La Cina e il Messico pronti a sfidare Trump a “qualsiasi tipo di guerra”

I nuovi dazi oggetto di crisi?

Dazi in Messico Canada e Cina

Non sono trascorse molte ore da una nuova “notte di Trump”. In un nuovo incontro con i suoi fedelissimi Donald Trump annuncia i nuovi dazi per il Canada, il Messico e la Cina. Nei suoi “affondi” politi illustrauna teoria sulle cause ma soprattutto le colpe sulla diffusione di Fentanil negli Stati Uniti.

La giustificazione di Trump è che la Cina non ha fatto abbastanza per ostacolare, fermare il traffico dello stupefacende.
L’ambasciata cinese negli Stati Uniti ha avvertito che se gli Stati Uniti “vogliono una guerra, che si tratti di una guerra dei dazi, commerciale o di qualsiasi altro tipo di guerra”, la Cina è “pronta a combattere fino alla fine”.

In un messaggio inviato dalle piattaforme messaggistiche, la rappresentanza diplomatica cinese ha reagito alla decisione del presidente statunitense, Donald Trump , di aumentare fino al 20% il peso sull’importazione di prodotti cinesi. Dallo steso account risponde anche un funzionario del Ministero degli Esteri cinese, che ha invitato gli Stati Uniti ad assumersi “le proprie responsabilità” e “ammettere come interno il problema del consumo di fentanyl” nella sua società.

Pechino si è detto disposta a collaborare per fermare il traffico, ma ha anche redarguito Washington di essere molto più prudenti nelle accuse verso terni dai danni causati dall’assunzione del fentanil.

Da Città del Messico la musica non cambia, i dazi di Trump porterebbero a una crescita zero in Messico quest’anno; il PIL diminuirebbe fino al 2,4% in caso di estensione delle misure: “Se gli Stati Uniti vogliono davvero risolvere il problema del fentanyl”, il modo ‘corretto’ è quello di ‘dialogare con la Cina, con entrambi i Paesi che si trattano da pari a pari’, ha dichiarato l’ambasciata in rete.

Dazi in Messico Canada e Cina

Il governo cinese assicura anche di essere stato in grado di promuovere attivamente la realizzazione di “un sistema di tracciabilità” utilizzando le nuove tecnologie per “supervisionare qualsiasi legame” con la produzione, il trasporto, l’importazione e l’esportazione di queste droghe. La Cina promette agli Stati Uniti maggiore attività di soreglianza.

Da parte sua, Trump dice che il 90% delle morti per oppioidi negli Stati Uniti deve essere questa sostanza che, secondo Washington, arriva attraverso il Messico e il Canada , ma i cui precursori provengono dalla Cina. Nella sua prima presidenza (2017-2021), Trump ha già mantenuto un rapporto teso con Pechino.

Ai nuovi dazi imposti anche al Messico, coinvolto da Trump per le questioni legate al commercio illegale di droghe negli Stati Uniti, risponde la presidente del Messico Claudia Sheinbaum in maniera determinata apponendosi all’imposizione da parte dell’amministrazione di Donald Trump di tariffe del 25% sui prodotti messicani, precedentemente inclusi negli accordi già raggiunti con il governo statunitense.

Attraverso un video sui social network, la presidente ha affermato che la misura, entrata in vigore martedì 4 marzo, è unilaterale.

Dichiarazione del Presidente: “Abbiamo parlato con il governo degli Stati Uniti durante questo mese. Il Segretario agli Affari Esteri ha lavorato con il Segretario del Dipartimento di Stato, c’è stata una riunione a Washington alla quale hanno partecipato il Segretario alla Difesa, il Segretario alla Marina, il Segretario alla Sicurezza, il Procuratore Generale della Repubblica… “E sono stati raggiunti una serie di accordi. Per questo non capiamo e, inoltre, non crediamo che queste tariffe siano necessarie”.

Ha inoltre ricordato la convocazione, domenica 9 marzo alle 12.00 a Città del Messico, di un’assemblea in cui presenterà le azioni da intraprendere di fronte alla decisione del governo statunitense, senza però specificare quali siano le misure finora adottate.

“È il luogo migliore per poter prendere decisioni insieme e informare sulle azioni che abbiamo deciso di intraprendere”, ha dichiarato la presidente federale.

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