In Europa i leader dell’Europa, prima con riunioni tra i Ministri degli Esteri poi è toccato ai responsabili europei per l’energia ma i risultati non arrivano, la trattativa per il sesto pacchetto di sanzioni alla Russia in particolare il blocco dell’acquisto del petrolio russo si è arenata, Repubblica Ceca, Bulgaria, Croazia ed Ungheria si oppongono, l’Ungheria pronta a mettere il veto.
Le nuove sanzioni necessitano di una lunga negoziazione, le ipotesi non sembrano favorire una soluzione, anzi scuotono altre Nazioni che non voglio concedere privilegi a nessuno, come il caso della Bulgaria che chiede almeno una proroga di 12 mesi.
Il confronto continua e c’è comunque ottimismo per arrivare ad una soluzione comune senza rischiare di creare spaccature sempre più profonde tra gli Stati Europei.
Draghi a Bruxselles presenta la sua ricetta: modificare il metodo delle votazioni nell’assemblea e la commissione europea, sostituire il metodo dell’unanimità con quello della maggioranza, un passo in avanti per distruggere una forma di dissenso e di democrazia in Europa.
Inoltre, a causa dei costi della guerra, delle sanzioni, i costi dell’invio delle armi, la spesa per l’accoglienza di profughi potranno ricadere sul sistema già debolissimo del nostro welfar sociale, sempre più a rischio la misura del Reddito di Cittadinanza ed altre forme di sostegno, come già denunciato da tanti cittadini che hanno accolto nelle proprie case i profughi ucraini e Draghi non mantiene la promessa, famiglie ed associazioni denunciano che i famosi 300€ non arrivano, forse è il solito ritardo delle Poste Italiane. Non ci sono risposte anche nel decreto aiuti, un contentino che non risolve assolutamente nulla, per partite iva, disoccupati sulla carta 200€ per ora non sono definite le modalità.
La povertà cresce paurosamente
Dall’esperienza vissuta negli ultimi due anni, il nostro paese, noi cittadini riceviamo una brutta eredità, dall’inizio dell’anno è già stata presentata una proposta di legge per modificare l’art. 78 della Costituzione Italia. Il cuore della modifica è la motivazione della dichiarazione dello stato di emergenza nazionale, la proposta di due articoli 1 e 2 come sotto riportato si aggiunge al già in vigore art. 78 che recita così:
Testo in vigore dal: 1-1-1948
Art. 78.
Le Camere deliberano lo stato di guerra e conferiscono al Governo i poteri necessari.
Questi gli articoli che vanno ad aggiungersi al testo in vigore dal 1-1-1948:
La proposta dei DEPUTATI
TOMASI, MOLINARI, BAZZARO, BIANCHI, CANTALAMESSA, CESTARI, COMENCINI, COVOLO, ANDREA CRIPPA, DE MARTINI, GOLINELLI,
GRIMOLDI, LOSS, LUCCHINI, MICHELI, PAOLIN, PICCOLO, PRETTO, TATEO, TONELLI, ZENNARO
Modifica all’articolo 78 della Costituzione e altre disposizioni in materia di dichiarazione e disciplina dello stato di emergenza
nazionale Presentata il 13 gennaio 2022
Art. 1.
1. All’articolo 78 della Costituzione sono
aggiunti, in fine, i seguenti commi:
« Le Camere, con deliberazione adottata
a maggioranza dei due terzi dei presenti,
confermano, entro cinque giorni, lo stato di
emergenza nazionale dichiarato dal Governo
con decreto adottato ai sensi dell’articolo
77, secondo comma.
La disciplina dello stato di emergenza
nazionale è stabilita con legge approvata a
maggioranza assoluta dei componenti di
ciascuna Camera, nel rispetto dei principi
definiti con legge costituzionale ».
Art. 2.
1. La legge di cui all’articolo 78, terzo
comma, della Costituzione, introdotto dall’articolo
1 della presente legge costituzionale,
disciplina:
a) i presupposti e le modalità di dichiarazione
dello stato di emergenza nazionale;
b) la conferma e la durata dello stato
di emergenza nazionale e le eventuali proroghe;
c) le procedure di contestazione.
Art. 3.
1. La presente legge costituzionale entra
in vigore il giorno successivo a quello della
sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale
successiva alla promulgazione.
Qui il link della proposta presentata
I rischi di questa modifica possono essere diversi, tecnicamente non dovrebbe superare l’iter già indicato in Costituzione in merito alla dichiarazione di guerra oppure lo stato di guerra ma il premier Draghi ha già dimostrato di non avere oppositori abbastanza forti da fermarlo.
La proposta di modifica è stata assegnata alla I° Commissione Affari Costituzionali in sede Referente il 4 aprile 2022, non ci sono ancora emendamenti e la calendarizzazione per discuterla.
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