La resistenza giura vendetta per la morte dei loro leader

Quando e quale scenario per la fine del genocidio dei palestinesi?

Gaza. Palestiona un bellissimo tramonto

di Maurizio Torti

L’intelligence e l’esercito di occupazione israeliano continua a colpire obiettivi militari e politici tra le fila dei combattenti palestinesi.

Dopo gli omicidi mirati delle ultime 24 ore a Gaza l’IDF ha ucciso un’altro comandante militare palestionese, è possibile affermare che la strategia della “decapitazione” è stata raggiunta da Netanyaou, Hamas è senza una testa politica e militare. Molti analisti dichiarano che Israele non potrà distruggere completamente Hamas lo ha indebolito, eliminato e arrestato i leader, distrutto temporaneamente tunnel e armi.

Netanyaou ha fallito in merito alla visione ed una mancata decisione sulla fine degli aytacchi miliatri a Gaza e uno scenario politico per l’immediato sostegno alla popolazione, la ricostruzione delle infrastrutture socio-sanitarie. Ad oggi non esiste da parte di Israele uno scenario deciso, definitivo e soprattutto la volontà politica di accettare la costituzione di uno Stato di Palestina. La questione dei territori non riguarda solo la Striscai di Gaza ma naturalmente ci sono oltre 5 milioni di Palestinesi rinchiusi nelle loro case nella Cisgiordania.

I movimenti di resistenza arabi hanno giurato di vendicare la morte dei loro leader a Beirut e Teheran questa settimana.
Fuad Shukar, un comandante di alto livello del movimento libanese Hezbollah, ucciso a Beirut mentre a Teheran è stato ucciso il capo del politburo di Hamas, Ismail Haniyeh.

In Iran le autorità sembrano finalmente aver definito come è stato ucciso il leader palestinese, poche ore fa è stata diffusa una nota ufficiale in merito all’utilizzo di un’arma a corto raggio, nulla più. Al momento l’ipotesi dell’ordigno piazzato 60 giorni fa e il missile sembrano non avere più credito. Senza molta pubblicità, alcuni media internazionali, NYT riferisce che la polizia iraniana ha arrestato diversi militari responsabili della sicurezza, al momento non è stata diffusa una lista con elenco dei nominativi.

Gaza. Palestiona un bellissimo tramonto

La Guida Suprema dell’Iran, Ayatollah Ali Khamenei, ha dichiarato che Israele sarà “severamente punito” per l’uccisione di Haniyeh in territorio iraniano, mentre alti funzionari iraniani hanno avuto colloqui con i loro alleati in Libano in Iraq e Yemen per discutere il prossimo passo nel confronto con l’entità sionista.
La Russia e la Cina Popolare hanno condannato quello che i russi hanno definito il “cinico omicidio” del capo politico di Hamas che aveva e poteva ancora svolgere un ruolo chiave nei negoziati per porre fine ai combattimenti nella Striscia di Gaza.
E presso la sede delle Nazioni Unite a New York il delegato siriano, Qusai al Dahhak, ha dichiarato al Consiglio di Sicurezza che “gli eventi degli ultimi giorni” evidenziano che i criminali di guerra israeliani hanno deciso di continuare i loro sanguinosi attacchi per far sprofondare la regione in una guerra, beneficiando del sostegno illimitato degli Stati Uniti a spese della pace e della sicurezza internazionale e delle vite e del sangue di persone”.
Qusai al Dahhak ha avvertito che Israele continua a non rispettare le leggi internazionali e il mancato rispetto delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza e dell’Assemblea Generale possono portare a infiammare l’intera regione e minacciando la pace e la sicurezza regionale e internazionale.
I criminali di guerra israeliani non avrebbero continuato a commettere crimini di guerra e crimini contro l’umanità se non fosse per il sostegno illimitato degli Stati Uniti e l’ipocrisia e i due pesi e due misure praticati da quasi tutti i Paesi occidentali che sono coinvolti nella guerra israeliana contro il popolo palestinese e sono rimasti in silenzio sulla questione.
Decine di migliaia di persone sono scese nelle strade della capitale iraniana per dare l’ultimo saluto al leader palestinese durante la cerimonia funebre. La Guida Suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, ha guidato le preghiere per il  leader di Hamas, il cui corpo sarà sepolto in Qatar, mentre il Presidente del Parlamento iraniano ha detto che “l’assassinio dei comandanti della della Resistenza in Libano e a Teheran è un’indicazione della debolezza del regime sionista… questi crimini non influenzeranno il cammino del nostro movimento”.
Il ministro degli Esteri americano, Antony Blinken, ha dichiarato che gli Stati Uniti “non erano consapevoli o coinvolti” nell’uccisione di Haniyeh, ma molti arabi sospettano che gli israeliani abbiano ricevuto il via libera dagli americani quando Netanyahu era a Washington la scorsa settimana. Dagli USA la reazione a questa nuova crisi è chiarissima, l’invio di 12 nati da guerra verso le coste dell’Iran, il messaggio è semplice. Israele in questa ennesima crisi non è solo e la risposta di un attacco totale verso Israele accenderà la reazione degli USA, dell’Inghilterra, della Francia, dell’Italia. L’Iran se sceglierà di attaccare Israele nelle prossime ore è consapevole di non avere alcuna possibilità di vincere, la forza USA, di Israele e altri paesi alleati in questa crisi è molto potente. L’Iran può contare su posizioni militari alleate, un contingente armato in Siria, in Iraq e nello Yemen ma come si sta preparando l’Occidente non ha eguali. In un solo caso l’Iran potrebbe avere la meglio su Israele, in un conflitto “uno a uno”. Quale è il rischio di un ennesimo conflitto armato? Le parole del rappresentante siriano all’ONU sono la giusta previsione, ci sarà distruzione, morti, violenza, fuoco, lutti ma l’Iran non vincerà questa guerra.

Dopo 300 giorni di conflitto nel Sud del Libano a seguito di un continuo scambio di artiglieria e missili, il nord di Israele è quasi sempre infiamme, molti edifici distrutti e la popolazione non può ritornare nelle proprie case. Dal lato del confine libanese l’immagine è lo specchio di quanto accade in Israele, unica differenza, il confine libanese ha evaquato la popolazione civile con molto ritardo, dato le problematiche e la crisi profonda, sociale ed economica dell’intero paese. Ogni giorno vengono lanciati decine di missili di ogni tipo e lo schieramento di hezbollah potrebbe continuare ancora a lanciarli per mesi, forse anche anni. Dal 2006 la tecnologia delle armi missilistiche è migliorata sia in qualità sia in quantità, sono decine i depositi sotterranei ma tutto questo suggerisce dell’impossibilità di immaginare un vincitore. Nella sostanza dato che nessuno ha disegnato uno scenario finale per l’occupazione militare della palestina questo conflitto potrà durare ancora mesi e anni.

Benjamin Netanyahu rivendica politicamente l’uccisione dei responsabili politici e militari dei combattenti palestinesi e ha resistito alle pressioni dell’opinione pubblica per porre fine alla guerra continuando a mostrare nessuna intenzione di farlo, mentre si avverte del pericolo imminente di un’altra guerra totale in Medio Oriente.
Le reazioni in Israele sono diverse, il Partito Comunista di Israele e il Fronte Democratico per la per la Pace e l’Uguaglianza (Hadash) hanno dichiarato
che: “Il governo israeliano dei coloni sta consapevolmente preparando e alimentando una guerra regionale che danneggerà tutti i popoli della regione, compresi i cittadini israeliani. Questi omicidi coprono il fallimento del governo israeliano di raggiungere gli obiettivi della guerra e eliminare ogni possibilità di raggiungere un accordo che ponga fine alla guerra, liberare gli ostaggi e i prigionieri, ricostruire Gaza e permettere ai residenti del nord e del sud di Israele e di Gaza di tornare alle loro case. Queste sono uccisioni contro la diplomazia stessa da parte di un governo dal grilletto facile che sa parlare solo il linguaggio della violenza e di distruzione”.

Israele con lo storico sostegno degli USA, rapidamente sta costruendo una coalizione tecnica militare per prepararsi a rispondere ad un eventuale attacco totale da parte dell’Iran e dei suoi militari in Siria, Iraq e Yemen. Può veramente l’Iran disporre di una forza militare da contrapporre alla coalizione Occidentale?

Rifiutiamo qualsiasi motivazione per il ricorso alla guerra, alla violenza e siamo impegnati come tanti ad impedire questa ulteriore guerra. Il nostro appello è molto semplice, USA, Israele, Inghilterra sono storicamente dei guerrafondai se c’è una sola possibilità chiediamo a funzionari italiani e spagnoli di applicare una risoluzione diplomatica a questa nuova crisi

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