Sulle barricate in tutto il mondo gli studenti difensori dei diritti umani

Governi e poliziotti corrotti complici del genocidio dei palestinesi

Amsterdam. Uiversità campo degli studenti solidali con la Palestina

di Maurizio Torti

Se guardiamo solo l’ultimo frame della storia del popolo palestinese continuiamo a commettere un grave errore, le informazioni date dall’ultima fotografia sono poche e non sufficienti per una analisi politica complessiva su quanto sta accadendo e come reagire per il futuro.
Centinaia di migliaia di studenti in tutto il mondo hanno visitato la Palestina, hanno participato alla realizzazione di migliaia di progetti, dall’agricoltura alla gestione dell’acqua e tutti sono testimoni e sono ritornati alle loro case raccontando quando hanno visto nelle strade, nelle piazze, nei campi e nelle istituzioni amministrative israeliane.
Gli archivi delle organizzazioni, ong, associazioni, cooperative e singoli individui, sono saturi di testimonianze, denunce ma soprattutto di collaborazioni positive, concrete e costruttive.
In agricoltura si sono sviluppate esperienze per la prevenzione dei parassiti nei vigneti, il nemico dei contadini, superato con un pò di fortuna ma agendo con la memoria degli avi, contadini palestinesi, produttori nei secoli passati, la memoria non ha mai tradito un popolo impegnato a lavorare la sua terra.
Nel nord della Palestina i campi sono una enorme distesa di alberi di olivi molti dei quali secolari e nessuno dei coltivatori intervistati ha mai saputo rispondere sui problemi affrontati dai coltivatori italiani nel periodo della xyella, perché non avevano mai visto o sentito parlare di questo insetto.

Migliaia di studenti hanno camminato assieme a bambini, donne e anziani palestinesi a cui gli sono stati sequestrati i terreni, gli alberi di olivo, la casa, gli animali, tutto “in nome della sicurezza di Israele”. Frase ripetuta frequentemente da un semplice drappello di militari, il maggiore graduato espone un foglio dic arta stampato in ebraico, generalmente azzurrino dove dicono sia scritto “zona militare vietato stare qui”.

Purtroppo non tutti gli studenti sono riusciti a tornare a casa, Rachele Currie difensore dei diritti umani fu travolta e uccisa da un bulldozer mentre a Rafah tentava di impedire la demolizione di una casa palestinese da parte dell’esercito di occupazione israeliano.
Raffaele Ciriello appassionato di fotografia ucciso dalla mitragliatrice di un carro armato israeliano.
Vittorio Arrigoni, giornalista, attivista e nonviolento ucciso nella Striscia di Gaza in seguito ad un rapimento da un presunto gruppo legato all’area jihadista salafita ma non c’è stata mai una vera indagine per scoprire la verità.

L’elenco non è esaustivo e limitato solo agli assassini mirati contro gli occidentali, riconosciuti da Israele sempre come dei testimoni scomodi, sono centinaia i morti provocati da Israele, dall’esercito e dai suoi coloni razzisti e nazionalisti.
La partecipazione degli studenti, difensori dei diritti umani, nello specifico, per fermare il genocidio dei palestinesi, si riconoscono nell’attivismo legato alla campagna di boicottaggio ad Israele (BDS), boicottaggio, disinvestimento e sanzioni a Israele.
La campagna nata nel 2005 da molto fastidio al governo di Tel Aviv sempre attento e prossimo ad espellere qualsiasi cooperante o giornalista occidentale, perché accusati di essere filo palestinesi oppure antisemiti.

Amsterdam. Uiversità campo degli studenti solidali con la Palestina

Oggi gli studenti universitari hanno dato una risposta politica difronte ad un genocidio, non ci sono dubbi sulle reali intenzioni di Israele, sulle forze militari di occupazione e sugli sciacalli dell’estrema destra israeliana, ricca, al potere, perché ha ottenuto dei seggi in parlamento e sempre difesa e appoggiata dai colonnelli militari.
La BDS per Israele è un problema serio, gli studenti rivendicano la cancellazione degli accordi con le aziende partner nella ricerca universitaria in genere sullo sviluppo di nuovi sistemi di arma.
I media continuano il loro sporco gioco, dato che sono tutti al soldo di questa politica e non parlano mai di quanto accade realmente, decine di giornalisti si limitano ad evidenziare e accusare gli studenti di ieri e quelli di oggi di essere antisemiti. Una litania sempre più debole, non convincente e non efficace.
Israele rischia di perdere grosse risorse economiche ed ha paura fino al punto di non rendersi conto di quanto sia isolata nel contesto mondiale e non è questione di antisemitismo.
Israele è un paese razzista, nazista e fascista.

Da anni sfrutta i lavoratori palestinesi in condizioni simili, o peggiori al SudAfrica dei bianchi razzisti ma nel momento in cui è iniziata l’intifada Tel Aviv ha cercato nel mondo, sfruttando la religione, la fede, “ebrei in tutto il mondo” come con gli etiopi ma gli scandali illustrano chiaramente le reali intenzioni di uno Stato razzista impegnato in un’azione di pulizia etnica contro il popolo palestinese.

Negli ultimi anni Israele, le forze di occupazione militare, i coloni nazisti hanno superato ogni linea rossa, etica, umana e dei diritti fondamentali.
Dopo le denunce di apartheid, questi assassini sono ancora impunti, ogni mattina prendono liberamente il caffè al bar, mentre decine di difensori dei diritti umani vengono uccisi, picchiati, derisi e arrestati in tutto il mondo.
Gli studenti sono saliti sulle barricate ad Amsterdam affrontando la brutalità dei poliziotti corrotti, incapaci, distratti, costretti a non leggere il contesto attuale, non possono cavarsela con la storica dichiarazione, “obbedivo agli ordini” il genocidio è davanti agli occhi di tutti al mondo, giudicato dalla Corte Internazionale e nessuno può essere indifferente a questa cronaca dei fatti, nessuno può cavarsela “ho obbedito gli ordini”

Poliziotti corrotti, comandati da prefetti, politici e capi di governo privi di qualsiasi forma di coscienza, privi di etica, privi di umanità attenti solo al potere e ai quattrini. Quanta tristezza nella vita di queste persone al solo immaginare la loro vita c’è da impallidire.
Pisa, Roma, Napoli, Milano, Torino, Parigi, Amsterdam, Berlino, Atene, Londra, Madrid, Belfast, California, Stati Uniti centinaia di università sono state occupate dai difensori dei diritti umani, coraggiosi, determinati nel difendere l’esistenza dei palestinesi e gridare al mondo intero: fermate il genocidio.

I politici rispondono alla domanda “quale soluzione per la questione palestinese”, balbettando problemi complessi, difficoltà “astrologiche” ma queste sono bugie storiche, per una soluzione alla questione palestinese basta agire su tre obiettivi scelti dalla campagna BDS e rivendicati dagli studenti:
1) fine dell’occupazione israeliana e della colonizzazione della terra palestinese;
2) piena uguaglianza per i cittadini arabo-palestinesi di Israele;
3) rispetto per il diritto al ritorno dei profughi palestinesi
Basta con l’occupazione militare, chiudere tutti gli insediamenti dei coloni e creare una Stato di Palestina sovrano avente capacità di controllare i suoi confini, sviluppare una propria economia, avere continuità territoriale e coltivare la terra.
Un giorno questo genocidio finirà, quanti saranno i morti, i feriti i dispersi, troppi e i colpevoli dovranno pagare i crimini commessi.
L’Europa, l’Italia commetterà un gravissimo errore politico, umano ed etico se ancora una volta sarà suddito dello Stato nazista di Israele e servo dell’impero di Washington.

Dopo un anno di bombardamenti sulla striscia di Gaza, deportazioni, abbattimento di case, scuole, ospedali, arresti indiscriminati nei territori occupati, Israele non ha calcolato il valore della resistenza dei palestinesi. Assediati nelle gabbie, costretti alla fame, sete, senza ospedali, senza medicine, senza gasolio, telefono, internet senza nulla ma restano sulla loro terra. La resistenza dei palestinesi è stato il fattore sorpresa per Israele che si è liberato della maschera di Stato democratico per mettere in luce il vero volto, quello di un paese razzista, colonialista e nazista. Ha scelto di compiere un genocidio per liberarsi dai palestinesi nella striscia di Gaza e in Palestina occupata ma la resistenza dei palestionesi non si è piegata, restano nella loro terra.

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