La sensazione precisa è che da parte degli agenti ci sia un sentimento di solitudine, la sensazione di essere ignorati dalle istituzioni, sentimento peraltro diffuso nella cittadinanza, del resto lo abbiamo scritto: gli operatori delle FFOO sono prima di tutto cittadini e lavoratori.
Certamente il lavoro di prevenzione e repressione del crimine è un lavoro usurante – soprattutto dal punto di vista psicologico – in particolare per gli operatori che lavorano “sul campo”, che sono per le strade.
Il livello di professionalità non può e non dev’essere affidato all’esperienza dell’agente, occorre formare soprattutto i giovani.
Sono presente in prima persona in particolare alle manifestazioni e vedo le dinamiche. E’ molto importante che la risposta degli agenti sia commisurata alla reale minaccia per l’ordine pubblico e per la l’incolumità degli agenti stessi. Le parole, sebbene in taluni casi anche aspre, non hanno mai ferito nessuno, non si dovrebbe rispondere con azioni fisiche, risposta che è sproporzionata. La mancanza di proporzionalità nella risposta in talune circostanze emerge non solo in alcune manifestazioni di piazza, ma anche in altre situazioni in cui operano gli agenti. Fatti di cronaca.
E’ importante che le FFOO non siano, nell’esercizio delle loro funzioni, sensibili al clima politico, ma siano super partes. L’unico “faro” dovrebbe essere l’Ordinamento, la tutela della cittadinanza, di tutta la cittadinanza, in base alle leggi e alle garanzie.
Gli operatori delle FFOO non possono e non devono essere lasciati soli dalle istituzioni, la solitudine dei cittadini, qualunque ruolo abbiano, è motivo di minaccia per la pace sociale, per la convivenza civile, per la qualità di vita di tutti.
Occorre quindi investire in professionalità, screening, vicinanza, su tutta la catena di comando. Investire con costanza e determinazione sulla professionalizzazione di tutti i nuclei, a partire dai giovani. Quando intervengono le Procure è troppo tardi ed è una sconfitta per lo Stato, per tutti quindi.
I suicidi sono tragedie dolorose che colpiscono le famiglie, i colleghi. Uno Stato indifferente a questi drammatici segnali è uno Stato che mette in pericolo i propri lavoratori.
E’ in primo luogo un aspetto di civiltà, di umanità, di senso di responsabilità
Tratto da: https://www.pressenza.com/it/2022/09/disagio-nelle-forze-di-polizia-la-solitudine-istituzionale/
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