CI RISIAMO GRUPPO FERRERO NUOVO ASSETTO E…MENO TASSE

Il verme della delocalizzazione divora l'industria italiana

Ferrero delocalizza

di pietro mazzuca

Il Gruppo Ferrero, non ha certo bisogno di essere presentato o sponsorizzato, la nostra infanzia è piena di dolci ricordi targati “nutella, ma poi bisognava depredare l’Italia dei suoi gioielli e i fondi speculativi internazionali, non potevano non inglobare un marchio così prestigioso, e eccoci arrivati dopo una serie di modulazioni e rimodulazioni societarie a una nuova puntata della serie “ferreros’” la definisco così per dare il giusto disprezzo alla operazione finanziaria, di evasione legalizzata di tasse in Italia.

Naturalmente è l’ultimo di una serie di “marchi storici” che hanno fatto conoscere il made in Italy che con la depauperazione controllata dell’Italia, ha avuto questo infausto destino. Partendo dal colosso Fiat, industria che è migrata dopo tutto l’esborso finanziario dei governi della prima e seconda repubblica ha preso il “volo” per altri lidi.

L’automotive a Torino e in Italia non è altro che un lontano ricordo nell’immaginario di chi ha più di 60 anni. Sì perché in termini produttivi ormai ci hanno superato anche Romania, Slovacchia e Repubblica Ceca. Basti pensare che nel 1999 a Mirafiori venivano prodotte 1 milione e 400 mila vetture all’anno mentre nel 2022 ne sono state realizzate soltanto 473mila. Quasi un milione di auto prodotte in meno.

La Fiat è straniera nonostante i miliardi finanziati dallo Stato a più riprese per evitare il fallimento. La produzione, complici le fusioni con Chrysler prima e Psa dopo, è sempre più delocalizzata. Anche i pezzi dalla 500 elettrica prodotta a Mirafiori, come le batterie, le guarnizioni, le ruote, gli stop, le frecce e il quadro elettrico, vengono prodotti in larga parte nello stabilimento polacco. Perfino il logo della Fiat non è fatto qui ma in Spagna. Mentre i turchi hanno “soffiato” la produzione dei sedili alla Lear di Grugliasco. Nessuno ha chiesto il conto unica soluzione , nella scorsa settimana hanno convocato in audizione Elkan che ha ribadito le sue posizioni, e naturalmente ha battuto cassa. Nessuno gli ha ricordato che gli azionisti hanno ricevuto negli ultimi tre anni, pur a fronte di copiose perdite un ricavo esorbitante per il solo fatto di avere le azioni.

Manager fallimentari licenziati con tanto di “bottino” quale buonuscita. Il disastro per molti la ricchezza per i più furbi , si potrebbe ironizzare.

Fiat Ferrero Gucci, e ultima perla il licenziamento dalla maison di famiglia a suo tempo venduta a un fondo straniero e non più in Italia di Donatella versace, Un impero fatto di piccole grandi geniali imprese artigiane che davano fastidio e intercettavano enormi quote di mercato a danno di marchi costruiti con creatori al pc e derivati. Insomma la qualità e l’eleganza buttati in nome di un mercato che esalta il profitto, e il resto tutte le componenti umane, che si chiamavano forza lavoro operai ecc. racchiusi in una sterile parola risorse umane. Un questa parola risorse appunto, si identifica il dramma assoluto

Ferrero delocalizza

E si verifica che mentre il panettiere sotto casa se non fa uno scontrino per 50 centesimi di euro per una michetta, gli arriva la Guardia di Finanza che gli dà un multone e lo fa chiudere, chi ha i miliardi veri può “evadere” in piena e totale legalità!

Si, perché fare società su società, finanziarie lussemburghesi, holding estere, scatole cinesi, società anonime e chi più né ha più né metta, è perfettamente legale!

Ma ha un costo… Quindi il povero cristo che non può permettersi queste scatole cinesi, come sempre, viene massacrato lacrime e sangue con una pressione fiscale del 60% e se non paghi ti chiudono l’attività! Chi ha i miliardi dei fondi esteri predatori, può permettersi un dedalo societario tale per cui alla fine forse paga il 5/10% di tasse e se i consulenti sono “bravi”, non paga neanche quelle!

Attenzione, non è un j’accuse contro Mister Nutella, lo porto ad esempio solo perché è l’ultimo di una lunghissima serie di imprenditori che appena hanno potuto hanno fatto le valigie e se ne sono andati dall’Italia portando le sedi all’estero. Il problema non sono loro. Il problema è il sistema Italia che massacra chiunque tenti si fare impresa con tasse fuori di testa e di contro però non dando il servizio per cui uno paga

Trasporti da terzo mondo. Sanità peggio che peggio. Sistema sociale al collasso. Città sporche e insicure… Ma dove finiscono le nostre tasse? Dove? Armi e apparati lobbystici famelici.

Domanda ovviamente retorica…

Congratulazioni comunque a Mister Ferrero per la nuova società anonima con 1 MILIARDO di euro di capitalizzazione ovviamente tutto in contanti e ovviamente tutto all’estero, perché in Italia ormai solo i poveri tengono i soldi… Finché non ci portano via anche quei quattro spicci che abbiamo per il riarmo…

Naturalmente questi fatti o meglio misfatti finanziari, non sono resi pubblici dai media di regime, ma raccontarli e denunciarli è un dovere civico, almeno per chi sente ancora questo stato emotivo quale dovere. L’urlo di dolore si alza, ma viene raccolto solo dal vuoto delle menti che l’alfabetismo funzionale e la descolarizzazione hanno prodotto in questi anni.

Siamo in prossimità di scadenze fiscali che sono diventate un tormento per i cittadini onesti, chiediamoci cosa succede nelle società che sono residenti fiscalmente ad esempio a Amsterdam, quale è la tassazione? Quali sono gli onori che ne vengono direttamente o indirettamente agli italiani?

Ebbene ad esempio guardate all’ENI, che opera con la Borsa di Amsterdam per determinare costi di acquisto petrolio e energia, quanto costa in più agli italiani? Eppure lo Stato è ancora azionista forte nella compagine, tutti uguali i governi che si sono succeduti? A mio parere no sono tutti complici e questo è l’unico dato certo , tertium non datur .

L’avanzo di amministrazione che è un risparmio statale, viene devoluto a ripagare interessi di un debito pubblico già ripagato almeno 3 volte dall’originario, e si prospettano altri debiti , aggiuntivi per metterci ancor più in difficoltà finanziaria , sino a arrivare a intaccare il risparmio privato sui Conto Correnti, come fece anni or sono il prode presidente Amato.

Un esproprio proletario mascherato da esigenze di stato, che poi sono ordini da parte di una commissione a trazione franco/tedesca, per ristrutturare i bilanci delle loro aziende di industria bellica che sono in chiaro default.
Ora decidete, continuare a subire o avere uno scatto di reni?
A voi la risposta , io ho già la mia

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