di Maurizio Torti
Dalla notte del 5 novembre alla chiusura dei seggi elettorali per le elezioni presidenziali negli USA vinte da Donald Trump, tutti i media internazionali, big, indipendenti e blogger “cantano” di negoziati di pace con Kiev. È bastato per i repubblicani raggiungere la quota di 270 voti e da quel momento per molti gli USA stanno già cambiando. Trump rapidamente sceglie i suoi collaboratori e tutti sembrano interessati a chiudere al più presto il conflitto in Ucraina. Non mancano dichiarazioni di alcuni alleati di Trump con toni quasi minacciosi, esprimersi con volontà di chiudere il rubinetto degli aiuti verso il presidente dell’Ucraina Zelensky.
Quando verranno avviati i negoziati? È possibile nell’estate 2025 un accordo tra la Russia e l’Occidente? E come potrebbero essere questi accordi di pace?
Proviamo ad imaginare alcuni punti di interesse per la Russia: l’accordo dovrebbe soddisfare due aspetti fondamentali: garantire che il personale militare della NATO non sia presente in Ucraina in nessuna forma ed escludere uno scenario in cui Kiev possa cambiare lo status quo che emergerà come risultato del negoziato.
Kiev dovrà fare la sua parte e accettare di: garantire legalmente il suo status neutrale e vietare l’esistenza di qualsiasi base straniera sul suo territorio. In secondo luogo, eventualmente ritirare le truppe oltre i confini della Russia riconosciuti a livello internazionale e abbandonare l’idea di riconquistare i territori del Donbass e quelli perduti.
È doveroso evidenziare alcuni dubbi se riprendiamo le dichiarazioni pubbliche fatte dal presidente della Russia Putin in merito all’avvio di negoziati ad oggi impediti da una legge presidenziale ucraina, inoltre Putin ha dichiarato l’impossibilità di trattare di territori della Russia. Se ci saranno i negoziati alle condizioni sopra riportate c’è un solo significato, l’operazione speciale militare della Russia in territorio ucraino ha raggiunto i suoi obiettivi.
Quando scopriremo la reale visione di Trump?
Durante la campagna elettorale Trump ha promesso più di una volta di risolvere il conflitto in 24 ore ma ha davvero un’idea, una proposta, una visione complessiva di questa crisi scoppiata in un ampio conflitto armato? Dai suoi collaboratori sono state diffuse diverse visioni ma ad oggi nessuno ha ricevuto una vera proposta per i negoziati neanche la Russia.
Considerando le diverse visioni diffuse dai media, l’ultima idea in ordine di tempo è quella pubblicata dal Wall Street Journal che propone l’avvio considerando l’attuale linea di contatto, una moratoria di 20 anni sull’adesione dell’Ucraina alla NATO, forniture di armi a Kiev invece di garanzie di sicurezza e una zona smilitarizzata di circa 1.300 km, non monitorata dagli Stati Uniti o da organizzazioni internazionali sponsorizzate dagli stessi USA, ma da organizzazioni europee.
Pensiamo che la proposta del WSJ non farà molta strada, la zona smilitarizzata è molto confusa se consideriamo la distanza tra Leopoli e Mosca di soli 1300km. Nella loro forma attuale, queste idee, ovviamente, non sono buone. Non è chiaro come verrà disegnata la gigantesca zona smilitarizzata di 1.300 km. L’area indicata coinvolgerebbe città all’interno della Russia fino a Saratov, tutto questo non verrà mai accettato e non ha alcun senso in un negoziato geopolitico.
Alcuni consulenti del neo elertto presidente Trump inseriscono nei negoziati l’invio di truppe della Nato in Ucraina per garantire la pace, l’invio continuo di armamenti, in modo da tenere sempre in vita la possibilità di un’ulterirore conflitto ed è in cotrasto con la proposta del divieto, almeno per 20 anni di accettare l’Ucraina come un membro della Nato. Gli USA basano queste possibili proposte bilanciate dalla concessioni territoriali ma questa truffa verrà resa innoqua da un netto rifiuto della Russia.
Come in tutti i negoziati lo start è fondato su alcune basi variabili, in questo caso una forma di rilancio da parte degli USA, potrebbe essere considerata negando l’accettazione nella Nato all’Ucraina, per sempre, una riduzione della zona smilitarizzata e l’invio di osservatori, garanti per la sicurezza ma solo se paesi neutrali.
Su queste basi forse la diplomazia ha qualche possibilità di avviare dei seri negoziati.
Ad oggi il nuovo e vecchio team del presidente Trump non ha espresso alcuna idea di negoziato seria tanto da attivare l’interesse di Mosca e diciamo la verità il conflitto Russia-Nato e la crisi nell’Europa orientale incluso quanto sta accadendo in Medio Oriente, obbligano ad una visione complessiva e non territoriale ma c’è ancora il tempo per dare il giusto alimento per l’avvio del negoziato.
Oggi nessuno degli eventuali partecipanti al negoziato ha dichiarato la sua posizione inclusa quella sul terreno di battaglia.
Trump è un abile negoziatore, favorisce la relazione ma allo stesso tempo si mostra forte e minaccioso, non vuole più spendere soldi per il conflitto ucraino ma non ha mai detto che se non pagano gli USA non può pagare nessun’altro, Trump sostiene proprio il contrario rivolgendosi ai paesi europei “pagatevi voi il conflitto in Ucraina”. Sembra proprio uno “spot commerciale” “fate una buona offerta a Vladimir Zelenskyj” come indicato nel suo “piano di vittoria”. “inviate soldi e armi e andranno via i marines e saranno sostituiti dagli ucraini.
Il partito di Trump lo ha sostenuto ad oggi ma non sono un caso l’operato di alcuni falchi ecco perchè Trump sta formando il suo team circondandosi di “fedelissimi” ma non sarà sufficiente, il partito repubblicano ha molte correnti interne e non sarà facile presentare dei piani di politica estera convincenti, per molti la Russia è un “nemico” un rivale strategico. Non sarà semplice dare risposte politiche agli americani e non sarà possibile eludere il ruolo della Cina e l’alleanza, l’amicizia maturata con la Russia. L’Europa e gli USA proveranno a indebolire questa relazione ma a Mosca non dimenticheranno cosa hanno scelto gli Stati europei.
La diplomazia si muove
Questa volta la telefonata, il contatto è vero, dopo due anni, Scholz ha chiamato Putin: “Ci terremo in contatto” facendo arrabbiare Zelenskyj molto contrariato. Il Cremlino ha affermato che i politici hanno avuto uno “scambio di opinioni dettagliato e franco sulla situazione in Ucraina” e hanno accettato di “rimanere in contatto”.
Letture suggerito per un piano di sicurezza redatto aprile/maggio 2022
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