Soldati nazionalisti ucraini si ritirano da Lisichansk

Sloviansk da dove tutto è iniziato nel 2014 non è stata ancora liberata

Strada principale verso Sloviansk

Non c’è stata molta resistenza, Lisichansk non è stato un fortino degli ucraini, in pochi giorni la ritirata rapida dal centro e dalle periferie della città, ora sotto il controllo delle forze della Repubblica LPR.

Le posizioni di difesa ucraine sono state abbandonate e in gran fretta ma da Kiev non vengono diffusi i numeri sui soldati arresi, feriti ed uccisi durante gli ultimi giorni.

La strategia militare ucraina non è comprensibile, l’unica attività militare è sempre concentrata sul bombardamento di case, scuole ed altri edifici pubblici nelle città del Donbass.

Tutta la regione del  è sotto il controllo della Federazione della Russia, quasi, Sloviansk da dove tutto è iniziato nel maggio del 2014 è ancora controllata dall’esercito ucraino e le notizie sono veramente poche e frammentate, oggi a seguito di non meglio precisati bombardamenti sono morte 6 persone.

A Lisichansk oltre alle bandiere della Russia e quella della liberazione, i cittadini rimasti in città sono in strada a ringraziare i soldati, dopo 8 anni non sono più perseguitati dal governo di Kiev, per tutti è una liberazione.

Le cronache di guerra lentamente finisco all’interno delle pagine dei giornali, terza o anche quinta, non aprono i tg e questa bassa attenzione non è assolutamente un fatto positivo ma pericoloso, è sempre il preludio di altre terribili crudeltà della guerra.

In questa estate afosa, come le classiche italiane è facile perdere la memoria e smarrirsi tra le varie emergenze, siccità, fame, economia, covid, energia e guerra, quindi è fondamentale restare concentrati su alcuni aspetti nel conflitto Russia Ucraina.

– Le armi all’Ucraina sono un atto di ostilità che rischia di coinvolgerci nella guerra

– Putin vuole interrompere il percorso che avrebbe dovuto portare l’Ucraina nella Nato per non perdere l’agibilità nel Mar Nero.

– Il governo italiano non conta niente e le dichiarazioni di Di Maio ci hanno messo in una posizione negativa e secondaria, diversamente dalla Francia di Macron.

– accontentare Zelensky sulla no fly zone, aerei Nato sull’Ucraina, l’incidente è inevitabile. I negoziati ci sono ma occorre un maggiore sforzo delle due parti”.

– La sconfitta della Russia è solo propaganda occidentale: la Russia controlla l’est dell’Ucraina, collegando Crimea e Donbass; i bombardamenti dall’alto dell’aviazione russa sono molto limitati per non provocare stragi e non provocare un intervento Nato.

– La Russia non vuole conquistare l’Europa, o ricostruire l’Urss e non ha interessi per controllare l’intera Ucraina”, un regime fantoccio sull’intero Paese scatenerebbe anni di guerriglia antirussa. La Russia vuol essere europea e gli Usa hanno approfittato di questa occasione per allontanarla dall’Europa e spingerla verso Asia e Cina.

La vittoria ucraina è frutto solo della propaganda Usa, Nato e Gran Bretagna e gli esiti di questo conflitto non possono essere che due ipotesi: la prima, la russia vince dopo una lunga guerra; la seconda, un negoziato con i soli mediatori credibili oggi – Israele, Francia, Cina e Turchia. A seguito di un’analisi dei fatti e delle relazioni diplomatiche, questi sono gli unici Stati che possono favorire e aiutare le due parti a trattare con reciproche concessioni, piuttosto di proseguire nella guerra.

La realtà è questa e non la propaganda diffusa dai media spinti così tanto da far passare, ad ogni costo, il presidente Ucraino come il nuovo Che Guevara europeo, sacrificando anche la popolazione benché inerme e incolpevole.

La guerra non è finita, tutti vogliono farla e tutti vogliono vincerla. Vogliono vincere gli Usa, vogliono vincere gli ucraini e vuole vincere la NATO.

Segnali chiari giungono dai risultati del vertice NATO e l’adozione del nuovo concetto strategico dell’Alleanza.

A Madrid la Nato ha adottato nuovi documenti di governo che dovrebbero cambiare radicalmente il quadro e l’equilibrio di potere nel teatro politico e per il conflitto in corso.

Nelle regioni del Baltico e del Mar Nero, il rafforzamento delle capacità della NATO è in costante rafforzamento. IN previsione aumenterà la presenza di forze navali e terrestri e di conseguenza la logistica, per cui generalmente richiede sempre un pò più di tempo. Saranno create nuove basi, nuove reti ferroviarie in particolare nell’Europa sud-orientale.

Le attività politico-militari dell’Alleanza al di fuori della sua tradizionale sfera di interesse geografico si intensificheranno. In particolare in Medio Oriente, Nord Africa e nella regione indopacifica. In questo contesto, possiamo aspettarci che nuovi Stati si uniscano ai partenariati regionali esistenti all’interno della NATO.

Molti Stati hanno già aumentato le spese per gli armamenti ma questo non esclude un nuovo ciclo di crescita delle spese per la difesa di tutta la Nato. Sono passaggi politici molto delicati dato che non è ancora visibile una unità ferrea ma a fare tanti soldi saranno comunque sempre gli stessi e questo per altri Stati non è più accettabile.

Un mare di dollari è previsto per la collaborazione tra industria militare e istituti di ricerca e Sviluppo civili, la leadership dell’organizzazione continuerà a concentrarsi sulla collaborazione con le start-up a duplice uso. Il nuovo Fondo per l’innovazione della NATO, spina dorsale del futuro denominato DIANA, l’acceleratore dell’innovazione della difesa del Nord Atlantico, simile al DARPA degli USA.

La Svezia e la Finlandia diventeranno nuovi membri dell’alleanza, alcune fonti confermano e prevedono la firma per la domanda ufficiale il 5 luglio 2022.

Anche tutte questa news sono condite abbondantemente con la solita propaganda, cosa c’è di nuovo nelle strategie della Nato da anni impegnata ad espandersi verso est?

La Nato, dopo il vertice, considera la Russia oggi una minaccia ufficiale ma è una sorpresa? Qualcuno poteva immaginare una politica diversa da parte della Nato, una politica di amicizia verso la Russia.

Anche se ancora in una zona grigia, il sorvegliato speciale è la Cina, quale decisione assumerà rispetto alla decisione della Nato di considerare la Russia una minaccia ufficiale? Negli ultimi tre anni, è assolutamente evidente che Pechino è già nel mirino della NATO ma la sua espansione economica per i politici europei è irrinunciabile.

 

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