di Renato Napoli
Se fossero dodici potrebbe essere comprensibile, ma a nostro avviso, almeno su questo tema sono solo tre.
Che siano insormontabili?
In un recente articolo abbiamo parlato del Registro Pubblico delle Opposizioni (RPO)
Il registro, in origine un servizio che era riservato alle sole utenze presenti negli elenchi telefonici pubblici, è stato esteso a tutti i numeri nazionali riservati, telefoni, fissi e cellulari, di chi non vuole essere chiamato dai call center. Ricordiamo anche che il Registro delle Opposizioni non è altro che un database dove vengono raccolti tutti gli utenti che esprimono la volontà di non essere contattati da operatori di telemarketing.
[https://www.sovranitapopolare.org/2023/07/18/garante-della-privacy-in-tre-atti/]
Come abbiamo scritto è un pubblico registro che contiene i numeri di telefono, fissi e cellulari, di chi non vuole essere chiamato dai call center e che tale registro è gestito da una Fondazione (ndr non la menzioniamo ma potrete rinfrescarvi la memoria nel link [https://www.fub.it/chi-siamo/]).
Coloro che si sono iscritti hanno espresso la volontà di annullare anche i consensi precedentemente rilasciati, tranne quelli con i gestori delle utenze e quelli che saranno autorizzati dopo l’iscrizione. Con il nuovo servizio l’OPERATORE deve consultare mensilmente il RPO prima di svolgere le proprie campagne pubblicitarie tramite telefono. Quando ci si è iscritti al Registro abbiamo anche espresso la volontà di non ricevere alla pubblicità cartacea, nel caso l’indirizzo sia presente negli elenchi telefonici pubblici.
Dobbiamo anche sapere che la maggior parte dei call center lavorano in sub-fornitura proprio di call center più grandi, i quali in questo modo riescono a sottrarsi alle possibili sanzioni.
La maggior parte degli iscritti, tuttavia, continuano a ricevere chiamate di telemarketing. Queste chiamate violano i termini previsti dal Registro Pubblico delle Opposizioni per la quasi continuativa impossibilità di individuare chi pratica in modo illecito questa attività. Infatti i gestori dei servizi di telemarketing ricorrono a centralini la maggior parte delle volte situati in altre nazioni anche al di fuori della Comunità Europea, con triangolazioni che sono quasi impossibile individuare, cambiando anche continuamente numero telefonico. Con tale espediente è quasi impossibile scovarli e comminare adeguate sanzioni.
Sarebbe interessante conoscere, in modo più approfondito, il motivo per cui tali operatori riescono ad aggirare la disposizione governativa oltre a quello menzionato sopra.
Gli operatori che non hanno rispetto per tale volontà espressa dai cittadini dovrebbero avere sanzioni comminate dal Garante, ma questo pare non possa intervenire proprio per la mancata individuazione.
Pare evidente che la loro operatività sia basata sulla mancanza di efficacia da parte del Garante della privacy sul sanzionare quindi non scoraggiando in tal modo la pratica di telemarketing rispetto alla nostra normativa in vigore.
Siamo a conoscenza che se ne potrà parlare in prossimi incontri che si svolgeranno, speriamo, con il Ministro delle Imprese e del Made in Italy. A quanto si apprende lo stesso Ministro incontrerà il Presidente dell’Autorità per le Comunicazioni e il Presidente dell’Autorità Garante per la Privacy.
Il tema che si propone l’incontro è quello di intensificare gli interventi per contrastare gli abusi, definire quali potranno essere la misure adeguate per far sì che tutti gli operatori e i gestori di servizi si attengano ai termini dell’RPO.
Un obiettivo non molto concreto in discussione, tuttavia la speranza è quella di tenere aggiornati i nostri lettori con le novità che potranno essere messe in discussione per la mancata applicazione della norma in vigore.
Quali potranno essere le misure per far sì che tutti gli operatori e i gestori di servizi si attengano ai termini del Registro?
Tutto da verificare. Infatti, ad ora, i risultati non sono confortanti.
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