di Alberto Melari
Questo ultimo periodo storico è stato, per chi voleva vederlo, uno straordinario rivelarsi di distorsioni di pensiero presenti nelle masse in maniera, direi, drammatica.
Drammatica perché il diventare consapevoli di quante storture si annidino nell’immaginario collettivo dà una misura di quanto valori come democrazia, diritti, senso del vero e molto altro siano in uno stato di costante pericolo.
Un pericolo che può riguardare tutti. Anche chi è cosciente di quelle distorsioni e non le coltiva.
Nel periodo della pandemia ha avuto un’enorme importanza la figura del medico. Ai medici molti si sono rivolti per capire cose fare, se fosse bene adeguarsi o meno alle indicazioni che provenivano dall’alto (uso questo piccolo giro di parole per evitare la parola “vaccino” divenuta ormai stomachevole a chiunque)
Parliamo dunque della figura del medico.
Le discipline che si occupano della tutela della salute umana sono due.
Una è la medicina.
La medicina si occupa di diagnosticare un’eventuale malattia in un individuo e di realizzarne la cura. L’oggetto dell’osservazione della medicina è il singolo individuo sul quale agisce direttamente operando caso per caso.
L’altra disciplina è l’igiene.
L’igiene non si occupa di curare malati, ma di prevenire malattie in individui sani. Non agisce sui singoli individui ma sulle masse. Un classico esempio di azione igienica è la disinfezione delle acque pubbliche. Dai nostri rubinetti escono acque senza sostanze chimiche nocive e biologicamente pure (senza batteri) grazie ad azioni igieniche.
L’igiene, diversamente dalla medicina, non valuta i suoi risultati sui singoli individui. Ma per capire l’efficacia di un’azione igienica bisogna valutare delle statistiche. In parole più semplici produrre e interpretare dei grafici.
La vaccinazione è una norma igienica, non medica. Perché opera su individui sani a livello di massa, e la sua azione si valuta a livello statistico. In altre parole, l’esperienza media di un medico (abituato ad agire sui singoli individui) non è in nessun modo adeguata alla valutazione dell’efficacia di un vaccino.
Pertanto, chiedere ad un medico (che non ha un’esperienza specifica) valutazioni su un vaccino non ha nessun senso.
Il medico tuttavia, la stragrande maggioranza delle volte non si sottrae ad offrire la propria opinione. Non per competenza, ma per perpetuare quella comodissima percezione che l’uomo medio ha della sua figura.
L’uomo di scienza viene sempre percepito come un portatore di verità, o comunque come un esperto ad ampio spettro.
Ricordo di interviste fatte a Veronesi in cui venivano chieste al professore opinioni in merito alla pace nel mondo. Avendo Veronesi fatto un’intensa ricerca per la cura del cancro, veniva percepito come un salvatore dell’umanità, quindi un uomo stante in uno stato etico superiore.
A Margherita Hack venivano chieste opinioni sull’esistenza di Dio.
Naturalmente, questi personaggi, non si sono mai sottratti a queste domande. Se la Hack fosse stata intellettualmente onesta avrebbe dovuto dire – Io non credo in Dio, ma sono solo un astrofisico. Se volete un’opinione autorevole su questo argomento rivolgetevi ad un filosofo.
Allo stesso modo l’oncologo Veronesi era un uomo che faceva ricerca. Analizzava i freddi dati uscenti da esperimenti scientifici. Cosa avrebbe dovuto saperne di guerre, di rapporti politici internazionali e di etica politica o di qualunque altro tipo?
Nel mio piccolo posso dire di aver assistito a percezioni distorte di questo tipo persino nel piccolo paese dove vivo che si trova in Umbria. Qualche anno fa, quando ero studente di biologia, alcuni paesani se ne andavano in giro con un bastone con cui portavano un serpente morto. Mi venne detto che si trattava di una vipera. Io, visto l’animale e conoscendo molto bene i serpenti, smentii l’affermazione indicando in modo preciso il nome della specie a cui apparteneva il povero animale (con tanto di nome comune e nome scientifico). Mi venne detto che quello che dicevo era sbagliato perché il Professor L., un famoso medico che viveva lì, aveva detto che si trattava di una vipera.
Il parere di un dermatologo (che avrebbe dovuto sottrarsi a quella consulenza dichiarandosi incompetente … e non lo ha fatto … come avviene sempre) valeva più di quello di un giovane studente di biologia fresco di studi specifici su quell’argomento.
Questa è la massa. Questa la sua percezione della realtà. Questa la sua capacità di accedere alla verità.
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