La rinascita di Auroville

Auroville - India

di Danilo Dangelo

Qualche tempo fa scrissi un articolo dal titolo “L’esperimento di Auroville” dove portavo alla luce la difficile situazione che questa comunità sta vivendo. Le cause di questo disagio sono descritte nell’articolo menzionato e, per brevità, non starò a ricordarle ora; chiedo ai gentili lettori di prendere quell’articolo come riferimento.

Qui dirò solo che l’esperienza più che cinquantennale di questo interessante esperimento rischia di terminare bruscamente a causa sia dell’ingerenza del governo indiano attuale presieduto dal Primo Ministro Narendra Modi, leader del partito Barathiya Janata Party, che per l’opposizione da parte di una frangia alquanto estremista di aurovilliani che si opponevano all’abbattimento di alcuni alberi e di edifici da loro costruiti su quella parte del territorio di Auroville che il progetto originale destinava alla costruzione della città in accordo al Masterplan, una zona di servizi concentrica che collegherebbe le quattro zone in cui la comunità è suddivisa.

A distanza di alcuni mesi la situazione sta cambiando grazie ad alcuni eventi legati direttamente alla comunità e ad altri più indiretti, ma comunque importanti per il futuro di Auroville e dei suoi abitanti.

Ho chiesto, quindi, ad un residente di Auroville che ho intervistato nell’articolo precedente, di fare il punto sulla situazione attuale.

«Auroville ha sempre rappresentato agli occhi di molti qualcosa di speciale; ma come in tutte le forme di esistenza c’è una facciata, c’è una realtà dietro la facciata e, negli esseri umani, c’è anche l’ombra. Ed è importante quello che in psicologia si chiama “shadow work”, cioè lavorare con l’ombra, incontrare l’ombra.

Questo è un lavoro che Auroville, nel passato, è sempre riuscita a rimandare, mentre è un lavoro estremamente necessario, perché dal punto di vista dello Yoga, Auroville rappresenta un’azione fisica di un certo tipo di lavoro, di una certa aspirazione che a molti può sembrare utopica, ed è sicuramente un’avventura nell’ignoto che, come in tutte le avventure,  non dispone di protocolli, non ci sono manuali semplicemente perché non ci sono precedenti, se non quelli falliti.

Per cui sappiamo molto bene cosa non fare, ma non altrettanto cosa fare.

Auroville è aperta ad ogni tipologia umana, ad ogni tipo di psicologia umana e se questo la fornisce di un grande potenziale, è anche vero che rende la situazione estremamente complicata nella sua gestione pratica. Per esempio è alquanto complicato e difficile stabilire chi faccia yoga integrale o meno, chi è in linea e chi non lo è.»

Su cosa sia lo Yoga integrale di Sri Aurobindo rimando il lettore ai vari testi ed articoli al riguardo, accenno solo che questo tipo di yoga è il modo di portare la coscienza “sopramentale”– che va al di là, cioè, della mente razionale – in ogni aspetto della vita pratica, quotidiana.

«A meno che non ci si basi su parametri molto concreti e quindi regole, leggi. Perché, in quel caso, sarebbe facile stabilire chi rispetta le regole e chi no. Però le linee guida interiori, i comportamenti, le attitudini sono veramente difficili da tracciare; creare un nuovo rinascimento, una nuova umanità è molto complesso. Solitamente le culture si sono sempre basate su tre strumenti per controllare i comportamenti umani: la paura, il senso di colpa e la vergogna o disonore.  La paura in genere appartiene più ai mondi africani: lì le persone si comportano bene perché hanno paura che qualcuno gli possa fare del male o che uno spirito li possa possedere o altro. In Occidente vige il senso di colpa imposto dalla struttura cristiana e tendiamo a comportarci bene perché altrimenti ci sentiremmo in colpa. In Oriente contano di più la vergogna e il disonore, esempio estremo sono i samurai che preferivano la morte al disonore. Ed anche qui in India le persone tendono a comportarsi in un certo modo perché non possono rischiare di disonorare la famiglia o la casta, in quanto per loro sarebbe la morte sociale.

Questi tre generi di culture non hanno ancora trovato un amalgama e qui ad A. si incontrano tutti.  Quello che per me va bene per un asiatico o un africano potrebbe essere inaccettabile. Siamo in una fase in cui questo processo di amalgama alchemico sta accadendo; infatti, negli aurovilliani di terza o quarta generazione si vede che nasce qualcosa di nuovo. Ma questo processo dovrebbe essere facilitato da un lavoro di trasparenza radicale che non è mai stato incentivato, perché senza trasparenza è difficile avere fiducia, senza fiducia sono tutti sulle difensive e ognuno pensa alla propria sopravvivenza invece che al bene comune. Inoltre non è mai stato creato uno spazio sicuro dove poter esprimere se stessi, i propri dubbi, le proprie colpe e i propri comportamenti. Benché Auroville si professi come un laboratorio evolutivo anche a livello sociale, certi comportamenti da bottegaio come lo scandalizzarsi, lo sparlare, il puntare il dito, sono ancora connaturati nel il carattere di molti. Il gusto del pettegolezzo è piuttosto sviluppato e per questo non c’è uno spazio sicuro dove condividere le proprie esperienze fallimentari. Si viene facilmente etichettati, pertanto non ci si senti sicuri a mostrare la propria ombra che inevitabilmente emerge. C’è ancora la tendenza a colpevolizzare e a sentirsi colpevolizzati, per cui uno si tiene le cose dentro e si difende.»

Cosa intendi con “spazio sicuro”?

«Lo “spazio sicuro” di cui parlo è una questione psicologico – sociale – culturale: se prevale un’atmosfera di pettegolezzo grossolano, le persone non si sentono sicure nell’esporre i propri errori e tendono a confinarsi nella loro brillante facciata, coltivando i difetti ed i vizi in segreto.

Per via di questa atmosfera sono sempre tutti sulla difensiva, ci si ritrova in quella fase psicologica chiamata “denial” in cui si nega e si prede le distanze da una parte di noi considerata sconveniente. Quando uno si espone, inconsciamente l’intera comunità scarica sul capro espiatorio tutta la propria ombra e cerca di fare espiare l’ombra di tutti ad una sola persona su cui si concentra la malevolenza. E’ un antichissimo fenomeno che i greci chiamavano “pharmakom”: uno si accolla i peccati di tutti e lascia il villaggio. Succede ovunque esista l’essere umano, ma ad Auroville la cosa è più evidente perché qui c’è un tentativo di rendere cosciente la società e questo tipo di processi psicologici inconsci sono grandi ostacoli.

Quando una persona si apre sa che si espone a questo rischio, per cui preferisce nascondere la propria ombra. Questo ha creato una impasse storica ed è stato messo tutto dietro alla facciata di A. e dietro ai suoi valori, ma poi, come tutti i bubboni, prima o poi raggiunge dimensioni intollerabili. Questo è successo in corrispondenza alla salita al potere di un governo che è poco tollerante verso certi comportamenti. Per cui la combinazione di queste cose ha fatto uscire l’ombra di A. e l’ha fatta uscire in un modo inaspettato, tanto che ad alcuni sembra non esserci modo per sopravvivere a questa crisi e molti stanno vivendo nel panico.

Recentemente, però, il BJP ha perso le elezioni nello Stato del Karnataka, con una sconfitta senza precedenti. Pertanto potrebbe essere problematico per il governo conquistare i voti in Tamil Nadu. Questa è una svolta inaspettata non solo per il risultato, ma per la schiacciante preferenza riservata al partito del Congress. Pertanto, per il BJP, le priorità ora sono altre piuttosto che occuparsi di noi e questo risultato arriva in corrispondenza con un ammorbidimento delle polarità più estreme all’interno di A. Ultimamente ci sono sempre più iniziative di mediazioni tra le polarità, anche a livello quotidiano. Si sta cercando di trovare una via comune, perché si è presa coscienza che far finta di niente e mettere i problemi sotto il tappeto non è la via dell’essere umano del futuro. Come anche si è capito che queste imposizioni con l’accetta di strutture imposte dall’alto senza coinvolgere la popolazione, sono totalmente antidemocratiche; perché se è vero che Sri Aurobindo e la Madre hanno sempre detto che la democrazia non è lo strumento ideale, è anche vero che la si deve sostituire solo nel momento in cui si trovasse uno strumento migliore, non tornando a sistemi fallimentari già sperimentati.

Quindi si è preso coscienza che bisogna fare un lavoro di pulizia interna e questo è parte proprio dell’integrità umana; dall’altro lato le contingenze sono tali che la pressione del governo si dovrebbe ammorbidire, perché ora hanno altro a cui pensare.»

Non pensi che questo allentamento dell’attenzione da parte del governo indiano rischi di far tornare tutto come prima ad Auroville? È frequente, nell’essere umano, correre ai ripari quando le cose si mettono male e tornare sulla vecchia comoda via quando il pericolo è passato.

«Questo momentaneo allentamento da parte del BJP non deve farci pensare che si possa continuare come abbiamo fatto finora. Tra le polarità estreme al nostro interno ci sono tante sfumature e ci sono tanti aurovilliani, diciamo persone moderate con una provata rettitudine morale, che hanno pagato caro il fatto di aver permesso ad alcuni gruppi di fare quel che volevano, perché alla fine ha pagato tutta la comunità. Persone che si sono sempre astenute, tenute in una posizione neutrale, ma che alla fine hanno pagato un prezzo carissimo; molti se ne sono andati, molte famiglie si sono divise, molti hanno perso la gestione della unit, molti non hanno più ricevuto il visto. Perché questo governo fa di tutta l’erba un fascio e taglia tutto, non sta a guardare chi si è comportato bene e chi no. Quindi le persone con integrità hanno capito che sta anche a loro non permettere che questo succeda di nuovo e non si può permettere che persone con una moralità ambigua abbiano posto in luoghi che offrono il destro per un abuso di potere per perseguire i propri interessi.

Questo ci ha portato, dato che ci conosciamo tutti, a fare i nomi e cognomi di chi non potrà più rivestire questo tipo di cariche. Questo è un processo che è in corso, ma allo stesso tempo non vogliamo fare una rivoluzione francese dove tagliare teste. Molti hanno rivestito posizioni di potere con buone intenzioni, ma poche persone sono in grado di gestire il potere, ci vuole pulizia interiore, ci vuole il controllo sull’ego, è il risultato di un lungo lavoro dove si sono smussate le proprie preferenze, i propri disgusti, le proprie amicizie, le proprie abitudini. E anche ad A. sono poche le persone che sono in grado di assumere certe posizioni senza il rischio di venirne corrotti. Come collettività ne abbiamo pagato un prezzo piuttosto alto. E stiamo iniziando delle attività per aiutare le persone a raggiungere un livello tale tramite laboratori e seminari sulla gestione di certi ruoli di responsabilità e potere, mentre prima A., paradossalmente, era arrivata ad una posizione dove c’era una collusione tra potere e irresponsabilità perché A. era protetta dal governo. Naturalmente questo attirava tante persone con intenzioni poco pulite.

Molti occidentali avevano creato delle piccole isole di benessere e usavano Auroville anche per comprarsi proprietà private, si passavano la gestione delle unit da padre in figlio, mentre ad A. non esiste il concetto di eredità. Alcuni di loro se ne sono andati; altri, come gli indiani locali, stanno cercando di battere sul tasto del razzismo, dicendo che gli stranieri ce l’hanno con i Tamil, così come gli indiani del nord e hanno, quindi, una tendenza al vittimismo e accusano gli occidentali di avere un atteggiamento colonialista. Ma è tutto fatto per deviare l’attenzione sul fatto che alcuni fondi sono stati usati per pagare le scuole dei figli, per esempio.»

Già quando ci siamo incontrati la volta scorsa era venuto fuori questo argomento: come si può fare per evitare che individui simili si infiltrino in Auroville?

«C’è bisogno di applicare dei filtri all’ingresso delle persone in A. Il problema è stabilire chi dovrebbe sovraintendere a questi filtri. I filtri potrebbero essere le linee guida della Madre. All’inizio lei aveva uno standard molto alto, ma col tempo ha dovuto abbassare l’asticella, rendendosi conto della fragilità degli esseri umani che si proponevano per far parte di A. Chi è veramente desideroso di far parte di A. dovrebbe avere, come minimo, tutta la volontà per cercare di creare un mondo nuovo e uscire da tutte le abitudini culturali, dai giochi di potere ecc.

La mia esperienza, e quello che propongo, è che dovremmo riprendere tutte le linee guida della Madre e quando una persona arriva ad A. dovrebbe non solo averle lette, ma assorbite e dovrebbe dimostrare di far di tutto per rispettarle, altrimenti deve essere pronto alle conseguenze, che possono essere di varia natura a seconda della gravità dell’atto. Contemporaneamente penso siano necessari dei paletti minimi di comportamento; per esempio, prima di tutto siamo in India ed è necessario rispettare le leggi indiane e chi trasgredisce le leggi indiane non si deve aspettare lo scudo protettivo di A., deve pagarne il prezzo da solo, senza coinvolgere la comunità. Ognuno di noi è tenuto, nel caso s’imbattesse in qualcuno che infrange le regole, a farne rapporto alle nostre autorità, mentre prima c’era la tendenza a chiudere un occhio e a sotterrare tutto. Nei mesi passati abbiamo pagato il prezzo proprio di questa tendenza e ora ci si rende conto che è il momento di cambiare aria. In queste situazioni ci sono gli estremisti che vorrebbero fare piazza pulita di molti e chi invece vorrebbe capire a fondo il perché di certi comportamenti, che come ti dicevo prima, è il lavoro sull’ombra, che non è mai stato fatto perché tutti vivevamo nella facciata di A. e tutto il mondo ci applaudiva per gli aspetti positivi esteriori. Quindi, personalmente, penso che questa sia stata un’esperienza dolorosa, ma che ci aiuterà a crescere e migliorare.»

Devo dire che mi stai dando delle buone notizie. Non credevo che la situazione potesse migliorare in così pochi mesi.

«Da quando ci siamo sentiti l’ultima volta l’atteggiamento del gruppo di aurovilliani che ha fatto resistenza al governo indiano è alquanto cambiata. Questo è dovuto al fatto che hanno perso entrambe i processi che hanno intentato contro il governo in sentenza definitiva della Cassazione e anche chi simpatizzava per loro ora ha preso le distanze per avvicinarsi ai moderati. Quindi c’è stata sia una presa di coscienza da parte di alcuni e contingenze che hanno spinto all’evolversi della situazione.

Per inciso, per fortuna che hanno perso i processi, soprattutto quello che intendeva far riconoscere Auroville come foresta, ignorando che se questo fosse successo avremmo perso A. per sempre, perché in India le foreste sono tutte gestite direttamente dal governo e nessuno ci può vivere. Per proteggere gli alberi piantati da loro sulla strada progettata fin dall’inizio hanno fatto correre a tutta la comunità il rischio di vedere chiusa A. Quindi per fortuna che questo processo è stato perso!»

Le coincidenze della vita: ho appena finito di scrivere un articolo dove, tra le altre cose, dico che molte buone intenzioni, se non vagliate attentamente, ottengono risultati opposti allo scopo prefissato.

Comunque mi fa sempre specie pensare che all’interno di Auroville ci possano essere persone simili.

«Tutti gli yoga e le filosofie del passato tendono a spingere la mente e la coscienza verso l’alto, in dimensioni spirituali, ad avere una overdose di bellezza, unità, luce, amore, ecc. tali da non interessarti della “natura inferiore”. Molti dicono: “Tutto è uno, perché vogliamo migliorare questo mondo quando la natura è già perfetta, anche se noi non lo avvertiamo?” e altre cose simili. Lo yoga integrale comincia dove gli altri finiscono perché ammette una perfezione in essenza, ma poi questa perfezione va riportata nel mondo quotidiano per una trasformazione, perché questo mondo non è un’illusione, ma la concretizzazione dello spirito perfetto. Tutte le qualità dello spirito devono essere incarnate concretamente sia nel singolo che nella società.

Quando parliamo di altre forme di yoga e di filosofia sappiamo che il tema di come percepire l’unità del tutto è stato già ampiamente trattato, addirittura ci sono manuali che mostrano come prendere coscienza di ciò, ma poco ci dicono su questo che chiamo “lavoro di discesa” intendendo il portare nella vita di tutti i giorni questa consapevolezza. Per cui siamo tutti pionieri davanti a questa esigenza. Penso che questo lavoro ognuno lo debba sperimentare attraverso il proprio vissuto, la propria cultura e non ci possa essere una via unica per tutti, proprio per le differenze culturali che esistono tra di noi.

Quello che stiamo sperimentando ad A. è un nuovo modo di vivere, non solo, ma anche un nuovo modo di intendere il vivere in comune, l’amore, il denaro, e nessuno di noi sa come si fa; per cui non solo è naturale sbagliare, ma è il mezzo attraverso il quale impariamo e il tuo errore va condiviso, perché questo potrebbe aiutare gli altri a non commettere lo stesso errore. Il fatto è che nemmeno gli aurovilliani si sentano pronti ad essere trasparenti e sinceri con gli altri e con se stessi perché ancora si sentono legati alla facciata che A. ha mostrato finora al mondo e non vogliono far vedere che, in realtà, siamo fatti della stessa pasta di tutti gli altri esseri umani, che ci teniamo strette le nostre debolezze e questi comportamenti prima o poi vengono alla luce, non si può mentire all’infinito, ed è quello che sta avvenendo ad A.

Questo deve essere il momento, l’occasione, per elaborare un sistema in cui si prenda coscienza del fatto che l’essere umano commette errori e li mette a disposizione di tutti, con gli onori che gli verranno attribuiti dal resto della comunità e non con la paura di far sapere all’esterno che anche noi siamo come tutti gli altri e temendo che questo fermi gli aiuti economici che ci arrivano dall’esterno.»

Queste ultime parole dovrebbero far riflettere, soprattutto chi crede di poter cambiare il mondo senza prima guardarsi dentro.

Auroville esiste dal 1968 ideata da Sri Aurobindo e fondata da Mirra Alfassa, conosciuta come la Madre, che pensavano ad uno spazio in cui gli uomini potessero evolversi spiritualmente e materialmente, sollevati dagli obblighi e dalle imposizioni della vita incosciente. Questo spazio è stato creato dal nulla, riconosciuto da tutte le nazioni e i governi del mondo e dall’UNESCO. Da oltre cinquant’anni uomini e donne provenienti da tutto il mondo stanno cercando di far nascere una nuova umanità, un nuovo modo di intendere la vita su questo pianeta, sapendo che ciò sarà possibile solo passando attraverso una presa di coscienza interiore, un’evoluzione spirituale.

Eppure, anche in un contesto simile, come avete letto ci si imbatte in difficoltà dovute al fatto che molte persone, nonostante facciano parte di una realtà così nobile, non hanno ancora il coraggio o, se volete, la coscienza di fare prima i conti con loro stessi.

Spero che le difficoltà incontrate in questo frangente dagli aurovilliani facciano riflettere i sostenitori di un cambio di paradigma che possa avvenire solo tramite la politica.

 

Abbonati alla rivista

Sovranità Popolare è un mensile, 32 pagine di articoli, foto, ricerche, analisi e idee. Puoi riceverlo comodamente a casa o dove preferisci. E' semplice, iscriviti qui.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*