di Carlo Grossi
Di ricatto in ricatto siamo giunti sull’orlo del precipizio, sbilanciati verso il vuoto senza rete di protezione né fune alla quale appigliarci.
Dovevamo aspettarcelo, le premesse c’erano tutte: la seconda Repubblica, il boia Monti nel 2012, poi Letta, Renzi quindi il sicario Draghi, difficile immaginare di peggio! Quindi a settembre 2019 quella strana esercitazione, “Alert 201” se ricordo bene la sigla, anticipo’ il Covid di qualche mese. Avevamo toccato il punto di non ritorno, la trappola globalista era scattata. Mentre i media e i politici dicevano “andrà tutto bene” i diritti, le libertà essenziali svanivano con la subdola complicità delle forze dell’ordine, della macchina della giustizia, della classe politica. Una pioggia di decreti, di ordinanze autorizzavano divieti che neanche un regime totalitario sarebbe stato in grado di imporre.
Ma veniamo ad oggi. Dopo un periodo di tranquillità fittizia ci troviamo coinvolti in una guerra che rischia di degenerare in conflitto mondiale, governati da personaggi paradossali che eseguono ordini provenienti da oltre Oceano e oltre Manica, prigionieri della gabbia europea, in piena crisi economica e valoriale, ridotti a convivere tra ricatti ed emergenze climatiche, in realtà frutto di incessanti manipolazioni.
Come se non bastasse abbiamo un processo di digitalizzazione massiva in corso che investirà la moneta, il suo utilizzo, la validità a tempo determinato della stessa, la nostra libertà di averla disponibile in qualsiasi momento e accantonarli sotto forma di risparmio. Fino ad arrivare alla famigerata CBDC (Central Bank Digital Currency) progettato come moneta unica globale, che potrà essere estesa anche al sistema Bitcoin. Non più emessa da banche centrali ma da banche commerciali, controllata dalla Banca dei regolamenti internazionali (International Settlement Bank) sarà, nei piani oligarchici e globalisti, l’unico mezzo di pagamento disponibile.
Se il folle progetto si realizzerà chi non si uniformera’ ad ogni prescrizione contenuta nell’agenda 2030 rischierà di non poter disporre del denaro per vivere, addirittura la sim dello smartphone potrebbe cadere nel calderone delle misure punitive digitali.
Se lo scenario descritto è di vostro gradimento continuate a dormire, altrimenti iniziamo a far sentire alta la nostra voce di disapprovazione e vibrata protesta.
In caso contrario prepariamoci ad una nuova forma di schiavitù a matrice digitale.
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