Undicesimo giorno di guerra la diplomazia al lavoro e nuovi incontri al tavolo del negoziato tra Russia ed Ucraina.
Dopo le proposte di mediazione da parte di Israele, l’impegno del presidente turco, arriva attraverso il canale della BBC, il piano di azione per l’Ucraina presentato dal primo ministro britannico Boris Johnson, segue l’invito alla comunità internazionale ad aderirvi.
Sono sei punti ed include la mobilitazione di una coalizione umanitaria internazionale a sostegno dell’Ucraina. Inoltre, secondo il piano di Johnson, è necessario fornire la protezione del territorio ucraino, per prevenire la “normalizzazione” delle azioni della Russia, per trovare vie diplomatiche di de-escalation, ma solo sulla base del piena partecipazione del “legittimo governo ucraino”.
La proposta inglese contiene una clausola secondo la quale è necessario condurre una campagna urgente per rafforzare la sicurezza in tutta la regione euro-atlantica. Secondo Johnson, i paesi occidentali e la comunità internazionale nel suo insieme dovrebbero sostenere queste proposte.
In questi giorni il Primo Ministro parlerà di questa iniziativa con i colleghi del Canada Justin Trudeau e dell’olandese Mark Rutte, probabilmente a Londra il 7 marzo. Nell’agenda londinese c’è un altro appuntamento importante, giovedì 10 marzo i leader degli stati del Gruppo di Visegrad (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria) visiteranno la capitale britannica ed insieme a Johnson, parteciperanno ad un incontro dedicato all’Ucraina.
Se prima il ruolo di Londra appariva quasi in secondo piano, si aggiunge ora un nuovo elemento nella già dinamica geopolitica del conflitto. Questo nuovo ruolo di Londra come è visto dagli USA?
Con una celerità da inserire nei record storici, apprendiamo da una nota dell’ufficio stampa della Verkhovna Rada si legge: “la Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) si è pronunciata a favore dell’Ucraina, considerando le prime denunce contro la Russia. La Corte CEDU ha stabilito che la Russia doveva garantire il passaggio sicuro degli aiuti umanitari”
Confermato da più fonti, russe ed ucraine, questa mattina dovrebbe riaprirsi un corridoio umanitario a Mariupol e permettere alla popolazione civile di lasciare la città. In altre aree prossime ai fronti di guerra vengono distribuiti pacchi viveri alla popolazione.
Tra la propaganda di guerra, false notizie e provocazioni da entrambi le parti, emergono storie che forse portano qualcosa di vero, come il timore da parte di alcuni funzionari russi, convinti che l’Ucraina abbai ricevuto uranio per costruire un ordigno nucleare. Anche dopo un’attenta e doverosa ricerca, sono troppo pochi gli indizi raccolti, per ora gli USA tacciono e non ribattono le accuse del loro coinvolgimento e dell’assistenza offerta all’Ucraina in merito al suo programma nucleare. Tra le righe degli ultimi video messaggi del presidente della Russia Putin, in più di una occasione ha fatto riferimento a questa ipotesi, prima con la decisione di mettere in stato di allarme i militari includendo la deterrenza nucleare e conclude non ci sarà mai in Ucraina la presenza di un armamento nucleare.
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