Una sceneggiatura per tre registi

La battuta: un imprenditore ucraino ideatore del sabotaggio al Nord Stream

Sabotaggio Nord Stream e fuoriuscita di gas nel mare

di Maurizio Torti,

Barche e rotte misteriose nelle indagini sul sabotaggio del gasdotto Nord Stream.

Secondo media tedeschi, una barca a noleggio che ha lasciato Rostock, in Germania, è sospettata di essere collegata alle esplosioni dei gasdotti Nord Stream 1 e 2, secondo.

I pubblici ministeri in Germania confermano che la barca è oggetto di indagini ma è stata distrutta e non è possibile confermare se a bordo ci fossero tracce di esplosivi, notizia apparsa in alcuni media europei.

Secondo i canali televisivi tedeschi ARD e SWR e il quotidiano Die Zeit, la barca è stata vista lasciare il porto di Rostock nella Germania orientale il 6 settembre. La barca è stata noleggiata da una società registrata in Polonia, di proprietà di due ucraini.

Poco prima del resoconto dei media tedeschi, anche il New York Times ha pubblicato un articolo sulle esplosioni. Il giornale scrive che “fonti certe” hanno affermato che dietro le esplosioni c’è un gruppo filo-ucraino, ma allo stesso tempo sottolinea che le informazioni sono vaghe. Non si sa nulla delle persone del gruppo o per conto delle quali avrebbero agito.

L’articolo cita il procuratore svedese Mats Ljungqvist, responsabile delle indagini da parte della Svezia che a fine febbraio ha escluso le responsabilità russe lasciando intendere che il crimine non è mai quello che sembra.

Sempre secondo i media tedeschi, la barca avrebbe dovuto avere a bordo sei persone: un comandante, un medico, due sommozzatori e due persone che hanno assistito i sommozzatori. Le loro identità o nazionalità non sono note e si dice che abbiano usato passaporti falsi quando la barca è stata noleggiata.

Come si può affermare l’utilizzo di passaporti falsi senza conoscere le generalità dello stesso passaporto?

La sceneggiatura va oltre e ricostruisce le rotte misteriose percorse dalla barca fantasma.

La barca dopo la partenza dal porto di Rostock è stata vista a Wieck, vicino all’area in cui i gasdotti sono molto vicini alla terraferma a Greifswald e poi a Christiansö a nord-est di Bornholm.

Dopo che la barca è stata restituita al locatore, di cui non si conosce il nome, i media tedeschi non dicono quando sia successo ma a bordo, gli esperti, avrebbero scoperto tracce di esplosivo.

L’ufficio del procuratore generale tedesco ora conferma, in una dichiarazione scritta alla svedese Radio Ekot, che la barca è stata oggetto di indagini alla fine di gennaio. Si sospettava che fosse stata utilizzata per il trasporto di esplosivi e ritrovata sull’isola danese di Christiansø vicino a Bornholm

L’indagine sui ritrovamenti sulla barca non è completa, non è quindi possibile determinare se il sospetto di esplosivi fosse vero o meno. Il Procuratore generale afferma che l’indagine continua e che non è possibile dire nulla su chi o quale, o se uno Stato, sia dietro le esplosioni.

La stampa svedese nelle ultime ore è molto concentrata e aggiunge alla sceneggiatura la mappa con le rotte misteriose della barca con sei uomini misteriosi ma che tutti ne conoscevano le loro professionalità, un medico, due sommozzatori, un comandante e due non meglio precisati accompagnatori.

Sabotaggio Nord Stream mappa e rotta della barca fantasma

La prima parte della sceneggiatura è firmata del NYT, poi i media tedeschi, in prima battuta riprendono integralmente la versione del NYT, mentre la stampa, in modo particolare del nord Europa, Svezia e Danimarca fanno eco alle news del NYT. Ad intervallo di poche ore, la stampa tedesca diffonde note importanti, scrive Die Zeit: “la barca dopo il ritrovamento è stata distrutta, nota diffusa da un servizio di intelligence “occidentale” dopo aver notificato alle controparti nei paesi partner in Europa che un’unità di commando ucraina potrebbe essere stata responsabile.

Si aggiunge al settimanale Die Zeit il canale pubblico ARD che ripete integralmente quanto riportato da tutti i media tedeschi.

Il mandante del sabotaggio del Nord Stream è ancora sconosciuto e il NYT poche ore fa corregge le sbavature a seguito delle dichiarazioni tedesche:

“Le nazionalità dei sei autori non sono note, ma secondo il New York Times, sono cittadini russi o ucraini, o un misto dei due. Secondo il quotidiano, il gruppo potrebbe essere stato composto da oppositori del leader russo Vladimir Putin.

Tuttavia, Mychajlo Podoljak, alto consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelenkyj, definisce queste informazioni “teorie del complotto” e nega il coinvolgimento dell’Ucraina definendo incidente il sabotaggio del Nord Stream attraverso una dichiarazione diffusa dall’account twittato

“L’Ucraina non ha nulla a che fare con l’incidente nel Mar Baltico e non ha informazioni sui gruppi di sabotaggio ‘pro-ucraini'”

A questo punto della sceneggiatura si fa avanti il The Times introducendo un nuovo personaggio “Mister Wolf il risolutore”, scrive il The Times 

con un articolo firmato da Maxim Tucker: “Una settimana dopo l’esplosione del gasdotto Nord Stream, il personale di una delegazione scandinava a Bruxelles è uscito dal briefing di intelligence impressionato dal livello di dettaglio ricevuto così presto dopo l’esplosione.

A quanto pare, i loro servizi segreti non hanno detto che l’attentato è stato compiuto dagli americani, dai russi o dai polacchi, ma da un’impresa privata originaria dell’Ucraina. È stato detto loro che questo non sarebbe stato reso pubblico e di sviare qualsiasi domanda sul perché l’indagine ufficiale sulla distruzione dell’oleodotto russo-tedesco stesse procedendo così lentamente.

Il nome del presunto sponsor privato, un ucraino non affiliato al governo del presidente Zelensky, circolava da mesi negli ambienti dell’intelligence, ma non è stato rivelato.

I funzionari della NATO, a quanto pare, volevano nascondere all’Occidente cosa era accaduto e chi avrebbe compiuto l’attacco al Nord Stream per proteggere l’Ucraina.

La morale della sceneggiatura, ne vedremo presto il lungometraggio, non sembra mettere in bella luce gli amici ucraini, discolpa i cugini ma non sembrano bastare le dichiarazioni dei funzionari della presidenza Zelensky.

Titoli di coda

Chi ha investito nella costruzione del gasdotto Nord Stream 1?

Sono cinque le società: Gazprom international projects LLC (PJSC Gazprom subsidiary), Wintershall Dea AG, PEG Infrastruktur AG (E. ON), N.V. Nederlandse Gasunie and ENGIE

Chi ha investito nella costruzione del Nord Stream 2?

Gli investitori sono European Energy Companies Engie, OMV, Royal Dutch Shell, Uniper e Wintershall DEA.

Per ora è il “The end” della storia del Nord Stream 1 e 2.

Le riparazioni sono possibili ma Mosca non riparerà il gasdotto Nord Stream. “Non ci sono prospettive di miglioramento delle relazioni con l’Occidente”. Al momento si dovrebbe quindi procedere con un intervento per sigillare il gasdotto e rivestirne i tubi evitando così la corrosione causata dall’acqua marina. condutture rotte, sarebbero state almeno conservate per una possibile riattivazione in futuro. Un portavoce della tedesca E.ON che detiene una partecipazione in Nord Stream ha dichiarato: “A nostra conoscenza come azionista di minoranza, non è stata presa alcuna decisione, né a favore né contro il ripristino della linea”

Le storie dei media sul Nord Stream sono molto fantasiose come questo ultimo film, suggeriamo la lettura https://mronline.org/2023/02/10/how-america-took-out-the-nord-stream-pipeline/

Il giornalista e scrittore Seymour Hersh, vincitore di numerosi premi incluso il Pulitzer con il suo articolo preoccupa molto l’Occidente e promette ulteriori news.

Letture suggerite:

Nuova fase del conflitto: verifica dei danni e riduzione degli effetti negativi

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