Brics: dichiarazione di Kazan in Russia

I temi fondamentali del vertice

Brics

di Gianmarco Pisa

Il XVI Vertice dei BRICS, l’evento chiave della presidenza russa, si è svolto a Kazan, in Russia, tra il 22 e il 24 ottobre. Si è trattato di un evento di vasta portata internazionale e di indubbio significato strategico, alla luce del fatto che i BRICS, la piattaforma di relazione e di coordinamento tra i Paesi aderenti, è stata lanciata nel 2006 da Brasile, Russia, India e Cina, e il Sudafrica vi si è poi unito nel 2011. Il 1° gennaio 2024 i BRICS hanno registrato un significativo ampliamento con l’adesione di Egitto, Etiopia, Iran, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Il Vertice di Kazan si è dunque concluso con la Dichiarazione di Kazan in 134 punti, nella quale sono trattate tutte le questioni globali dell’attuale scenario internazionale, dallo sviluppo della piattaforma alla posizione assunta sulle diverse questioni, dall’architettura finanziaria internazionale al rinnovato multilateralismo, dalla riforma delle Nazioni Unite ai conflitti in corso, tra cui le crisi e le guerre in Ucraina, Palestina e Vicino Oriente.

Il punto 3 conferma i pilastri del meccanismo di cooperazione dei BRICS: «Riaffermiamo il nostro impegno nei confronti dello spirito BRICS di rispetto e di comprensione reciproci, uguaglianza sovrana, solidarietà, democrazia, apertura, inclusività, cooperazione e consenso. […] Ci impegniamo a rafforzare la cooperazione nei BRICS sotto i tre pilastri fondamentali della cooperazione politica e di sicurezza, economica e finanziaria, culturale e tra i popoli (“people-to-people”) e a consolidare il nostro partenariato strategico a beneficio dei nostri popoli attraverso la promozione della pace, un ordine internazionale più rappresentativo e più equo, un sistema multilaterale rivitalizzato e riformato, uno sviluppo sostenibile e una crescita inclusiva».

Il punto 8 aggiorna l’impegno dei BRICS per una riforma complessiva ed efficace delle Nazioni Unite: «Riconoscendo la Dichiarazione di Johannesburg II del 2023, riaffermiamo il nostro sostegno a una riforma complessiva delle Nazioni Unite, incluso il Consiglio di sicurezza, al fine di renderlo più democratico, rappresentativo, efficace ed efficiente e di incrementare la rappresentanza dei Paesi emergenti tra i membri del Consiglio, in modo che possa rispondere adeguatamente alle sfide globali salienti e supportare le legittime aspirazioni dei Paesi emergenti e in via di sviluppo di Africa, Asia e America Latina, a svolgere un ruolo maggiore nelle questioni internazionali, specie nelle Nazioni Unite, incluso il Consiglio di sicurezza».

Il punto 10 ribadisce la condanna delle misure coercitive unilaterali: «Siamo profondamente preoccupati per l’effetto dirompente di misure coercitive unilaterali illegittime, tra cui le sanzioni illegali, sull’economia mondiale, sul commercio internazionale e sugli obiettivi di sviluppo sostenibile. Tali misure compromettono la Carta delle Nazioni Unite, il sistema commerciale multilaterale, gli accordi sullo sviluppo sostenibile e sull’ambiente».

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Molto interessante anche il punto 25 che, nel ribadire l’impegno alla cooperazione e alla risoluzione pacifica dei conflitti e delle controversie internazionali, segnala esplicitamente il tema della prevenzione dei conflitti armati: «Ribadiamo il nostro impegno per la risoluzione pacifica delle controversie attraverso la diplomazia, la mediazione, il dialogo inclusivo e le consultazioni in modo coordinato e cooperativo e sosteniamo tutti gli sforzi che favoriscono la risoluzione pacifica delle crisi. Sottolineiamo la necessità di impegnarci in sforzi di prevenzione dei conflitti, anche affrontandone le cause profonde. Riconosciamo le legittime e ragionevoli preoccupazioni di sicurezza di tutti i Paesi. Facciamo appello alla protezione del patrimonio culturale, in particolare nelle regioni colpite da conflitti, per prevenire la distruzione e il traffico illecito di beni culturali, che è un fattore fondamentale per preservare la storia e l’identità delle comunità colpite».

Alla guerra in corso nel Vicino Oriente è dedicato il punto 30: «Sottolineiamo l’urgente necessità di un cessate il fuoco immediato, completo e permanente nella Striscia di Gaza, del rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi e detenuti da entrambe le parti che sono tenuti prigionieri illegalmente, e della fornitura senza impedimenti e su larga scala di aiuti umanitari alla Striscia di Gaza. […] Riconosciamo le misure provvisorie della Corte internazionale di giustizia nei procedimenti legali avviati dal Sudafrica contro Israele. Riaffermiamo il nostro sostegno alla piena adesione dello Stato di Palestina alle Nazioni Unite nel contesto dell’impegno costante alla visione della soluzione dei due Stati basata sul diritto internazionale […] che include l’istituzione di uno Stato di Palestina sovrano, indipendente e vitale in linea con i confini riconosciuti a livello internazionale del giugno 1967, con Gerusalemme Est capitale, che viva fianco a fianco, in pace e sicurezza, con Israele».

Molto importante il punto 65 che indica l’obiettivo della definizione di una nuova architettura finanziaria internazionale e il ricorso alle valute nazionali negli scambi commerciali e finanziari tra i Paesi: «Ribadiamo il nostro impegno a rafforzare la cooperazione finanziaria all’interno dei BRICS. Riconosciamo i vantaggi diffusi di strumenti di pagamento transfrontalieri più rapidi, economici, efficienti, trasparenti, sicuri e inclusivi, basati sul principio di minimizzazione delle barriere commerciali e di accesso non discriminatorio. Accogliamo con favore l’uso delle valute locali nelle transazioni finanziarie tra i Paesi BRICS e i loro partner. Incoraggiamo il rafforzamento delle corrispondenti reti bancarie all’interno dei BRICS e l’abilitazione di regolamenti e meccanismi basati sulle valute locali in linea con la BRICS Cross-Border Payments Initiative (BCBPI), volontaria e non vincolante, e attendiamo altresì le ulteriori discussioni attinenti a quest’area».

Un punto specifico, il 78, è dedicato agli sviluppi inerenti a nuove tecnologie e intelligenza artificiale con la proposta di assegnare alle Nazioni Unite il ruolo saliente nella governance globale della IA: «Riconoscendo che il rapido cambiamento tecnologico, incluso il rapido progresso dell’intelligenza artificiale, ha il potenziale di promuovere nuove opportunità di sviluppo socioeconomico in tutto il mondo, incoraggiamo più discussioni internazionali, sosteniamo le Nazioni Unite affinché svolgano un ruolo importante nella governance globale dell’intelligenza artificiale e accogliamo con favore la risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite A/RES/78/311 (Rafforzare la cooperazione internazionale sullo sviluppo di capacità dell’intelligenza artificiale)».

Il punto 108 conferma gli impegni dei BRICS sul tema delle politiche del lavoro e della regolamentazione dell’occupazione: «Riaffermiamo il nostro impegno a migliorare la cooperazione BRICS nello sviluppo del mercato del lavoro e nel promuovere una piena occupazione e di alta qualità attraverso uno sviluppo economico e sociale sostenibile, e sistemi di lavoro inclusivi e centrati sull’uomo. Ci impegniamo a continuare gli sforzi per sviluppare strategie complessive per l’apprendimento permanente, l’orientamento professionale, l’istruzione professionale e la formazione professionale per garantire che i lavoratori siano dotati delle competenze necessarie per il futuro del lavoro e un mercato del lavoro resiliente ed equo. Sottolineiamo l’importanza di regolamentare l’occupazione su piattaforma per garantire lavoro dignitoso, retribuzione equa e protezione sociale per tutti. Ci impegniamo a migliorare la sicurezza e un ambiente di lavoro sicuro e a modernizzare i sistemi di protezione sociale e ad adottare tutte le misure pertinenti per ridurre gli infortuni e le malattie professionali al fine di soddisfare appieno le diverse esigenze delle nostre popolazioni».

Al tema della cooperazione tra i popoli e “people-to-people” è dedicato il punto 119: «Riaffermiamo l’importanza degli scambi tra i popoli dei BRICS nel migliorare la comprensione reciproca, l’amicizia e la cooperazione. Apprezziamo gli eventi, tenuti sotto la presidenza russa, tra gli altri nei settori dei media, cultura, istruzione, sport, arti, giovani, società civile, diplomazia pubblica e scambi accademici e riconosciamo che gli scambi tra i popoli svolgono un ruolo essenziale nell’arricchire le nostre società e nello sviluppare le nostre economie. A questo proposito, chiediamo maggiori sforzi per rispettare la diversità delle culture, attribuire grande valore all’eredità culturale, all’innovazione e alla creatività, sostenere congiuntamente solidi scambi e cooperazione tra i popoli a livello internazionale e riconoscere l’adozione della risoluzione A/RES/78/286 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite dedicata alla Giornata internazionale per il dialogo tra le civiltà».

Su un tema analogo, il punto 132 è dedicato al potenziamento dei rapporti e del ruolo della società civile, nel senso di incoraggiare «il rafforzamento dei legami tra le comunità di esperti e la società civile dei Paesi BRICS».

Molto significativa, a margine del Vertice, anche la dichiarazione del portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, secondo la quale l’adesione alla Nato non è di per sé un ostacolo all’adesione ai BRICS. “Dal punto di vista dei BRICS e dei principali approcci dei BRICS, non ci sono obiezioni”. In particolare, i BRICS non stabiliscono condizioni in linea di principio per i loro aderenti e partner. “Queste sono le condizioni che vengono stabilite nella NATO, nell’UE: “o sei con l’UE o con la Russia”, “o sei nei BRICS o nella NATO”. Nei BRICS nessuno dice queste cose, e ciò rende l’organizzazione ancora più attraente”. Inoltre, i BRICS sono una piattaforma di cooperazione aperta e non hanno statuti o trattati vincolanti. “C’è una volontà politica che unisce i Paesi che condividono la stessa visione delle prospettive di sviluppo, sia esso sviluppo politico, economico, culturale e così via. È un’atmosfera in cui gli interessi reciproci sono presi in considerazione. È un’atmosfera in cui non ci sono aspirazioni egemoniche. Non c’è nessun Paese che pretenda di essere la guida dell’organizzazione”.

In definitiva, nella loro articolazione e diversità, i BRICS rappresentano, anche alla luce di questi, più recenti, sviluppi, una delle articolazioni fondamentali dell’emergente mondo multipolare e, di conseguenza, un fattore promettente, sulla scena internazionale, per aprire spazi di relazione e di cooperazione internazionale, per contrastare unilateralismo ed egemonismo, per traguardare la prospettiva di un rinnovato multilateralismo.

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Qui puoi scaricare il documento completo della Dichiarazione finale dei Brics a Kazan 2024

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