di Francesco Cappello
È in pieno svolgimento un disastro umanitario di enormi proporzioni
Da lunedì scorso la prima ondata di attacchi a Rafah a sud di Gaza ha provocato un centinaio di vittime; l’attacco era ufficialmente finalizzato alla liberazione di 2 ostaggi. A dichiararlo è il comando israeliano. Il bombardamento sistematico di Gaza e di Khan Yunis, insieme agli ordini israeliani di evacuare i centri abitati hanno concentrato gli sfollati a Rafah. Le stime parlano di più di un milione e mezzo di civili sfollati, ridotti allo stremo, affamati, che vivono in tendopoli improvvisate, sotto teli di plastica o che dormono per strada. Non possono tornare verso nord nell’inferno di macerie che si sono lasciati alle spalle (anche l’ONU dichiara che a Nord non c’è alcuna possibilità logistica di assistenza), non possono fuggire verso sud, la via verso l’Egitto, attraverso il deserto del Sinai essendo sbarrata da carri armati egiziani. Gli egiziani, infatti, si oppongono così alla deportazione dell’intera popolazione di Gaza verso l”Egitto (1). Vivono oltretutto con la piena consapevolezza che da un momento all’altro possa essere scatenato un intervento in forza dell’esercito israeliano che sarebbe legittimato dalla ricerca di militanti di Hamas tra gli sfollati. Guterres, il portavoce delle Nazioni unite (2) dichiara come gli attacchi impedirebbero anche gli aiuti più essenziali mancando tutto il necessario alla semplice sopravvivenza degli sfollati e denuncia la volontà di deportazione dei civili, per i quali, afferma, non esiste più alcun luogo sicuro in tutta la striscia.
Ci si chiede come l’esercito israeliano possa conciliare questi attacchi con l’ordinanza della Corte Internazionale di Giustizia che ha ordinato al governo israeliano tutte le misure cautelari e preventive finalizzate ad evitare atti di genocidio. Israele, supportata dagli USA, dall’Unione europea, dal Giappone e pochi altri che ancora si spacciano per l’intera comunità internazionale – ormai del tutto screditata, abusiva e complice – stanno agendo contro la vera Comunità internazionale che conta ormai l’80 per cento dei Paesi del mondo. Stanno agendo anche contro le popolazioni civili occidentali che in misura crescente, malgrado la martellante propaganda cui sono quotidianamenti sottoposti, urlano il proprio radicale dissenso contro le politiche filo sioniste dei propri governi.
Nel frattempo “The Times of Israel” denuncia come migliaia di coloni scalpitino per reinsediarsi a Gaza dopo la cacciata del 2005. Prevista una grande conferenza sul tema “Insediamento ebraico a Gaza” presso l’International Convention Center di Gerusalemme: 3.000 i partecipanti previsti, tra cui membri del governo.
Il piano segreto
Secondo il giornale israeliano Maariv, Israele avrebbe elaborato in segreto un piano post-bellico per Gaza e l’avrebbe presentato agli USA per una soluzione globale in Medio Oriente.
Il piano prevede un governo militare israeliano provvisorio, il coinvolgimento di Marocco, Emirati e Arabia Saudita nella costituzione di una “nuova autorità palestinese” e riforme globali in Cisgiordania e un accordo “storico” con l’Arabia Saudita, che porterà alla creazione di uno Stato palestinese. (Fonte: Maariv (https://www.maariv.co.il/news/military/Article-1072405))
Su tutto aleggia il sospetto che Israele stia provocando l’intervento dei paesi arabi così da innescare la guerra regionale che gli USA stanno fomentando in tutto il Medioriente.
video documentazione
Una domanda da Gaza
Gaza: attacco israeliano nella città di Rafah, più di 100 i morti
Le forze di difesa israeliane hanno affermato di aver effettuato attacchi contro obiettivi nel quartiere di Al-Shabura nella città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza.
L’attacco ha causato più di 100 morti e 250 feriti, un vero e proprio massacro.
Gli aerei dell’occupazione israeliana hanno lanciato più di 50 raid su Rafah in poche ore.
(Soloviev/Al Mayadeen)
evacuazione forzata dell’ospedale di Khan Yunis (settore meridionale di Gaza), l’ospedale “Nasser”.
I bulldozer militari israeliani distruggono le infrastrutture dell’ultimo ospedale di Khan Yunis (settore meridionale di Gaza), l’ospedale “Nasser”, sotto la copertura dei carri armati.
L’ex segretario di Stato e direttore della CIA, Mike Pompeo, balla con i soldati israeliani di occupazione
L’Italia dovrebbe smettere qualsiasi cooperazione militare con Israele procedendo alla abrogazione immediata della legge 94 del 2005 che la codifica, e riconoscere in modo bilaterale lo Stato di Palestina entro i confini del 67 (vedi L’Italia riconosca lo Stato di Palestina) aggiungendosi ai 139 Stati che nel mondo lo hanno già fatto.
Noi, rappresentanti della società civile, abbiamo il dovere di mobilitarci contro il genocidio – ( vedi Mobilitiamoci contro il genocidio)
Un invito a ciascuno a contribuire alla Campagna di mobilitazione iscrivendosi al canale Telegram https://t.me/Mobilitiamocicontroilgenocidio MOBILITIAMOCI CONTRO IL GENOCIDIO!
Vedi Mobilitiamoci contro il genocidio.
(1) La Presidenza Egiziana: “Lo sfollamento dei palestinesi dalle terre egiziane non avverrà”. Se Israele decidesse di forzarla dovrebbe tener conto delle conseguenze e di una reazione militare egiziana o di più paesi dell’area.
Abu Mazen: “Vogliono cacciare i palestinesi dalle loro terre”.
(2) Onu: “No a sfollamenti forzati”.
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