Biden: cosa è questo caos nelle università americane?

Gli studenti scelgono la resistenza palestinese

Francia. Sorbona Università

Cosa sta succedendo nei campus universitari e perché ci sono proteste nelle università degli Stati Uniti?

Oggi è interventuo il presidente degli USA Biden per spiegare al mondo e agli americani cosa stesse succedendo nelle università americane.
Le leggittime proteste contro le forze di occupazione militare israeliane e il genocidio in atto a Gaza si diffondono, senza arrestarsi, in diversi campus degli Stati Uniti, suscitando risposte diverse da parte delle amministrazioni universitarie.

Gli studenti all’interno delle università sono organizzati, riescono a parlare con la stampa e a dialogare con i responsabili dei campus con fine di arrivare senza l’uso della violenza, ad un confronto e alla consegna, lettura delle rivendicazioni collegate alle manifestazioni, in numero crescente e il tutto il mondo.

Non esiste al momento un centro, un coordinamento unico ma sono le richieste, le rivendicazioni a caratterizzare le occupazioni dei campus, dagli USA all’Europa, da NewYork a Parigi.

Gli studenti hanno scelto di stare con la resistenza palestinese, di tentare ogni possibile per evitare l’estinzione di un popolo con una propria identià, una lingua, una cultura, un territorio e delle tradizioni.

Nonostante le violenze della polizia, le minacce le occupazioni continuano e si arricchiscono di tanti giovani. La stampa, i media internazionali si limitano ai fatti ma negli USA iniziano a fare pressioni per porre fine alle occupazioni ma per alcuni settori politici e produttivi la questione non è l’occupazione del giardino universitario ma chiedere il boicottaggio delle collaborazioni con le università di Tel Aviv.

Rischio violenza è concreto e non sono mancati episodi gravi come quanto è accaduto in California. Un gruppo di persone dichiaratesi pro-Israele sono entrati nel cuore della notte e hanno tentato di superare le barriere allestite nel campus e hanno attaccato gli studenti. Una curiosità, questo evento avviene poche ore dopo che la polizia di New York ha sgomberato la Columbia University, arrestando almeno 72 persone. L’intervento della polizia non ha interrotto l’occupazione alla Columbia University forse simbolo della protesta in solidarietà con i palestinesi vittime di un genocidio.

L’assalto da parte di persone pro-Israele non è stato un evento solo violento, qualcosa ha condizionato il comportamento della polizia presente con mezzi, uomini ed eliccotteri pronti ad intervenire per porre fine alla rissa degenerata in violenza. RIferisce il professore della California State University e fondatore del Center for the Study of Hate and Extremism, Brian Levin, ha criticato il ritardo “inspiegabile” nell’azione. “Quello che abbiamo qui è una rivolta in corso da ore”, ha detto Levin. “È andata avanti così a lungo che un editorialista locale ha detto ‘persino gli elicotteri hanno dovuto fare rifornimento’. C’è stato un inspiegabile ritardo nell’intervento delle forze dell’ordine”. I fatti sono raccontyati da molti testimoni, la polizia è arrivata intorno all’1.45. Sebbene la loro presenza abbia indotto alcuni manifestanti ad andarsene, gli agenti non hanno interrotto gli scontri e hanno lasciato che la violenza continuasse. Verso le 3 del mattino, gli agenti hanno formato una linea intorno all’accampamento e hanno costretto i restanti manifestanti ad andarsene.

Molti giornalisti negli USA ma anche in Italia definiscono e collegano gli eventi di oggi nelle università degli USA paragonandoli agli anni della protesta contro la guerra del Vietnam. Esempio assolutamente errato, perchè gli studenti, oggi, manifestano per interrompere un genocidio, non una guerra tra due Stati, quelo che sta avvenendo in Palestina è il tentativo, sistematico e da lungo tempoo, di sterminare il popolo palestinese, distruggere le città, le infrastrutture, gli ospedali le scuole, trasformare quei territori nel peggiore deserto, invivibile. Cosa resterà ai palestinesi che sopravviveranno ai bombardamenti, ai raid, ai droni, all’artiglieria e agli omicidi mirati comandanti da Tel Aviv? Nulla. Se sei vivo sarai costretto a migrare a lasciare deifnitivamente la terra degli avi e della famiglia.

Università Francia per la Palestina

A seguito dell’episodio dell’assalto all’università in California, immediatamente sono seguite le dennuncie e le accuse di antisemitismo e hanno fatto sì che gli studenti ebrei fossero preoccupati per la loro sicurezza nel campus. Nel caso della Columbia University, ciò ha spinto il presidente Minouche Shafik ad autorizzare la polizia di New York a intervenire nel campus per rimuovere l’accampamento sul prato sud della scuola.
Oltre 100 studenti sono stati arrestati per “violazione di domicilio”, ma gli arresti, le botte, la repressione della polizia ha innescato un allargamento del movimento di protesta pro-palestinese e altre occupazioni sono sorte nei campus di tutta la nazione.
Gli interventi di forza della polizia in diverse università ha solo riempito le celle per poche ore, oltre 2000 arresti hanno solo aumentato le tensioni.

Molti hanno dato un interpretazione superficiale di quanto sta accadendo negli USA e ancora più grave la situazione in Palestina. La presdenza, a Washington il presidente Biden ha scelto di intervenire, perchè la situazione è seria ma il suo discorso, le sue parole non sono state una sorpresa, accetta la libertà di espressione ma dipinge e condanna gli studenti come generatori di caos.

In alcuni ambienti politici nei corridoi circolano opinioni e idee molto particolari come la proposta di creare, a seguito di una nuova legge, un osservatorio, una difesa anche nelle università per isolare antimesmitismo. Al momento è molto difficile fare un’analisi solo su delle voci di corridoio ma il comportatmento della polizia in California è un indicatore.

Repressione, minacce, arresti non hanno fermato o modificato la scelta degli studenti arroccati in decine di università negli USA, “stiamo con la resistenza palestinese”.

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