Quando il 28 settembre 1943 il nazista tedesco Georg Ferdinand Duckwitz, membro dell’ambasciata tedesca a Copenaghen, venne informato dell’imminente deportazione, nei campi di concentramento, dei circa settemila ebrei danesi, questi avvertì subito i suoi amici del partito socialdemocratico che dettero l’allarme
dell’incombente pericolo alla comunità ebraica. Così gli ebrei, aiutati dalla popolazione danese, riuscirono prima a nascondersi dal raid nazista avvenuto la notte tra il 1° e il 2 ottobre, e poi a scappare in Svezia, Paese rimasto neutrale. In questo modo il popolo danese riuscì a salvare quasi tutti gli ebrei presenti in Danimarca. Il caso danese è unico perché, rispetto ad altri salvataggi avvenuti nel corso della Seconda guerra mondiale in altri Paesi, in Danimarca l’intera popolazione, dal re fino alle persone appartenenti alle classi sociali più umili, contribuì al salvataggio degli ebrei. La figura del nazista tedesco Duckwitz fu importantissima, perché fu l’unico politico nazista a opporsi alla deportazione degli ebrei. Anni dopo la fine della guerra Duckwitz e molti danesi verranno riconosciuti come “Giusti tra le Nazioni” dallo Yad Vashem.
Nel libro l’autore racconta questa storia grazie all’analisi scientifica di fonti, documenti e testimonianze.
Resistenza nonviolenta danese:
Il caso danese è unico nel suo genere, perché, rispetto ad altri salvataggi avvenuti nel corso della Seconda guerra mondiale in altri Paesi, in Danimarca l’intera popolazione, dal re fino alle persone appartenenti alle classi sociali più umili, contribuì al salvataggio degli ebrei. In Danimarca era presente una delle più antiche democrazie d’Europa e, durante i secoli, la discriminazione e il razzismo istituzionalizzati, non solo nei confronti degli ebrei ma di qualsiasi altra persona, erano sempre stati respinti dal Parlamento. La società si era evoluta all’insegna dell’empatia e della tolleranza, includendo senza discriminazioni persone e comunità, compresa quella ebraica. In Danimarca, a differenza dell’Italia, non venne mai aperto un ghetto e quindi gli ebrei non erano considerati come “gli altri”, bensì erano integrati nella comunità e potevano vivere dignitosamente godendo di tutti i diritti riservati agli altri cittadini danesi. Quando la Danimarca era sotto occupazione nazista, il suo governo si rifiutò più volte di considerare la “questione ebraica” e di introdurre la legislazione antisemita, nonostante le pressioni tedesche. Gli ebrei vivevano liberi come si evince dalle testimonianze e dalle foto presenti ne libro. Quando si venne a sapere che il raid nazista per deportare tutti gli ebrei della Danimarca sarebbe avvenuto la notte tra il 1° e il 2 ottobre, la popolazione danese prima aiutò gli ebrei a nascondersi e poi a scappare in Svezia traghettandoli con barche a rischio della loro vita, un giusto danese verrà deportato e in seguito morirà per aver deportato gli ebrei. Grazie a queste azioni di coraggio quasi tutti gli ebrei presenti in Danimarca vennero salvati.
In Danimarca si cominciò con la stampa clandestina, per poi passare al teatro, al disertare le mostre e i film antisemiti dei nazisti fino ad arrivare agli scioperi ed infine a nascondere e a trasportare in Svezia gli ebrei. La resistenza nonviolenta portò quindi al salvataggio di migliaia di persone ed impedì che la Danimarca venisse distrutta dai nazisti. Tuttavia non si racconta mai l’episodio danese, come non si raccontano gli episodi avvenuti in Italia o altri degni di nota.
Sul nazista che salvò gli ebrei:
Georg Ferdinand Duckwitz, era un nazista tedesco della prima ora, che dal 1933 al 1935 lavorò presso l’ufficio politica estera del partito nazista sotto Alfred Resenberg. Duckwitz fu l’unico politico nazista, di alto rango (membro del ministro degli esteri del Terzo Reich), a opporsi alla deportazione degli ebrei. Egli inoltre partecipò alla congiura per assassinare Hitler. Quando il 28 settembre 1943, Duckwitz, membro dell’ambasciata tedesca a Copenaghen, venne informato dell’imminente deportazione, nei campi di concentramento, dei circa settemila ebrei danesi, questi avvertì subito i suoi amici del partito socialdemocratico che dettero l’allarme dell’incombente pericolo alla comunità ebraica. Anni dopo la fine della guerra Duckwitz verrà insignito del titolo di Giusto tra le Nazioni dallo Yad Vashem. Duckwitz rappresenta un esempio di disobbedienza agli ordini, lui ha sempre mantenuto vigile la sua coscienza e, al momento opportuno, ha avuto il coraggio di fare tutto quello che poteva per salvare gli ebrei, poiché riteneva sbagliati gli ordini che gli erano stati impartiti. La sua storia dimostra che si poteva fare di più, a differenza di tutti quei nazisti che, anche al processo di Norimberga, si giustificarono dicendo che stavano solo ubbidendo agli ordini. Per questo è importante far conoscere la storia di Georg Ferdinand Duckwitz.
Ottobre 1943: 80° anniversario salvataggio ebrei danesi
Andrea Vitello
Storico
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