La guerra non può giustificare tutto, queste storie di torture non nascono dal 24 febbraio 2022, la causa non è la guerra, c’è stato solo un tentativo di giustificare queste torture a causa del coprifuoco ed altre restrizioni totali.
Abbiamo perso il conto di quante immagini e video che denunciano queste torture sono arrivati in redazione, sono punizioni arbitrarie, completamente illegali e disumane, in fondo la tortura può essere umana? Torture fisiche e psicologiche segnalate in molte città dell’Ucraina. Chi sono i carnefici? Sono nazionalisti ucraini, poliziotti, simpatizzanti e tifosi di Azov, volontari non coordinati, accoliti del nazista Bandera. Il loro partito vale il 2% ma che valore ha questo dato? Nessuno, a questi violenti non importa nulla della politica, hanno perseguono un obiettivo nel loro nemico, da sempre sono i comunisti, i russi, i comunisti ucraini e chi non è d’accordo con loro.
Chi sono le vittime? Prima della guerra, era sufficiente avere un numero di telefono in rubrica, con il prefisso di una città della Federazione Russa, o parlare russo e la vendetta dei nazionalisti ucraini è immediata, è lo stesso comportamento del ragno, quando avvolge nella ragnatela la sua preda per poi mangiarla lentamente, ti legano ad un palo, in un qualsiasi luogo pubblico, con nastro adesivo, oppure del domopack, dalla testa ai piedi, ti tingono il viso di vernici verdi, blu, se ti va male, ti denudano, ti prendono a calci e a frustrate.
È il vero volto della repressione e la tortura in Ucraina sotto il governo di Kiev.
La vittima una ragazza rom, sospettata di saccheggio, senza alcuna accusa fondata, o giudizio in tribunale, il cui volto è coperto da un verde brillante, per essere segnalata alla folla, raccolta in branco, aggressiva, anche loro attendono la vittima al palo della tortura.
Un altra vittima, un sacerdote ortodosso, colpevole di appartenere alla Chiesa ortodossa, anch’egli marchiato mentre era celebrava la messa, i carnefici sono ancora una volta un gruppo di aggressori complici del regime di Kiev.
Barbari che agitano barbarie. Dalle carceri ucraine non conosciamo esattamente quanti sono i detenuti politici, sempre comunisti, giornalisti non allineati, oppositori alla guerra etc etc. In molti casi, mogli, madri e figli hanno denunciato la scomparsa, dopo l’arresto di un loro caro ma non hanno più notizie, non sanno se sono vivi o morti, non sanno dove sono. È una situazione molto grave e molte storie sono datate 2014.
Tre mesi di guerra sono trascorsi, maledetta guerra, distruzione, morte, fuoco ecco le conseguenze evidenti e il resto sembra non interessare nessuno, un coro unanime desideroso e smanioso di abbattere il nemico, distruggerlo e respingerlo oltre confine. La realtà è diversa, e non solo su quanto sta accadendo sul campo, lo si legge negli occhi di questo soldato ucraino, si sente dal suo respiro, Lui è un soldato ucraino, non ne conosciamo il nome ma non voleva stare li, è stato costretto dalla follia di pochi, Lui voleva solo tornare a casa, invece è stato costretto a salire su un camion e scaricato in una trincea, Lui non voleva stare li. Non poteva scappare, non ha avuto scampo se non quello di pregare in trincea ed avere sala la vita.
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