolazione psicologica, appunto. Per alimentare questo terrore siamo inondati da “fake news” ufficiali, fornite dai principali organi d’informazione: fra esse spiccano quella dei cinque giovani ricoverati in rianimazione in Puglia per Covid, altri al Cotugno di Napoli, o la ventenne intubata allo Spallanzani di Roma o ancora i falsi focolai in Sardegna che il Tg5 ha addirittura definito “l’isola dei contagi”. Tutte rivelatesi bufale colossali, e non è un caso isolato: anche se gli ospedali sono vuoti, ovunque si grida «al lupo! al lupo!» (preferibilmente se la regione è amministrata dal centro-destra).

Ancora Francesco Amodeo analizza il meccanismo della Paura (e il virus è l’ideale per suscitarla): «Per avere popoli disposti ad accettare misure antidemocratiche e palesemente contro i propri stessi interessi, c’è bisogno di una popolazione spaventata, che viva nella paura di qualcosa di esterno che non può controllare. I dati che i media main-stream ed il governo stanno divulgando sulla pandemia rientrano a pieno titolo in questa strategia dello shock. Il popolo è impaurito dal possibile ritorno della pandemia, vive in uno stato di shock sociale, perché rivede la possibilità di ritrovarsi nuovamente chiuso in casa e costretto a chiudere la propria attività commerciale. Ecco che il terrore diventa il terreno fertile della “shock economy” [termine coniato dai padri del neoliberismo della scuola di Chicago]. Dall’estero arrivano i diktat, bisogna accelerare una determinata agenda; il governo complice abolisce democrazia e Costituzione – con la scusa della lotta al Covid. Il popolo intanto è troppo spaventato per opporsi, e troppo diviso per unirsi».

Riprendendo le parole di Ida Magli, il Potere si fonda sulla Morte (sanitaria e soprattutto economica) e su dati artefatti e manipolati ad arte. Dire che ci sono diecimila “nuovi casi” fa paura (e audience); dire che quei “casi” (non specificati) sono in percentuale zero virgola (rispetto alla popolazione o al numero di tamponi) farebbe molto meno effetto (e paura). Bisogna ragionare in termini di percentuali, non di numeri assoluti sparati a casaccio; ma essere corretti non permetterebbe al Potere di alimentare la paura della Morte.

Nessuno inoltre parla dei micidiali “effetti collaterali” del virus; quest’inverno si moriva solo per quello, secondo certe “statistiche”. E invece, quanti morti in più vi sono stati nel 2020 per la mancata assistenza ai malati oncologici o cardiopatici, le cui cure sono state rimandate sine die? Quanti suicidi in più sono stati causati dalla solitudine, dalla depressione o dalla disperazione per il fallimento della propria azienda, frutto del lavoro di una vita? Quanti omicidi in più (o atti di violenza e divorzi) sono dovuti alla forzata convivenza durante il cosiddetto “lock down”?

Si evita accuratamente di ammettere che la Svezia – che non ha chiuso la gente in casa – statisticamente ha avuto metà dei morti rispetto a noi. E di riconoscere che se questa “pandemia” fosse davvero stata paragonabile alla “Spagnola” i morti avrebbero dovuto essere centinaia di milioni in tutto il mondo, il che non è stato.

È il momento di aprire gli occhi davanti a questa enorme mistificazione e reagire, altrimenti diventeremo tutti vittime di un sistema perverso che ci vuol mettere l’uno contro l’altro, farci aver paura l’uno dell’altro: per dividerci, renderci soli e isolati, depressi e manipolabili a piacere.

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