di Francesco Cappello
Con l’eventuale elezione di Trump non sparirebbero le enormi, ormai insostenibili difficoltà economiche in cui si dibattono gli USA. I debiti estero, pubblico e privato sono cresciuti esponenzialmente ma la cosa grave è dovuta alla contemporanea crescita della dedollarizzazione che rischia di far saltare il sistema economico usa puntellato solamente dall’attività dei grandi fondi di investimento che rastrellano risparmio su scala globale attraverso titoli rigorosamente in dollari…
Potrà permettere Trump, in questo contesto, il varo della nuova moneta BRICS? Certamente Sì, se si convincesse che il ruolo degli USA nel mondo andrebbe rivisto e ridimensionato… Sinora però si è pronunciato sulla necessità di ristabilire il ruolo egemonico del dollaro ad ogni costo perché è ben cosciente che su di esso si impernia l’egemonia USA.
Nello spazio europeo credo intenda semplicemente disimpegnarsi lasciando la ‘gatta Ucraina da pelare’ agli europei, ai quali chiede maggiori spese militari pro NATO lasciandogli intravedere la possibilità di un futuro roseo derivante dalla balcanizzazione e colonizzazione russa ad opera degli europei, piazzando, un secondo Eltsin destabilizzando e sconfiggendo la Russia (pia quanto micidiale illusione)…
Ricordo un video documento in cui Trump si rivolge a Stoltenberg chiedendogli di bloccare l’afflusso di gas russo all’Europa con ogni mezzo (1).
In Medio Oriente Trump fece uccidere Soleimani e fece saltare l’accordo nucleare con l’Iran mentre spostava la capitale da Telaviv a Gerusalemme cercando di imporre ai Palestinesi il suo piano del secolo a loro completo sfavore… Insomma non possiamo escludere che Trump non porti ad intensificare il l’attuale conflitto con l’Iran via Israele.
Ricordiamo che degli universitari statunitensi che lottavano contro il genocidio lui avrebbe saputo fermarli usando il pugno di ferro.
Per motivi economici anch’egli non può accettare la rivoluzione in corso in MedioOriente (vedi anche La transizione in atto verso un mondo nuovo è ormai frenabile solo dalla guerra globale). Nel frattempo però l’Iran fa parte dei BRICS e della SCO e a breve Putin concluderà con quel Paese, decisivo nei nuovi equilibri mediorientali in costruzione, un accordo simile a quello con la Corea del Nord.
Trump nel suo precedente mandato continuò ed intensificò le sanzioni, inaugurate da Obama, alla Cina e sinora purtroppo non si è mai pronunciato contro l’escalation in atto nel mar cinese meridionale (attualmente è in corso lì l’esercitazione militare picth black). Per affrontare il conflitto con la Cina deve affidare agli europei quello con la Russia. Vance, il probabile vicepresidente di Trump, ha dichiarato: il vero problema è la Cina. Certamente potrebbe decidere di scendere a patti con la Cina cercando un modo non militare di raddrizzare i conti con l’estero mentre il dollaro va a scomparire quale valuta internazionale di potenza. Dovrebbe però accettare di vedere la nuova realtà multipolare in corso e accettare il conseguente necessario ridimensionamento degli USA.
Il suo ‘America First’ inteso come la volontà di ritorno ad una egemonia USA sul resto del mondo dovrebbe viceversa assumere il senso di una politica estera sovrana tesa prima di tutto a salvaguardare gli interessi del popolo americano, i quali, ovviamente, escludono la guerra globale nucleare.
Speriamo prevalga quest’ultima opzione e che gli USA tornino un paese normale. Il primo passo sarebbe quello di rendere innocuo lo stato profondo USA e quello globale.
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