La Consulta: inammissibile il referendum sull’Autonomia differenziata

Sindacati e opposizione devono rivedere le loro politiche

referendum Autonomia differenziata

Gli undici giudici della Corte Costituzionale riuniti in camera sono usciti e hanno dichiarato inammissibile il referendum abrogativo della legge sull’Autonomia differenziata delle Regioni.

Respinto il referendum, perchè: “l’oggetto e la finalità del quesito non risultano chiari”.

Alcuni mesi fa la stessa Consulta aveva già anticipato sulla ‘legge Calderoli’, evidenziando  e richiedendo alcune correzioni.

Al Palazzo della Consulta, i giudici si sono espressi su 6 quesiti referendari; l’autonomia differenziata, cittadinanza e lavoro a seguito del parere positivo della Corte Costituzionale

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I giudici si sono poi riuniti in camera di consiglio per prendere la loro decisione. La prossima data da segnare sul calendario è il 10 febbraio, quando la Corte Costituzionale depositerà le ordinanze con le motivazioni. Si sono espressi oggi solo 11 giudici, perché i quattro giudici della Consulta di nomina parlamentare non sono ancora stati eletti. Dopo la tredicesima fumata nera, la seduta a camere riunite è stata nuovamente convocata per giovedì 23 gennaio.

Quali scenari oggi

Il voto per il referendum era previsto in primavera ma per ora il referendum sull’Autonomia Differenziata è annullato.

Sindacati, Cgil, Uil, partiti di opposizione e associazioni civili, Campania, Sardegna, Toscana, Puglia ed Emilia Romagna tutti insieme per chiedere l’abrogazione del famigerato ddl Calderoli, approvato nel giugno 2024.

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