
Sgargiò il sole con i colori dei tramonti nell’attesa della notte, sgargiò il mare con flutti di un azzurro pacchiano in contrasto con l’elegante biancore della schiuma, sgargiò il pavone con le piume della coda movimentandole come la gonna di una zingara, sgargiò la montagna con una neve bianca che abbacinava lo stambecco rendendolo incerto nei salti, ed il Padreterno non volle essere da meno. Sgargiò. Anche lui.
Sembrava una costola, doveva esserlo, e non lo fu. Fu una donna. Doveva essere di compagnia. Un cane è di compagnia non una donna. Ti lecca le mani, ti salta addosso, scodinzola e poi va via, scodinzolando. La donna non scodinzola. Un gatto fa le fusa ma se non gli dai retta è comprensivo e toglie il disturbo, furbo continua a far le fusa. “Ci sarà rimasto male?”. No, il gatto non ci rimane male, passa appriesso. La donna non passa appriesso. Rimane lì e ti interroga senza parlare. “Tanto tu lo sai?” e doveva essere una costola.
Ma il Padreterno doveva sgargiare al pari di sole, mare, pavone e montagna, voleva essere appariscente, brillante e vistoso come d’uso ad un Dio.
Adamo non gli chiese chissà cosa, attraversava un periodo così così. Capitano quei momenti che ti fai delle domande, ma non necessariamente vuoi che qualcuno ti risponda. Un periodo che poi passa.
“Adamo che c’è?… Adamo non ti vedo bene… Adamo parlami… Adamo non ti far pregare (perché questo lo dovresti tu a me) … cosa c’è che non va?… Ti scruto e non mi piaci? … Adamo che c’è? … Confidati con il tuo Padre Onnipotente, Creatore Tuo ma anche del Cielo e della Terra e di tutte le cose visibili ed invisibili …”. Un taluòrno, una seccatura costante.

Adamo per toglierselo di torno gli scappò detto “Signore, è da qualche giorno che ho una fitta al costato ma…”.
“Hai mangiato mele?” il Padreterno dubbioso gli chiese.
“Assolutamente no!” fu abbastanza deciso il primo uomo.
“Qualche serpente ti ha avvicinato?” incalzò Jahve
“Nossignore!” sbuffando.
“Tu lo sai frequento solo stambecchi, cerbiatti, cervi, mucche, cavalli, cammelli, panda, delfini, … passeggiate, arrampicate, nuotate, le solite cose” poi precisò.
Voleva toglierselo di torno perché Dio era alle prime creazioni ed era apprensivo come i genitori con i primi figli o con i figli unici, continuava a fargli domande per avere delle rassicurazioni non per avere risposte.
“Adamo, dimmi la verità, come guardi agli altri animali?”. Sembrava che il discorso stesse scivolando su un altro argomento.
“Boh! Li guardi come un animale-uomo guarda un animale-animale?” Adamo non capiva. “Dio, guarda che io ho solo una costola che mi tira qui, penso sia uno strappo muscolare….infatti….se mi massaggio qui…– sfregò rapidamente il palmo della mano destra sulla parte indicata dell’addome – il dolore mi passa, anzi mi sta già passando”. Gli scappò una risata da ebete, ma non gli veniva di meglio.
E Dio – che aveva deciso quale strada da intraprendere e tutto viene da se – “Adamo, la mucca che effetto ti fa? La cavalla ti suscita qualche reazione particolare? La cerbiatta ha un significato per te?” E poi l’affondo: “Adamo, guardiamoci negli occhi da Creatore a Reato, da Dio ad Uomo, tu ti tocchi?”
“Come sarebbe a dire?” Adamo era imbarazzato e per la prima volta un uomo arrossì. Il discorso, effettivamente, aveva preso la direzione sbagliata rispetto alle intenzioni di Adamo. Cercò di riprendere in mano la situazione e con fermezza chiarì: “Si! Mi tocco questa costola che mi fa male da qualche giorno ma non altro...”
Non finì la frase che cade come un ramoscello tagliato sul manto erboso dell’Eden.
“Dio, il Signore fece cadere un profondo sonno sull’uomo, che si addormentò; prese una delle costole di lui, e richiuse la carne al posto d’essa. Dio il Signore, con la costola che aveva tolta all’uomo, formò una donna e la condusse all’uomo” (Gn 2:21,22).
Dio con una carezza svegliò Adamo e gli presentò Eva: “Adamo, la fitta alla tua costola era il segno Chen io ho colto e da quella costola ho creato la donna, la tua compagna. Il tuo dolore è trasformato nella tua gioia.”
Adamo lì guardò. Prima a Dio e poi ad Eva, di nuovo al Creatore e poi ancora alla donna. Si toccò il fianco ed ebbe la prova che Dio aveva sgargiato. Si sentì come quello che gli combinano il matrimonio e glielo dicono sull’altare quando il prete gli chiede “VUomi con elegittima sposa….?”
E non puoi far altro che rispondere “Ma io scherzavo! La costola non mi faceva male.”
E Dio sgargiante “Ma neanche Lei!”
…. Però non sembrava una costola.
Commenta per primo