Bitcoin – Qualche pregio tanti difetti (prima parte)

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di Francesco Cappello

I bitcoin non sono la moneta di una nuova economia. Sono piuttosto una scommessa ossia un ulteriore strumento di speculazione finanziaria, sofisticato dal punto di vista tecnologico, oggetto dell’ennesima bolla speculativa. Piacciono perché nella loro vita sin dalla nascita, insieme alla possibilità di tesaurizzarli e di trasferirli non necessitano dell’intermediazione del sistema bancario. Piacciono perché permettono di finanziare sottobanco attività illegali. La moneta è unità di misura del valore di beni e servizi. La variabilità permanente del valore di bitcoin ne limita fortemente l’uso per il pagamento di beni e servizi

Il bitcoin ovvero la scarsità nel mondo digitale

Introduzione. Copia e incolla (*)
Mondo fisico. Mi avvicino ad una libreria. Cerco con gli occhi scorrendo veloce tra ti- toli, forme e veste grafica dei libri riposti. Ecco il libro che cercavo! Lo tiro fuori e inizio a sfogliarlo. Al posto del libro, sullo scaffale, uno spazio vuoto.

Mondo digitale. Accedo ad una libreria. Inserisco qualche dato identificativo del libro che sto cercando in un motore di ricerca. Ecco il libro che cercavo! Lo scarico e inizio a sfogliarlo. Si tratta di una copia perfettamente identica all’originale magicamente disponibile alla lettura. Quale la copia? Quale l’originale? Compro un file musicale. Posso inviarne copia agli amici che faranno altrettanto con gli amici degli amici.

La copia consente la copia della copia, per quante volte si vuole… abbassando se non il valore artistico, storico od altro, di un’opera, sicuramente il suo valore commerciale. Questa operazione di copia e incolla comporta, infatti, un aumento arbitrario dell’offerta del bene riprodotto. Libri, musica, film, tutti illimitatamente riproducibili in un numero sterminato di copie identiche all’originale.

Tizio compra qualcosa da caio. La moneta digitale riposta nel suo portafoglio (Wallet), non può avere la stessa riproducibilità del libro di cui sopra. Se prelevo una moneta digitale (libri digitali) dal mio wallet (scaffale della libreria) per effettuare la transazione, la moneta, prelevata ed utilizzata, non può rimanere in copia nel mio portafoglio. In altre parole, non devo poter effettuare una doppia spesa con il solito bitcoin.

È in questa impossibilità che risiede il cuore della innovazione 3.0 della rete, la rete transazionale. Non posso clonare i soldi nel mio portafoglio né posso alterare o nascondere una transazione che una volta effettuata è registrata nel libro mastro digitale – Block Chain, BC (1). La moneta trasferita da tizio a caio, non sarà più nella disponibilità di tizio… La crittografia serve a firmare le transazioni e a renderle incensurabili ovvero ad affermare cose come: questo gettone digitale (bc) mi appartiene e lo voglio dare a te. Tutto questo senza la necessità dell’intervento di una controparte centrale generalmente rappresentata dalle banche e dai loro database.

Il sistema della blockchain è teoricamente a prova di hacker. Un hacker può, se molto abile, forare la sicurezza di un database tradizionale ma non quella di un data base distribuito su milioni di computer contemporaneamente (è impensabile che una persona o un gruppo di persone, per quanto organizzate, dispongano della potenza computazionale necessaria). Anche la manomissione di un singolo blocco è praticamente impossibile perché implica il dover cambiare, coerentemente, tutta la storia delle transazioni antecedenti a quella che si volesse manomettere. La Blockchain è, perciò, un libro su cui vengono registrate le transazioni di tutti gli utenti del circuito. Il libro è sfogliabile pubblicamente. Risiede su milioni di macchine contemporaneamente. È aggiornato continuamente. Esso viene inciso in modo irreversibile con inchiostro indelebile, inalterabile, non cancellabile. L’informazione che contiene è disponibile per sempre nel corso del tempo almeno finché continuerà a funzionare la rete di computer che lo supporta. In pratica è sostanzialmente indistruttibile.


Per comprendere il sistema bitcoin iniziamo con la descrizione del contante. Esso è apprezzato per la sua inclusività e la protezione della privacy, mentre la moneta elettronica se da un lato offre praticità d’uso dall’altro espone alla tracciabilità.

Il contante

Il contante conserva delle caratteristiche peculiari che ne giustificano la sopravvivenza e l’utilizzo. Esso è accessibile a chiunque, anche in assenza di un conto in banca. Non presuppone l’uso di dispositivi elettronici. È perciò inclusivo. Non esclude nessuna tipologia di utente dal sistema dei pagamenti.

In altri termini il pagamento in contanti è anonimo. Non richiede di rivelare a nessuno l’identità di chi paga, né quella del beneficiario, né la causale del pagamento. Questa caratteristica garantisce la privacy delle transazioni e permette di nascondere le operazioni non solo alle autorità, ma anche alle imprese. L’anonimato del contante, perciò, tutela i dati personali e le abitudini di consumo degli utenti, evitando che queste informazioni diventino una miniera per le imprese. Si pensi, ad esempio, al loro utilizzo nel marketing.

La moneta elettronica/digitale

I vantaggi della moneta elettronica/digitale rispetto al contante sono noti a tutti per esperienza acquisita: la praticità, la possibilità di effettuare pagamenti a distanza. La tracciabilità della moneta elettronica facilita la lotta all’evasione fiscale.

Le differenze

La differenza tra moneta elettronica e moneta digitale risiede nella loro natura e nel modo in cui vengono gestite le transazioni. La moneta elettronica, come quella che usiamo con le carte di credito, è fondamentalmente un credito. Quando paghiamo con una carta, in realtà stiamo utilizzando un numero registrato sul nostro conto bancario, che ci dà il diritto di prelevare una somma corrispondente in contanti. Questo sistema richiede l’intermediazione di una banca, che certifica la transazione e tiene traccia dei movimenti. Le transazioni elettroniche sono quindi tracciabili, fornendo uno strumento di controllo per le autorità. Tuttavia, questa forma di moneta non sostituirà completamente il contante, poiché quest’ultimo garantisce anonimato e accessibilità senza bisogno di un conto bancario o di un dispositivo elettronico.

D’altra parte, il bitcoin rappresenta un esempio di moneta digitale, e si propone come una sorta di contante digitale. A differenza della moneta elettronica, il bitcoin consente pagamenti a distanza in tempo reale, senza costi elevati per le transazioni. Le transazioni sono pseudonime, nel senso che non richiedono di rivelare l’identità delle parti coinvolte o la motivazione (causale) del pagamento (2). Inoltre, il bitcoin non necessita dell’intervento di un intermediario per certificare la disponibilità dei fondi o autorizzare la transazione. Questo è possibile perché il bitcoin è un attivo per chi lo detiene, senza essere il passivo di nessun altro come succede nel caso dell’oro. Non è quindi un credito, ma un semplice numero registrato su un libro contabile che non ci dà il diritto di ottenere un equivalente in contanti. Un’altra differenza importante è che la moneta elettronica è soggetta al controllo delle banche e delle autorità, mentre il bitcoin cerca di sottrarsi a questo controllo attraverso un sistema decentralizzato chiamato blockchain, un registro contabile distribuito (distributed ledger) che registra tutte le transazioni di bitcoin in una rete in cui nessun nodo è centrale (1). La moneta elettronica è un credito convertibile in contanti, mentre il bitcoin è una forma di moneta digitale che non rappresenta un credito verso un ente specifico. In altri termini, la moneta elettronica è una rappresentazione digitale di un credito gestito da istituti finanziari, mentre la moneta digitale, come il bitcoin, è un tentativo di creare una forma di contante digitale svincolata dalle banche e dalle autorità, con caratteristiche di anonimato e transazioni dirette. Il bitcoin è quindi un sistema che mira alla disintermediazione nel sistema dei pagamenti, sottraendo la gestione della moneta al sistema bancario e affidandola agli utenti. Il suo sistema peer-to-peer consente, infatti, trasferimenti diretti di moneta elettronica tra utenti, senza ritardi né oneri.

In estrema sintesi, il bitcoin (bc) è una forma di denaro digitale che combina i vantaggi della moneta elettronica con l’anonimato del contante. È un contante digitale.

Quale è la sorgente del valore di bitcoin?

Il bitcoin trae valore dalla sua scarsità intrinseca. A differenza delle monete tradizionali, la quantità totale di bitcoin è predeterminata dal suo protocollo e destinata a stabilizzarsi intorno ai 21 milioni di bitcoin. Questa limitazione, simile alla scarsità dell’oro, contribuisce alla percezione di valore e ne fa una riserva di valore potenziale. Inoltre, il valore del bitcoin è strettamente legato alla libera accettazione degli utenti. Non è imposto da un’autorità centrale o garantito da una banca centrale, come nel caso delle valute fiat. Il bitcoin ha valore solo se le persone sono disposte a usarlo come mezzo di scambio e ad accettarlo in cambio di beni e servizi. Questa accettazione è determinata dalla fiducia nella tecnologia e nel sistema decentralizzato alla base di bitcoin. Il valore del bitcoin, come quello di qualsiasi altro bene, è anche influenzato dalla domanda e dall’offerta. Il prezzo del bitcoin è estremamente volatile, soggetto a forti oscillazioni in base alla percezione degli utenti e alla speculazione. Questa volatilità è un fattore di rischio che ne limita l’utilizzo come mezzo di scambio stabile. Inoltre, non è escluso che, a causa della sua natura scarsa, il bitcoin possa essere tesaurizzato, ovvero mantenuto come riserva di valore senza essere speso, il che ne riduce ulteriormente la sua utilità come mezzo di scambio. Un altro aspetto rilevante è l’assenza di un ente centrale che controlli l’emissione e la gestione del bitcoin. Questa caratteristica, che da un lato lo rende indipendente dalle politiche monetarie tradizionali, dall’altro lo espone a maggiore incertezza e volatilità. Il bitcoin si basa su un sistema decentralizzato, la blockchain (1) che garantisce la sicurezza e la trasparenza delle transazioni, aumentando la fiducia degli utenti. La sua estrema volatilità lo rende più simile a un asset digitale speculativo che a una vera e propria moneta. Questa volatilità è aumentata dalla speculazione sul suo valore, creando un circolo vizioso che rende difficile la sua adozione come mezzo di scambio comune. Il suo valore è determinato solo dalle aspettative del mercato. Il bitcoin, quindi, ha valore in quanto gli utenti gliene attribuiscono uno, ma tale valore è tutt’altro che certo e stabile.
Al 1° gennaio 2025, la capitalizzazione di mercato di Bitcoin è di circa 1.850 miliardi di dollari statunitensi. La capitalizzazione di mercato rappresenta il valore totale di tutte le monete Bitcoin in circolazione calcolata moltiplicando il numero totale di monete per il prezzo corrente di una singola moneta. Essa rappresenta circa l’1,76% del PIL mondiale. Un pò poco.
Nell’ipotesi che la capitalizzazione complessiva di Bitcoin fosse equivalente al PIL mondiale che supera i 100.000 miliardi di dollari, dato il limite massimo di 21 milioni di Bitcoin, il valore di un singolo Bitcoin dovrebbe essere pari a circa 4,76 milioni di dollari.

Non è moneta Legale

Bitcoin non ha corso legale nella maggior parte dei paesi e non è soggetto a vigilanza o tutela per operazioni di acquisto o scambio. È moneta digitale senza Stato e senza centro. È attiva su scala transnazionale. Una moneta ad uso volontario.
A causa dell’impiego della crittografia è ascritta alla, ormai ampia, famiglia delle criptovalute o monete matematiche.
Molte legislazioni non considerano le criptovalute come monete, poiché non offrono le stesse tutele delle valute legali.

Bitcoin e Blockchain risolvono il problema della doppia spesa senza intermediario finanziario.

I gettoni bitcoins in particolari sono:

  1. Scarsi. Non si possono, infatti, creare in quantità arbitraria. Nel 2017 erano 16 milioni i bc emessi. Ad oggi, sono stati emessi più di 19,5 milioni di Bitcoin. La rapidità di emissione rallenterà progressivamente secondo un criterio algoritmico che asintoticamente porterà a 21 milioni il totale dei bc emessi intorno al 2049. Nel 2029 saranno stati emessi il 97% dei bc; alla fine del 2017 la capitalizzazione complessiva di bc era vicina a 200 mld di $. Oggi non ha ancora raggiunto il tetto dei 2000 miliardi di bitcoin è una sorta di corsa all’oro dei nostri tempi.
  2. Non duplicabili. Spendibili ma non doppiamente spendibili.
  3. Portabili. Avendo consistenza digitale sono senza peso pur avendo la caratteristica di una commodities o un bene di scambio. Rappresentano un investimento alternativo che ha un suo valore determinato solo dalla domanda e dall’offerta. Un bene scarso come l’oro ma contrariamente ad esso senza peso e perciò facilmente transabile.
  4. Duraturi. Non deperiscono alla stregua dell’oro.
  5. Divisibile. L’unità più piccola, è il satoshi. Ci vogliono cento milioni di satoshi per un singolo bitcoin.
  6. Verificabile. La storia di tutti i passaggi, di mano in mano, di ogni singolo bitcoin è tracciabile in ogni momento e raccontata nella BC. Un bc allora non è indistinguibile dall’altro come succede nel caso dell’oro e della moneta. Non è cioè fungibile! Anche se ogni bitcoin, a fini pratici, ha una identità quasi del tutto scambiabile con l’altro.
  7. Facilmente custodibili in una banca fai da te, una banca low cost.
  8. Anticontraffazione. Grazie alla crittografia non sono falsificabili.
  9. Permette una forma alternativa di speculazione diversa dal tradizionale rendimento misurato dal tasso di interesse.

Un sistema estremamente energivoro

La grande quantità di energia richiesta dal sistema Bitcoin è dovuta al processo di mining (estrazione), necessario per la validazione delle transazioni e la creazione di nuovi bitcoin. Questo processo è stato intenzionalmente reso computazionalmente difficile per garantire la sicurezza della rete e la scarsità della moneta. I “minatori” (il bitcoin è equiparato ad oro digitale) utilizzano potenti computer per risolvere complessi problemi matematici, connessi al mining, e questa attività richiede molta energia elettrica. Il motivo principale è il meccanismo di consenso Proof-of-Work (3). I minatori competono per risolvere complessi problemi matematici per aggiungere nuovi blocchi alla blockchain e ricevere una ricompensa in Bitcoin. Questa competizione richiede un’enorme potenza di calcolo e, di conseguenza, un elevato consumo energetico. Più minatori ci sono nella rete, maggiore è la difficoltà dei problemi e quindi maggiore è l’energia necessaria.
Alcune stime indicano che una transazione Bitcoin consuma l’equivalente di circa 600.000 transazioni Visa. Il Bitcoin Energy Consumption Index di Digiconomist stima che una singola transazione Bitcoin possa consumare oltre 1.200 kWh di energia, equivalente al consumo energetico medio di una famiglia statunitense in circa 41 giorni. La rete Bitcoin gestisce in media circa 100.000-400.000 transazioni al giorno, un valore variabile in base alla congestione e all’uso della rete.
Il Bitcoin Electricity Consumption Index dell’Università di Cambridge, stima che il consumo energetico di Bitcoin nel 2023 si sia attestato intorno ai 121,13 Terawattora (TWh). Questo dato è in linea con le stime di altri analisti e report. Tale consumo è equivalente al consumo energetico annuale di paesi come l’Argentina o la Norvegia.

(*) L’introduzione è tratta dal mio “Ricchezza fittizia povertà artificiosa” ETS, 2019

(1) La blockchain – catena di blocchi – è una base di dati distribuita su più nodi (computer), di una lista di record, concatenata in modo sequenziale (i dati nuovi possono essere aggiunti solo in coda ai precedenti). È praticamente impossibile da manomettere o alterare. Si tratta in altre parole di un registro contabile distribuito (distributed ledger) che registra tutte le transazioni di bitcoin (passaggi di bc da un detentore all’altro) in una rete in cui nessun nodo è centrale. La tenuta dei conti (il registro di tutte le transazioni) non è centralizzata in un singolo luogo o ente, come una banca, ma è condivisa tra tutti gli utenti della rete. In una blockchain non esiste un’autorità centrale che controlli il registro. Ogni partecipante alla rete possiede una copia completa o parziale del registro. Invece di essere archiviato in un unico server o computer, il registro delle transazioni (la blockchain) è replicato e conservato su molti computer, chiamati “nodi”, all’interno della rete. Questo significa che ogni partecipante alla rete può avere una copia del registro.
Ecco alcuni aspetti chiave della blockchain: Struttura: La blockchain è composta da una serie concatenata di blocchi. Ogni blocco contiene informazioni sulle transazioni avvenute in un periodo di circa dieci minuti, e include un riferimento al blocco precedente. Questo crea una catena di blocchi che rappresenta la storia completa delle transazioni dalla nascita del sistema. Trasparenza e Pseudonimato: Tutte le transazioni sulla blockchain sono pubbliche e tracciabili. Tuttavia, gli utenti non sono identificati con il loro nome reale, ma con un codice, rendendo il sistema pseudonimo. Questo permette di risalire alle entrate e uscite di un utente con una certa difficoltà, mantenendo una certa privacy. Decentralizzazione: La tenuta dei conti non è affidata a una singola banca o istituzione, ma distribuita tra tutti gli utenti della rete. Questo rende il registro non solo decentrato, ma distribuito, senza un punto centrale di controllo. Sicurezza: La sicurezza delle transazioni è garantita da un processo di decrittaggio che richiede la soluzione di un problema matematico complesso. Gli utenti della rete sono incentivati a svolgere queste operazioni di “mining”, ricevendo una ricompensa in bitcoin. Dopo la verifica, l’operazione viene aggiunta alla blockchain. La blockchain è considerata un’innovazione fondamentale nel sistema dei pagamenti perché permette di trasferire denaro elettronicamente senza passare per il sistema bancario. Invece di un intermediario centralizzato, ogni utente possiede una copia del registro e può verificare le transazioni. Sui tradizionali data base delle banche, sono registrate le nostre transazioni di correntisti. Tali data base sono centralizzati (ospitati dai computer della banca) e quindi molto meno sicuri, per ovvi motivi, di un data base distribuito quale è la Block Chain.
(2) Le indagini finanziarie sulle transazioni Bitcoin sono possibili poiché, contrariamente a quanto si crede, Bitcoin non è totalmente anonimo. Ogni transazione è registrata sulla blockchain, un registro pubblico che contiene indirizzi di mittente e destinatario, importo e data/ora. Sebbene gli indirizzi siano pseudonimi, il flusso di Bitcoin è tracciabile. Tecniche come il “clustering” collegano più indirizzi alla stessa entità. Gli exchange, soggetti a normative AML antiriciclaggio e KYC “Know Your Customer”, forniscono informazioni sugli utenti alle autorità in caso di indagini, collegando indirizzi Bitcoin a persone reali. Software specializzati analizzano la blockchain, tracciando transazioni e identificando schemi. Anche tecniche di “mixing” come CoinJoin utilizzate per confondere le proprie tracce possono essere oggetto di indagine. Le indagini mirano a contrastare riciclaggio, finanziamento del terrorismo, crimini informatici, evasione fiscale e recuperare beni illeciti. Sono condotte da forze dell’ordine, autorità di vigilanza, UIF ed esperti forensi digitali. Bitcoin offre privacy limitata: le transazioni sono tracciabili e le autorità possono risalire agli utenti. Normative antiriciclaggio e collaborazione con gli exchange sono cruciali nelle indagini. L’uso illecito di Bitcoin è perseguibile. Tuttavia, l’utilizzo di tecniche di anonimizzazione come i mixer (servizi che mescolano transazioni per offuscarne l’origine) o l’uso di wallet anonimi può rendere più difficile il tracciamento delle transazioni. La natura decentralizzata e transnazionale di Bitcoin rende complesse le indagini, in quanto spesso coinvolgono diverse giurisdizioni e richiedono la cooperazione tra autorità di paesi diversi. Le indagini su casi complessi che coinvolgono tecniche di anonimizzazione sofisticate o transazioni transfrontaliere complesse sono più difficili e hanno una percentuale di successo inferiore.
(3) La”proof of work” (prova di lavoro) è un meccanismo cruciale per il funzionamento di Bitcoin, che serve a garantire sia la sicurezza della rete che la creazione di nuovi bitcoin. In pratica, la “proof of work” richiede ai partecipanti, chiamati “minatori”, di risolvere complessi problemi matematici. Questa attività è intenzionalmente resa molto difficile dal punto di vista computazionale, richiedendo quindi un grande dispendio di energia e potenza di calcolo.I minatori sono incentivati a svolgere questa attività perché, chi per primo riesce a risolvere il problema, viene ricompensato con nuovi bitcoin. Questa ricompensa (signoraggio ripartito tra i minatori) è ciò che spinge i minatori a investire risorse significative in hardware specializzato e nel consumo di energia elettrica. Una volta che un minatore ha trovato la soluzione al problema matematico, la transazione viene aggiunta alla blockchain, il registro pubblico e permanente di tutte le transazioni Bitcoin. La blockchain è strutturata in modo che la verifica della soluzione sia semplice, anche se la ricerca della soluzione richiede un grande sforzo computazionale. Questo sistema di verifica e aggiunta dei blocchi alla blockchain non è solo un modo per creare nuovi bitcoin, ma anche un meccanismo di sicurezza. L’elevata difficoltà computazionale rende estremamente difficile, anche se non impossibile, manipolare la blockchain, in quanto richiederebbe una potenza di calcolo superiore a quella di tutti gli altri minatori messi insieme. Per questo, anche se il sistema non è completamente anonimo, ma pseudonimo, la tracciabilità delle transazioni non consente di risalire facilmente all’identità dei singoli operatori. In sintesi, la “proof of work” è un processo computazionalmente intensivo che serve sia a validare le transazioni e proteggere la rete Bitcoin, sia a creare nuove unità della criptovaluta

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