di Alfonso Navarra
“Questa manifestazione è una beffa. Una passerella che non permette cartelli contro la NATO, che non chiede stop all’invio di armi all’Ucraina, che si limita ad una passeggiata stile CGIL e PD che non serve a nulla. Ci può andare pure Crosetto“.
Ho fatto presente alla nostra amica che noi, Disarmisti esigenti, partecipiamo, non entusiasti, per due motivi:
1) la manifestazione è stata di fatto sollecitata dal Papa, che consideriamo sincero nella ricerca di mediazioni diplomatiche che portino alla cessazione della guerra in corso (il “fate chiasso” che può supportare contatti dietro le quinte da parte della Santa Sede)
2) a Roma confluiranno decine di migliaia di persone, spinte per lo più a rassicurarsi come pacifiste: “Noi ci siamo ancora, ancora operanti siamo in tanti a gridare “pace, pace!” ed ecco il nostro vero volto, non schierato con la Russia solo perché aspiriamo alla pace; ecco la vera nostra identità di fronte al conflitto ucraino che ci interpella“.
Quindi c’è una DIMENSIONE POLITICA, che paradossalmente è quella dello Stato del Vaticano: il Papa, in quanto capo di uno Stato membro dell’ONU, può benissimo rivolgersi direttamente alla comunità internazionale sollecitando un suo ruolo attivo.
E c’è una DIMENSIONE ESISTENZIALE, quella dei pacifisti che devono rassicurare sé stessi sul fatto che esistono tuttora e che hanno una fisionomia reale che non è quella dei “traditori al soldo di Putin” e nemmeno quella dei suoi “utili idioti” (come spesso dipinti dalla grande stampa).
Questa seconda dimensione esistenziale è effettivamente incanalata in una iniziativa che non ha richieste neanche vaghe da avanzare al governo italiano. La cosa dovrebbe suscitare perlomeno perplessità: si fa un corteo centrale chiamando gente da tutta Italia concentrata a Roma che richiede uno sforzo organizzativo imponente, ma le istituzioni italiane non sono interlocutrici, ad esse gli organizzatori non chiedono nulla!
Non riusciamo ad arrivare al popolo, come vorremmo, ma invitiamo almeno i manifestanti, che arriveranno a decine di migliaia (una “avanguardia sociale” ampia), a riconvocarsi per FARE POLITICA DI BASE, cioè per porsi non come espressioni di sé stessi, della propria valorialità, del proprio orgoglio identitario, ma come strumento di servizio delle aspirazioni pacifiste della maggioranza del popolo italiano, finora non raccolte da nessuno, salvo piccoli tentativi di marketing che vediamo in corso.
Lo proponiamo, questo invito, attraverso uno striscione ed un volantino.
Quindi per noi sono certamente importanti i nostri contenuti, di cui siamo capitinianamente “persuasi”, ma in quanto strategicamente, POLITICAMENTE, si incrociano con quattro punti su cui gli stessi sondaggi effettuati dai “media con l’elmetto” dicono che ci sarebbe dietro la maggioranza dei cittadini e che al contempo sono da noi condivisi.
1) NO ALL’INVIO DI ARMI A KIEV (AI BELLIGERANTI)
2) NO ALL’AUMENTO DELLE SPESE MILITARI
3) NO A SANZIONI INDISCRIMINATE ALLA RUSSIA
4) DISARMO ATOMICO E DENUCLEARIZZAZIONE
Note della redazione
Non aderiamo alla manifestazione del 5 novembre
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