Ora è il momento favorevole per un cessate il fuoco

Intervista a Fabio Mini ex Generale del Comando Nato in Sud Europa

Proteste in Italia

Intervista a

Fabio Mini ex Generale del Comando Nato in Sud Europa

In Italia la stampa come racconta il conflitto tra Russia ed Ucraina

Ad un mese dal conflitto Russia Ucraina, i fatti avvenuti e quelli attuali possono aiutarci ad immaginare cosa potrà accadere domani ma noi italiani, includo anche gli analisti, non devono pensare come se la guerra la facessimo noi, se fotografiamo il campo, adesso, l’immagine è questa: da come si muovo le colonne dei militari russi non è un’invasione totale e non è neanche una distruzione totale dell’Ucraina e questi sono degli obiettivi chiari dopo 30 giorni di conflitto armato. La stampa non racconta e non aiuta ad una risoluzione del conflitto, si concentra molto in fatti, in episodi, laddove è possibile evidenziare la carneficina, la strage di bambini, non mi sempra interessata alle strategie politiche militare di una guerra,

Come è possibile interpretare i movimenti della Russia è in difficoltà?

Chiariamo, sempre con delle ipotesi tecnico militari l’arresto dell’avanzata russa che già dal primo giorno non è mai apparsa veloce e portatrice di un carico distruttivo come abbiamo conosciuto in Iraq oppure in Siria, gli spostamenti hanno sempre portato a due principali obiettivi e limitati, tenere alta la pressione politica strategica e quella militare.

Lo stallo come comunemente viene chiamata una situazione simile, cioè quello che abbiamo assistito durante questi giorni di guerra, certo abbiamo visto i carri russi fermarsi, perché hano raggiunto i loro limitati obiettivi per questa fase. Ora non è importante il movimento in avanti delle colonne armate, non è nell’interesse avanzare giorno per giorno, assisteremo ora ad altre strategie militari ed anche il sembrare di essere in difficoltà è parte di una strategia politica e militare. Poi ecco la stampa ha trovato un termine adatto per diffondere il pensiero delle difficoltà militari sul campo della Russia.

Ci sono altre metodologie per leggere quanto sta accadendo, la guerra è solo sul campo?

Questo tipo di analisi la ritrovo in diversi analisti, abbiamo concentrato la nostra attenzione sul campo, sul terreno dell’Ucraina altri analisti, da una settimana si muovono sottolineando un cambio di pensiero, è evidente una certa ammissione di aver sbagliato ad avere gli occhi puntati solo sul terreno di scontro.

Anche il Financial Times è molto prudente, lo stallo non si vede, piuttosto un cambio dell’azione di guerra, generalmente è sempre necessario durante il conflitto apportare delle modifiche alle varie strategie, mi fermo per la logistica, mi preparo a delle controffensive dei militari ucraini, è impensabile di essere convinti che parto e dopo 2 giorni ho raggiunto i miei obiettivi strategici ed ottengo il controllo di tutto il territorio. Se diamo questa lettura al conflitto tra Russia ed Ucraina è una guerra che esiste come vogliamo leggerla noi nei libri di storia. Tutti sembrano convinti o voglio sembrarlo sul concetto dello stallo, queste pause, sono anche l’attesa di comprendere a livello politico le reazioni, ed è in questi momenti che la diplomazia dovrebbe essere immediatamente presente e pronta a condurre i due belligeranti sul tavolo della mediazione.

Quindi la guerra condiziona degli effetti sul campo ma al di fuori del confine ucraino cosa si muove?

In merito alle notizie che abbiamo, le operazioni sul terreno, producono una motivazione politica e strategica che induce alle reazioni, spesso difficilmente da abbinare ad un fatto accaduto sul campo, inviamo le armi, perché comunque gli ucraini si difendono, da quanto si apprende anche di quelle modernissime ma non sappiamo se ci sono soldati preparati, se c’è un comando e quali possono essere le loro strategie, non abbiamo queste informazioni, almeno ufficialmente. Certo c’è stato tutto il tempo di preparare uomini esperti all’uso di armi un po’ più sofisticate ma comunque ci vuole un po’ di tempo per addestrarle.

E matura sempre di più il dubbio, sull’efficacia da parte degli alleati, dell’invio di armamenti che rischiano di finire in mano al nemico dopo pochi giorni. Aggiungo anche che è assurdo pensare che l’invasore decida di ritirarsi in una situazione del genere. Dobbiamo assolutamente sapere se hanno raggiunto degli obiettivi anche se limitati, in questo modo è facile poi definire una via d’uscita, ed una ipotesi potrebbe essere il controllo del territorio Sud orientale dell’Ucraina, la regione del Donbass, Mariupol etc etc. La mia opinione è si. Questa guerra e per fortuna sono sempre di più gli analisti ed esperti a rendere pubbliche queste riflessioni, è per diversi aspetti strana nella sua conduzione, non abbiamo mai visto operazioni aeree con il doppio obiettivo, distruggere ed invadere, fino ad oggi c’è stato solo un modesto appoggio aereo, tecnicamente “appoggio ravvicinato” in sostegno alle truppe di terra, ma la componente strategica dell’Aeronautica non è mai stata utilizzata.

Lei ritiene che questi momenti sono favorevoli alla mediazione?

Si è possibile accettare e riconoscere questi obiettivi limitati raggiunti dalla Russia ma se non vengono riconosciuti dall’Ucraina e dagli alleati, USA ed Europa, il significato di questa guerra cambia completamente, e dovrà esserci consapevolezza da parte di tutti, belligeranti ed alleati, perché cambia anche il livello militare. In sostanza, la guerra in Ucraina quella che stiamo vedendo non è la guerra che tutti vogliono fare ne vogliono fare un’altra e allora ci dobbiamo preoccupare e anche molto, nel senso che a quel punto cambierebbe anche tutto il livello tecnico strategico militare, chiaramente da parte della Russia.

Quali sono i possibili scenari

Non molti, cambierà tutto, anche gli uomini al comando e verranno prese in considerazione altre opzioni ed il rischio di incidente andrebbe al massimo. Quale potrebbe essere il prossimo livello strategico militare della Russia, questo non lo conosco, non è prevedibile ma ripeto, è evidente ora cosa sta accadendo, con 12 droni in volo non si può controllare un territorio grande come l’Ucraina.

Ed è ovvio che questi cambiamenti di strategia militare e politica avverranno anche dall’altra parte, certo non si combatterà più con una mail oppure una dichiarazione in tv. Oggi fa quasi ridere chiedere ripetutamente solo alla Russia di abbassare i toni e quindi il livello del conflitto, devono farlo anche i membri della Nato, la Nato stessa ma prima ancora deve farlo il presidente degli Stati Uniti.

La fotografia di adesso è semplice, la Russia è coinvolta in una campagna in cui ha quasi tutto il mondo contro, può essere attiva su molti tavoli della crisi e le proposte, le ipotesi di soluzione provenienti dalla Nato, dall’Europa e dagli Stati Uniti mirano solo ed esclusivamente a un solo obiettivo, colpire duramente la Russia, fare male e a questo punto dall’altra parte, cioè la Russia è concentrata a colpire duramente, a fare male all’Europa, o almeno una buona parte di essa.

 

 

 

 

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2 Commenti

  1. Il copione è in gran parte già scritto in K.Schwab,T.Malleret Covid 19. The Great Reset

    • Grazie Lidia, puoi evidenziarne alcune parti così da rendere più semplice la lettura, ancora poche persone lo hanno letto

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