Una diversa denuncia in jazz “Tears For Gaza”

Solo lacrime per Gaza o si può sperare?

Copertina disco Peppe Santangelo

di Renato Napoli

Peppe Santangelo, e il “Nu Quartet” ci offre, col suo sassofono tenore, una musicalità di denuncia fuori dal comune.

Non infinite parole sulla guerra in corso, ma un grido di dolore e lacrime per quella popolazione che da decenni non ha diritto di vivere in quella loro terra originaria.

Un inizio di tamburi da il senso profondo nell’udire di esplosioni, un breve seguire di suoni aerei e poi il sax che vibra come una voce che chiede aiuto, un pianto di paure, un sussurro di leggera gioia che possa offrire un sollievo alla sofferenza di questo popolo.

Soffi di leggerezza si possono udire uscire dal sassofono come grido di non aggredire più un popolo che da decenni non trova il suo spazio vitale.
Grida di dolore fanciulleschi che desiderano vivere e non morire sotto le macerie di bombardamenti; sotto i colpi di fucile e mitraglie,; sotto quegl’ignobili droni che non danno tregua nelle notti dove quei bambini vorrebbero invece sentire le ninne nanne delle loro madri.

Suoni di intense vibrazioni di tenore (sax) e chitarra danno quasi un senso di una pace che parrebbe poter esistere, invece sono vibrazione di dolore. Un dolore che in molti chiedono di curare, Una cura che consenta di crescere liberi da ogni sopruso.

Peppe ci dice con questo suo nuovo singolo di voler rimare: «un Artista fedele alla propria poetica e ai propri valori, coerente ed immune ad ogni tornaconto, perché ritengo che così debba essere.

un’Artista che voglia definirsi tale, la mia visione viole essere di lungo periodo.
Quindi, non potevo tacere davanti ad una tale tragedia come Padre, Marito, Artista e Uomo».

Dagli anni sessanta del secolo scorso, sono molti musicisti che, in diversi stili, hanno dedicato brani alla pace, ai conflitti armati, denunciandone gli orrori:Peppe componendo e registrando “Tears For Gaza” lo ha espresso a suo modo, ma non lontano dai grandi.

Copertina disco Peppe Santangelo

Abbiamo avuto l’opportunità di una breve intervista.

• Peppe, grazie per questa tua disponibilità. Non sei nuovo a brani di denuncia a mezzo musicale, Ce bene puoi ricordare qualcuno?
– “Certamente. La penultima uscita, auto-pubblicata, del 2023 è stato il Disco in trio The Seller Of Ideas. Disco che entro la fine dell’anno uscirà con una nuova etichetta in tutto il mondo.
In quel disco accuso l’ipocrisia dei potenti che si comportano come dei venditori nei confronti dei popoli, con la differenza che investono grossi capitali nei più svariati comparti della società, per venderci la loro visione del mondo in modo che, a forza di abitudine, la massa finisce per accettare ed in molti casi sposare. E’ questa oggi la mission più importante del potere. In copertina ho incluso alcuni esempi eclatanti e per me più rappresentativi, da Assange all’Iraq al Green. Nel disco suono-rappresento dei personaggi che poi sono delle categorie, che da sempre, almeno da quando abbiamo notizia del mondo moderno,  si muovono affianco del potere. Il religioso, l’intellettuale, il giornalista, lo scienziato”.

• Cosa ti ha portato a scrivere questi brani?
– “Il mio modo critico di osservare il mondo e un’anima che sostanzialmente non riesce a far finta di nulla.”

• Negli anni sessanta, e poi a seguire, del secolo scorso, sono molti musicisti che, in diversi stili, hanno dedicato brani alla pace, ai conflitti armati, denunciandone gli orrori. Sing, ad esempio, durante la guerra nel Golfo, denunciava la guru come momento terribile, una tragedia che non dovrebbe mai essere accettata. Per citarne solo qualcunoi: Fabrizio De André, Francesco Guccini, Ivano Fossati come anche Bob Dylan, Bruce Springsteen, Pink Floyd, Sting contro la guerra nel Golfo ma senza dimenticare John Lennon e Yoko Ono contro la guerra nel Vietnam. Come ti senti inserire in questi ambiti senza troppa modestia?
– “Beh, è un grande onore! In realtà io sono solo un piccolo Artista di periferia che ama rimanere fedele ai propri valori, nonostante i venditori di idee si sforzino con tutti i mezzi di farmi cambiare idea. Io ho imparato che un uomo è sostanzialmente una cosa sola; quello che fa, ancora prima di essere o di rappresentare delle idee. Un Artista non è una cosa diversa. io preferisco che un giorno, nella mia carriera, venga detto che l’uomo non ha tradito l’artista e viceversa”.

• Quali sono, in questo periodo estivo festoso e modaiolo, le tue soddisfazioni di musicista?
– “Sto suonando molto in giro, sto presentando l’ultimo disco Peppe Santangelo Nu Quartet Plays Wayne Shorter, (https://www.youtube.com/watch?v=z3F5IFuGC1E&list=OLAK5uy_l3OMOJqzqBgaNDKPG2ClSs83DY4lZla20) ho molte altre date in autunno, e di recente ho avuto l’onore di aprire l’incredibile settimana dell’Alta Moda organizzata da Dolce e Gabbana in Sardegna e di suonare prima di Christina Aguilera”.

Non essendo un critico musicale o musicologo, ma cercando di ascoltare al meglio la buona musica, rimetto il giudizio nell’ascolto di questo brano con l’anticipazione su .youtube

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