Roma 5 settembre 2023
di Maurizio Torti
La misura di sostegno al lavoro più conosciuta da tutti è il Reddito di Cittadinanza avviato il 1° aprile 2019, in un tempo orribile per l’Italia, mai data è stata più veritiera. Perchè nel Paese è stata attivata questa misura di sostegno al lavoro?
Qualche numero in questo caso è utile per avere una immagine chiara al dicembre 2019, secondo l’Istat.
Nel 2019 il tasso di disoccupazione era pari al 13,12%. I dati sono stati elaborati utilizzando l’ultimo censimento sulla popolazione Comune per Comune.
La notte del 31 dicembre dell’anno 2019, data da segnare nel calendario: la Commissione Sanitaria Municipale di Wuhan in Cina ha
segnalato all’Organizzazione Mondiale della Sanità OMS un cluster di casi di polmonite a eziologia ignota nella città di Wuhan, nella provincia cinese di Hubei. E l’undici marzo 202o l’OMS dichiara lo stato di pandemia. Da quel giorno sono trascorsi 36 mesi circa, conosciamo molto ma la verità non è ancora del tutto emersa.
Intanto la macchina burocratica, non senza difficoltà, del Reddito alla Cittadinanza si muove e viene travolta dall’emergenza sanitaria.
Come nasce il Reddito di Cittadinanza?
Nel Paese esisteva già una misura al sostegno del lavoro si chiamava REI ma non c’è stata alcuna possibilità con i partiti e i politici, il REI doveva essere abolito per fare spazio al reddito di Cittadinanza. I processi di gestione del vecchio REI sono stati inglobati nella nuova piattaforma del RDC e l’ondata di domande è stata un onda anomala. A giungo 2020 i beneficiari della misura di sostegno al lavoro sono oltre 3 milioni, non sono incluse le PDC (pensioni di cittadinanza)
L’emergenza sanitaria ha sferrato un duro colpo all’occupazione, alla ricerca del lavoro e il numero dei disoccupati aumenta.
Da il report annuale dell’Inps: “diminuiscono le persone in cerca di lavoro (-8,9%, pari a -222mila unità), mentre aumentano gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+3,6%, pari a +482mila. Il tasso di disoccupazione tra i 15-24 anni è pari al 29,7%, il tasso di inattività tra i 14 e 64 anni è pari al 36,1%”
Le domande di Reddito di Cittadinanza nel 2021 raggiungono il picco massimo di circa 4 milioni di percettori mentre per il 2022 i numero dei percettori inizia a calare ma non per l’effetto di nuovi occupati.
Chi può dimenticare il trascorso di questi 24 mesi mentre milioni di cittadini si ritrovano agli arresti domiciliari, costretti dalle restrizioni illegali e altrettanti milioni, ricattati e trasformati in cavie umane per una sperimentazione di un farmaco, condotta con processi medici criminali e da condannare penalmente.
I ricordi e le emozioni indelebili sono essenzialmente due, un uomo incrociato per strada e con un gesto semplice si avvicina, perchè proprio verso di me? Ha riconosciuto qualcosa nella mia persona, entrambi potevamo guardarci negli occhi e osservare tutte le linee del nostro viso e mi chiede: “scusi signore ho ricevuto questa lettera ma non ho capito cosa è e cosa devo fare”. Intorno a noi c’erano altre persone che ci osservavano un pò stupiti e un pò allarmati. Afferro la busta bianca e leggo velocemente. Era una lettera dell’Inps per cui si diceva che la domanda del Reddito di Cittadinanza era stata accettata e di recarsi presso un qualsiasi sportello delle Poste per il ritiro della carta, il totale riconosciuto era pari a 506,19cent.
L’uomo mi ha ringraziato ripetutamente, poi con passo veloce si è allontanato in direzione dell’ufficio postale più vicino, era a soli 100 metri da noi.
Il secondo ricordo è la magnifica corsa dell’uomo della spiaggia, mentre prendeva il sole, due ufficiali della Polizia Locale si avvicinavano a Lui cercando di non farsi notare ma erano su una spiaggia completamente deserta. Immediatamente sono stati scoperti e a passi lunghi, costretto dall’avvicinarsi dei due ufficiali, lo sconosciuto si alza e inizia a muoversi. Dal camminare a correre è un lampo e per i due ufficiali, dopo una timida reazione nel rincorrere la “preda” desistono e in lontananza lo sconosciuto continua a correre fino a sparire dallo schermo.
Il Reddito di Cittadinanza è iniziato nell’incertezza e doveva completarsi nell’arco di circa 8 anni e i primi 36 mesi sono segnati da una follia mai conosciuta nella storia dell’uomo, paragonabile alla follia della guerra. Poteva mai migliorare questa misura al sostegno del lavoro con tali politiche italiane che hanno completamente fermato il Paese?
Oltre a queste gravi difficoltà, il Reddito di Cittadinanza non ha vinto la politica dei partiti e della democrazia rappresentativa. Dopo pochi mesi dai banchi del Parlamento partono gli attacchi, le critiche sono state avviate attraverso i media di partito, contrari alla misura. In 36 mesi sono state impiegate centinaia di ore di trasmissioni televisive e quintali di carta di giornale. Alcune dichiarazioni e affermazioni di giornalisti e politici rasentano il ridicolo ma era solo politica di partito.
Il primo agosto del 2023 migliaia di percettori del Reddito di Cittadinanza ricevono un SMS, dottrina degli imprenditori italiani per effettuare un licenziamento, in sintesi politica: Il Reddito di Cittadinanza è abolito. “È finita la pacchia”. Frase pronunciata da noti nullafacenti seduti nel Parlamento.
Il 31 dicembre 2023 il Reddito di Cittadinanza viene sostituito dalla continuità della giostra del piccolo criceto: pochi giorni fà è stata attivata una piattaforma per dichiarare la propria disponibilità al lavoro, l’obbligo di formazione e della ricerca di un impiego.
All’inizio era incertezza e oggi è il caos. La rabbia di questa ennesima ingiustizia non si è fatta attendere nelle strade di alcune città come Cosenza e Napoli e per i prossimi giorni, l’11 settembre, centinaia di ex percettori si sono dati appuntamento a Roma per chiedere il lavoro, diritto sancito dalla Costituzione.
In tutto questo tempo mai nessuno ha mai chiarito come realmente veniva applicato e gli obblighi imposti a i percettori.
Durante un momento di protesta a Napoli, raccogliendo informazioni in piazza, una donna, Margherita, si avvicina e inizia a parlarmi sul funzionamento del RDC: “io percepisco 780 euro al mese, sono oggi definita non occupabile, perchè ho 61 ma per 6 mesi ho lavorato presso una istituzione per 18 ore settimanali ma senza percepire un solo centesimo da versare come contributi Inps.
Mi faccio spiegare due volte, perchè non mi sembra verosimile, vai a lavorare, perchè obbligata, ma non riceve alcun contributo previdenziale. Mi viene in mente il manifesto dei lavoratori, sacrifici e sangue e dopo 60 anni nulla, tutto cancellato. Come è possibile?
Margherita mi incalza e aggiunge: “500 euro sono semplicemente un giro conto verso i proprietari di appartamenti, perchè pago l’affitto e mi restano 280 euro per pagare luce e gas e devo risparmiare per fare una spesa al mese”.
Questo di Margherita è un racconto dell’orrore della politica, la misura del sostegno al lavoro, RDC, ha garantito per tre anni, i proprietari, assicurandogli la mensilità dell’affitto, ha regalato schiavi alle istituzioni, esonerate da qualsiasi versamento contributivo e al percettore ha permesso di acquistare qualche panino con la mortadella.
Il volto di Margherita e sempre più cupo e aggiunge: “dopo sei mesi di lavoro in quel Comune” non c’è stata nessuna proposta di lavoro, neanche a tempo determinato. Tutto questo cosa serve se dopo tutto questo percorso non si arriva all’obiettivo per cui dovrebbe essere stata pensato il Reddito di Cittadinanza?
Dopo la conoscenza di Margherita ho effettuato alcune ricerche e verifiche. Negli articoli delle delibere di riferimento al Reddito di Cittadinanza c’è un comma che impegna, obbliga tutti i Comuni d’Italia di avviare
Progetti Utili alla Comunità (PUC) e di impiegare, obbligatoriamente, i percettori di Reddito di Cittadinanza a partecipare a un progetto PUC. In sintesi lavoro non riconosciuto dalle 8 alle 16 ore settimanali. La piattaforma esiste e tutto vero!
Digerita la perplessità a tutto questo è ovvio che questa misura è un banale copia e incolla da altre esperienze europee, qualcosa di simile esiste in Germania, in Francia e in Svezia ma la domanda è una: perchè non dare i finanziamenti direttamente ai Comuni e quest’ultimi, attraverso i PUC, assumono e pagano un salario normale a i percettori di Reddito di Cittadinanza?
Questo comma e i progetti (PUC) sono il frutto di una insensibilità, una forma di negligenza oppure una chiara scelta politica?
Rivedendo velocemente questi ultime 36 mesi, il crimine dell’emergenza sanitaria, il caos delle misure di sostegno al lavoro, la disoccupazione in aumento, la precarietà nel lavoro, salari al ribasso e una tassazione elevatissima sono l’ultimo e chiaro segnale del fallimento della democrazia rappresentativa. Questa è semplicemente morta.
Continuare ancora a guardare verso gli scranni del Parlamento è una grave errore, lasciamo che il ramo secco cada in terra e si avvia il ciclo della natura.
C’è solo una direzione, un solo orizzonte, una sola strada da perseguire, non facile, con ostacoli ed è la democrazia diretta e partecipata con tutti i suoi strumenti. Uno di questi è il ritorno a i nostri territori, un ritorno alla terra madre in tutto il suo significato. Non siamo e non vogliamo vivere nell’era del calesse ma ritroviamo la nostra Sovranità Popolare. Guardiamoci intorno, leggiamo, chiediamo a chi ci è vicino e a chi non conosciamo e ritroveremo qualcosa che “Prima non c’era e ora c’è”.
Nel paese le esperienze di Sovranità Popolare nascono, falliscono e rinascono e poi falliscono e sono tutte da diffondere e ammirare.
In questo tempo folle e meraviglioso, dove si protesta per la società della sorveglianza e contemporaneamente si fa la fila per l’acquisto dell’ultimo smatphone, mi rivolgo a voi “andate a zappare” nel senso utile buono della Sovranità territoriale.
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