I social hanno occupato un posto importante nell’informazione. Per qualsiasi evento, un conflitto, un disastro ambientale, un incidente in pochi minuti la rete diffonde decine di video, fotografie e informazioni scritte. Sono i creatori e consumatori delle piattaforme, delle chat in internet, tutti hanno il cellulare e filmano quando è necessario. Abbiamo visto in un più di un evento bellico, non passano molti minuti dallo scoppio di una bomba e le immagini sono già in rete. Abbiamo visto la forza e la velocità nel conflitto in Palestina e in questo caso, proprio in queste ore vogliamo segnalare due video diffusi in tutto il mondo: il primo (QUI) nella città di Jenin, sui tetti di una palazzina, alcuni soldati israeliani gettano verso il basso il corpo di un palestinese, non è chiaro se l’uomo sia già morto o solo ferito. Altro episodio da film dell’orrore questa volta il teatro è la Germania, la città di Berlino durante una manifestazione in solidarietà della palestina, la polizia, forse 6/7 agenti hanno dato vita ad un carosello demenziale rincorrendo un bambino di 11 anno che sventolava una bandiera palestinese. Circa 3 minuti di corsa, l’adolescente è stato bloccato. La polizia di Berlino ha voluto specificare che non si trattava di un arresto ma dato che durante la manifestazione erano apparsi simboli di organizzazioni terroristiche.
La verità è molto semplce ed agghiacciante: anche in Germania sventolare la bandiera della Palestina è un reato. Vedendo queste immagini mi ritornano in memoria i primi mesi dell’Intifada quando anche fare il segno della “V” di vittoria, con le dita della mano, era una provocazione per i militari di Tel Aviv. La follia viene superata in Germania dal marcio in occidente.
Possiamo considerare questi due video una denuncia di crimini di guerra per disumanizzazione, un crimine molto grave.
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