Le attività ordinarie del governo Draghi non sono ferme, a Rimini, al meeting di CL pochi minuti fa ha delineato uno scenario preoccupate per il Paese ma senza rinunciare, rivolgendosi agli italiani, di diffondere “fiducia” con queste parole “L’Italia ce la farà con qualsiasi governo”, continua: “ci vorranno scelte rapide, decise, autorevoli, perché con l’autorevolezza si ottiene il rispetto”.
Il meeting di CL oramai da tempo è stato trasformato in un amplificatore di propaganda e anche pessima, la realtà la si legge dall’incapacità o dall’impossibilità della politica di ricercare e applicare soluzioni alle questioni importanti per il paese come per la speculazione sui prezzi del gas. Anche in questa occasione, Draghi continua a voler percorrere una strada in completa solitudine. La sua proposta è quella di applicare un tetto al prezzo del gas per tutta l’area europea, mentre i partiti italiani lo vorrebbero solo per l’Italia, probabilmente un obiettivo più semplice da raggiungere. L’immobilità nelle decisioni è totale e gli aumenti delle forniture di gas sta generando effetti terribili per le imprese e per le famiglie italiane.
Si scrive molto sulla questione gas, come abbiamo fatto da queste pagine ed è quindi necessario evidenziare le problematiche e chi realmente è causa di questa enorme speculazione per cui i media, in particolare quelli italiani, continuano, falsamente, a vedere nella Russia e in Gazprom la causa di tutti ma.
Negli ultimi 60 giorni del 2022 Gazprom ha diminuito il volume dell’export di gas naturale del 35,7% a circa 78 mld di metro cubico.
La maggiore riduzione del volume, pari a zero, si è abbattuta sul mercato elettronico ESP e non sui contratti pluriennali. La Russia ha ridotto ma ha mantenuto le quantità minime dei suoi contratti pluriennali incluso quello con ENI.
Dal 24 febbraio 2022 la Russia ha tagliato il gas completamente ai seguenti Stati: Polonia, Bulgaria e Finlandia, mentre ha ridotto le capacità di erogazione verso la Germania del 40% da maggio 2022 e da luglio al 20%, motivando questa seconda riduzione a problemi tecnici sul gasdotto.
Dall’altra parte, gli Stati dell’Unione Europea, complessivamente, hanno ridotto dal 40 al 20% l’import del gas proveniente dalla Russia.
Dal 2021 ad oggi cosa e da chi stanno acquistando il gas gli Stati europei?
L’import del gas russo viene sostituito dal gas liquefatto, acquistandolo sul mercato olandese del TTF, la quota del consumo è salita dal 17 al 37% e il prezzo del gas, al mercato olandese, è aumentato, da 20 a 300 per MWH (Megawatt-ora)
È assolutamente evidente, l’Unione Europea, negli ultimi 8 mesi del 2022, ha acquistato più gas rispetto al 2021, l’Unione Europea non ha acquistato meno gas, perché ha continuato a comprare gas anche da Gazprom, in maniera ridotta, certo, ha acquistato soprattutto le vendite tramite ESP a spot ma ha comprato tutto il gas liquefatto, LNG, trasportate da tutte le navi operative al mondo, risultato il prezzo non è sempre in aumento.
La strategia economica e di marketing di Gazprom è stata, lo è ancora oggi, intrisa di attenzione, prudenza, concentrata a non violare i termini dei contratti, in modo particolare con la Germania e l’Italia, azzerando solo le vendite sul mercato ESP, non regolato da contratti, e poi riducendo l’import per motivi tecnici. Le motivazioni possono essere anche non veritiere, la crisi, il conflitto sono parte integrante nelle relazioni diplomatiche ed economiche tra gli Stati ma Gazprom, si è limitata alla riduzione minima dell’import rispettando i contratti stipulati in precedenza.
Perché l’Unione Europea ha aumentato, raddoppiando gli acquisti di gas liquefatto proveniente dagli Stati Uniti? Perché anche l’Italia acquista il gas attraverso il mercato olandese del TTF? Perché l’Europa giustifica questa strategia come prevenzione a un possibile taglio completo dell’import di gas russo ma contemporaneamente vuole scegliere la strada di imporre un embargo al gas proveniente dalla Russia?
Dal dicembre del 2021, l’Unione Europea ha avviato una strategia per acquistare più gas possibile mentre la Russia ha continuato fino ad aprile del 2022 a fornirne gas in modo regolare, riducendolo solo dal mese di maggio.
Il volume totale del gas immagazzinato nell’Unione Europea negli ultimi 12 mesi è lo stesso degli anni precedenti
Non è difficile affermarlo, la speculazione sul prezzo del gas arriva dal mercato olandese, l’Unione Europea può disporre dello stesso volume di gas rispetto al 2021. Cosa è cambiato negli ultimi sei mesi? Solo l’import scegliendo e privilegiando un altro mercato.
Il prezzo al mercato olandese TTF è totalmente dissociato dai costi produttivi del gas, il metodo per la definizione dei prezzi è completamente condizionato del costante aumento delle coperture degli operatori finanziari nel momento in cui il gas viene stipato in una nave da trasporto. Ecco cosa fa lievitare i prezzi sempre più alti. Il costo alla produzione è molto basso tra gli estrattori di gas, altri processi di produzione incidono sul costo al consumatore, nel caso di quello proveniente dagli Stati UNITI, riesce ad essere basso nel momento in cui viene stipato nelle navi e a questo punto sono gli operatori finanziari che generalmente ne acquistano grosse quantità, ributtandolo poi sul mercato a prezzi molto elevati.
Anche sulla base di analisi più dettagliate, il risultato di quanto sta accadendo non solo è evidente ma sotto gli occhi di tutti gli esperti, di tutte le autority europee ma non c’è ad oggi alcuna reazione, nessuna misura per contenere o fermare la speculazione degli operatori finanziari. Nel nostro paese ad aprile il Sole 24 ore ha criticato molto la scelta di acquistare il gas liquefatto dagli Stati Uniti ma ha completamente ignorato la comparazione con quello russo.
Nell’ultimo trimestre del 2021, dunque, il prezzo del gas americano è stato di 415 dollari per mille metri cubi di gas immesso nella rete. Il prezzo dichiarato nello stesso mese dalla russa Gazprom è di 273 dollari. A fine dicembre 2021 il prezzo del gas in Europa ha toccato punte di 2100 dollari per mille metri cubi.
Nel 2021, gran parte della fornitura europea di gas naturale liquefatto (GNL) ha avuto origine negli Stati Uniti, dal Qatar e dalla Russia. Questi tre paesi rappresentavano quasi il 70% delle importazioni totali in Europa, secondo i dati di CEDIGAZ. Gli Stati Uniti sono diventati la principale fonte europea di GNL nel 2021, rappresentando il 26% di tutto il GNL importato dai paesi membri dell’Unione Europea (UE-27) e dal Regno Unito (Regno Unito), seguiti dal Qatar con il 24% e dalla Russia con il 20%. Nel gennaio 2022, gli Stati Uniti hanno fornito più della metà di tutte le importazioni di GNL. Nel gennaio 2022, le esportazioni di GNL dagli Stati Uniti verso l’UE-27 e il Regno Unito sono aumentate da 3,4 miliardi di piedi cubi al giorno (Bcf/g) nel novembre 2021 a 6,5 Bcf/g nel gennaio 2022.
Con un semplice calcolo la conclusione è sorprendente: gli Stati Uniti vendono gas liquefatto all’Europa, a 81 dollari x mBTU, Gazprom commercializza il gas a 2 dollari, rivendendolo negli Stati Uniti a 10 dollari, da evidenziare come alcune multinazionali, incluso l’ENI, comprino ora ancora gas da Gazprom, acquistandolo a 2,5/3,4 dollari.
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