I PENSIERI DEL SOVRANO
QUANDO LE LEGGI SONO ILLEGITTIME
Principi etici e senso di ingiustizia
In sintesi
Quando una legge è percepita come giusta non c’è bisogno di sanzioni né di polizia per farla rispettare; lo facciamo comunque spontaneamente e volentieri.
Quando ci appare ingiusta entriamo invece in conflitto con la nostra Coscienza e la scelta diventa drammatica: obbedisco alla voce della Coscienza, o alle leggi dello Stato?
Premessa
Cosa vuol dire per una legge essere giusta?
Forse il tema è un po’ noioso e complicato, ma se vuoi fare il Sovrano e non essere servo, queste cose le devi sapere bene, perché è il Sovrano che fa le leggi: noblesse oblige!
Giustizia è un nome che richiama contemporaneamente due concetti: la coerenza con le leggi (lo jus, il diritto degli uomini) e la coerenza con l’etica (i principi universali della Coscienza).
Partiamo dal primo concetto. Una legge è detta legittima se rispetta i principi generali delle leggi degli uomini: lo jus.
C’è un ordine nelle leggi già iscritto nel significato letterale di “ordinamento giuridico”. L’ordine si regge su tre limiti posti alle leggi. Tre colonne portanti: tre, per garantire equilibrio. Sono limiti importantissimi e stringenti, posti a sostegno: del diritto; del concetto di democrazia; a livello internazionale, del sistema liberale basato sul rispetto delle regole (the “Rules-Based Order”), contrapposto ai regimi “autoritari e illiberali” delle varie dittature e stati-canaglia.
Le norme che non rispettano i limiti sono illegittime: non sono giuste, non sono coerenti con lo jus!
Queste cose apparentemente un po’ tecniche di cui voglio parlarvi le sanno in pochi, e la maggior parte di quelli che dovrebbero saperle bene, perché devono applicarle, in realtà le ignorano. Eppure, fuori dai tre limiti ci può essere solo illegittimità che, in parole povere, vuol dire: il dominio del più forte; il Potere/dominio. Nel regno dell’illegittimità possono prosperare solo regimi autoritari e illiberali.
Stiamo vivendo un vero e proprio processo di degrado della civiltà negli ultimi decenni, in particolare nel nostro mondo occidentale che per secoli avevamo considerato centro propulsore della cultura democratica, libera, basata sul diritto.
Le autorità, il sistema informativo e il sistema formativo si sforzano di farci credere che siamo ancora una società democratica, libera, basata sul rispetto del diritto. Ma la realtà, per chi vuole leggerla, ci suggerisce tutt’altro. Segni concreti e sempre più evidenti ci dicono che stiamo precipitando in un regime sempre più autoritario e illiberale.
Molti avvertono malessere; solo pochi comprendono i meccanismi che lo alimentano; ancora nessuno sa dirci in maniera convincente come uscirne.
Riconoscere il malessere, sentirselo addosso, prenderne atto, accettare la realtà e non rifiutarla è il primo passo necessario ad avviare lo sforzo per studiarne i meccanismi. Solo dopo aver compreso questi ultimi potremo farci un’idea di come uscirne.
Quando Giulietto Chiesa ha riunito nel Centro di Gravità un ampio gruppo di persone, le più disparate ma che condividevano il malessere sociale e la voglia di cercare soluzioni, ci ha invitato per prima cosa a “esplorare il territorio e disegnare la mappa”, perché solo dopo puoi scegliere, consapevolmente, dove andare.
Apri dunque le orecchie, Popolo Sovrano; rifletti e preparati, perché sarai chiamato a scelte sempre più drammatiche.
I tre limiti
Parliamo qui delle leggi e dei principi che disciplinano le leggi, ponendo tre limiti alle stesse.
Primo limite: la gerarchia. Le leggi non sono tutte eguali ma rispecchiano una gerarchia. Si va dalle norme di rango primario giù, giù a quelle di rango inferiore. Sopra a tutto troviamo i Principi Fondamentali della Costituzione. Solo dopo vengono: le altre norme costituzionali; sotto, le leggi emanate o ratificate dal Parlamento, poi dalle Regioni; ancora più sotto, i regolamenti e gli altri atti emanati dalle amministrazioni (ministeri e organismi burocratici di vario genere). Si intuisce, anche se il mondo sembra essersene scordato, che le norme di rango inferiore non possono essere in contrasto con quelle di rango superiore senza perdere legittimità.
Discorso a parte riguarda la relazione gerarchica fra norme italiane e quelle comunitarie, ma è talmente complesso e delicato che lo affronteremo in un articolo seguente. Qui è importante afferrare, prima, l’ABC!
Secondo limite: la forma. Il chi e il come. È prevista una forma, una procedura specifica che stabilisce il modo in cui si possono produrre legittimamente nuove norme. Un tempo il Re si svegliava la mattina di malumore e comunicava la sua volontà; anche se perversa, questa era già legge a cui tutti dovevano obbedire. Oggi esiste una procedura precisa che stabilisce “chi, come e quando” possa emanare una nuova norma, e quando questa inizia a produrre effetti. C’è una procedura formale per ogni tipo di norma ed è descritta in parte già nella Costituzione, laddove si delinea quale è e come si esercita il potere legislativo del Parlamento, delle Regioni, del Governo. Poi, leggi ordinarie come quelle elettorali la completano, stabilendo come si selezionano le persone che avranno potere legislativo e con quali modalità possono cominciare a esercitarlo. Il mancato rispetto del chi e del come, il mancato rispetto delle procedure, delle forme, fa venire meno la legittimità delle norme. Si dice: in questo caso, la forma è sostanza.
Terzo limite: il contenuto. Eh no, caro parlamentare, caro ministro, caro burocrate nascosto negli uffici di qualche agenzia o autority: non siete voi il Re! Voi non potete svegliarvi la mattina e decidere quello che vi pare, imponendolo a tutti noi. Siccome esiste una gerarchia delle norme e delle fonti del diritto, dovete rispettarla. Il contenuto di nessuna vostra decisione, in nessun caso, può mai violare le disposizioni di una norma di rango superiore senza perdere la sua sostanziale legittimità. A ritroso, nessun decreto, nessun regolamento e nessuna legge possono mai violare la Costituzione e meno che mai i suoi Principi Fondamentali, senza perdere irrimediabilmente la loro legittimità, senza trascinarci in uno stato autoritario e repressivo. E ricorda, inoltre, che ai Principi Fondamentali della Costituzione si aggiungono i Principi Generali del diritto universalmente riconosciuti, anche se non scritti. Nota bene, infine: non c’è calamità, guerra, emergenza di alcun genere che possa sovvertire questo principio senza minare alla radice e irrimediabilmente la forza stessa dell’ordinamento. Anzi: l’emergenza, lo stato d’eccezione, dovrebbero riportare immediatamente ogni potere decisionale di carattere eccezionale direttamente in mano all’unico vero Sovrano: il Popolo.
Tutto questo è comprensibile, condivisibile, intuitivo, ragionevole. Quando è vissuto e rispettato, ci fa sentire tranquilli; a posto con la nostra coscienza civica; parte di un mondo civile e democratico.
Ma… è rispettato?
Come si misura la legittimità
Cosa vuol dire “legittimità” e cosa vuol dire perderla?
Se la legalità è il rispetto della legge da parte dei membri di una comunità, la legittimità delle norme è il rispetto da parte delle stesse delle leggi sulle leggi: i tre limiti di gerarchia, forma, contenuto.
In realtà ci sono due modi di interpretarla: uno tutto formale, ed uno sostanziale.
Quello formale dice: una qualunque norma, formalmente emanata da una qualunque Autorità riconosciuta dall’ordinamento, è legittima fino a prova contraria. Per dichiararne l’illegittimità e toglierla dall’ordinamento si devono seguire determinati percorsi burocratici, senza i quali la norma intanto deve essere rispettata.
Quello sostanziale dice: una norma è legittima se rispetta tutti e tre i limiti previsti dall’ordinamento. Non solo la forma, ma la gerarchia, la forma e il contenuto. E se è evidente che non rispetta i limiti, è già illegittima e non deve produrre effetti.
Premesso, fra l’altro, che uno dei principi fondamentali di ogni sano ordinamento giuridico stabilisce la prevalenza della sostanza sulla forma, dimmi comunque, secondo Te, quale dei due criteri Ti fa sentire parte di un mondo civile e veramente democratico?
Se hai la sensazione di vivere oggi in un sistema sociale poco civile e sempre meno democratico è perché oggi tutte le “autorità”, la quasi totalità del sistema mediatico (informazione) e buona parte del sistema scolastico e universitario (formazione) sostengono, più o meno apertamente, il primo criterio, quello esclusivamente formale.
Ora, lo vede anche un bambino che questo criterio formale ignora due dei tre limiti fondamentali.
L’ordinamento giuridico deve poggiare su tre gambe per stare in piedi, come tutti gli sgabelli del mondo. Gerarchia, forma, contenuto. Ma “autorità” poco autorevoli, informazione poco libera e formazione poco etica ignorano più o meno sistematicamente due delle colonne portanti: la gerarchia e i limiti al contenuto delle norme. Fanno gli gnorri: sanno, ma fingono di non sapere.
Togli due delle tre zampe, e lo sgabello non solo traballa: non sta più in piedi!
L’origine naturale della legittimità
Abbiamo detto che la legittimità delle leggi è il rispetto da parte delle norme di ogni prescrizione contenuta nelle leggi sulle leggi. Ora, risalendo gerarchicamente dai regolamenti ai Principi costituzionali, diventa legittimo domandarsi: ma cosa rende legittimi questi Principi stessi?
Innanzitutto, questa legittimità ha a che fare con la Sovranità: è il sovrano che fa le leggi! Nel nostro caso, il Popolo è il vero ed unico sovrano. Art 1 della Costituzione: “… La sovranità appartiene al popolo…”. Gli organi rappresentativi previsti dalla Costituzione sono concepiti quindi come esecutori della volontà del popolo. Questa è l’essenza della democrazia rappresentativa: gli organi costituzionali interpretano ed eseguono la volontà del popolo, titolare della sovranità.
Quando ci accorgiamo che il contenuto di una legge non piace quasi a nessuno, tranne ai pochissimi privilegiati che ne traggono benefici personali, abbiamo un segno evidente, manifesto, inequivocabile che siamo fuori dalla corretta interpretazione della “democrazia rappresentativa”. Sopruso; abuso di potere; illegittimità.
Quando la maggior parte delle leggi sono in contrasto con la volontà popolare, precipitiamo in regimi autoritari e repressivi.
Volendo, potremmo rifarci al processo formale dell’Assemblea costituente nata nel dopoguerra, del come e perché è nata, per capire il nesso fra volontà popolare e istituzioni rappresentative… ma preferisco seguire un sentiero diverso, per andare più in profondità e fuori dal tempo: oltre le forme e oltre la storia contingente.
Per capire il senso profondo della legittimità dobbiamo indagare meglio la sua provenienza, il suo legame inscindibile con i concetti di “giustizia” e di ’”etica”, ben radicati nella coscienza dei popoli.
Giustizia deriva dal termine latino jus (diritto, norma, legge). E questo ci riconduce ancora alla necessità che i comportamenti rispettino le leggi per essere giusti, così come le leggi devono rispettare i Principi, per essere giuste (legittime).
Ma il concetto di giustizia viene ancora prima delle leggi concepite dagli uomini: ha a che fare con l’etica! Ed eccoci al secondo concetto legato al nome giustizia.
Richiama in tutti noi il senso del sacro e del divino. Il senso innato e naturale di discernimento fra bene e male e il dovere etico di assumerci responsabilità. Un bambino che non ha mai sentito parlare delle leggi avverte immediatamente il senso di ingiustizia appena ne subisce alcuna! Il bambino strilla e si ribella. L’adulto cosciente si assumere responsabilità: opera per ripristinare il bene.
Prova adesso a leggerli di persona, i principi Fondamentali della Costituzione, o anche quelli della Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo. Li trovi qui: https://www.governo.it/it/costituzione-italiana/principi-fondamentali/2839#1 e qui : https://www.ohchr.org/sites/default/files/UDHR/Documents/UDHR_Translations/itn.pdf
Te li propongo perché direi che le autorità, il sistema mediatico e quello formativo non si sforzano molto di farteli conoscere e ricordare, vero?
Studiali, perché fa bene alla salute, fisica e mentale.
Mentre li leggi, non senti forse vibrare più di una corda dentro di Te? Percepisci una risonanza positiva con quei precetti, che vorresti fossero rispettati da tutti anche se non fossero mai stati scritti?
Ora, fa un esercizio: confronta il contenuto dei decreti, delle leggi e dei regolamenti che ci sommergono in questi ultimi anni con quei sacri Principi, e verifica di persona lo stridore, l’incoerenza, l’ingiustizia manifesta!
Salvo rare eccezioni (spiegabili, ma non qui) gli umani desiderano profondamente il rispetto di quei principi, perché coincidono con il proprio sentire etico innato. Rispecchiano infatti e richiamano concetti etici senza tempo quali Pace, Verità, Giustizia, Libertà/Responsabilità, Eguaglianza, Solidarietà; in una parola: Amore.
È la Coscienza stessa che entra in gioco! La nostra Coscienza individuale che risuona con quella universale, con il Sacro, con il Divino che è in noi. Capisci quanto è forte?
Capisci perché nessun regolamento né alcun decreto da strapazzo possa mai violare quei principi senza minare pericolosamente dalle fondamenta la tenuta della società?
Ognuno di noi desidera che tutti li rispettino, quei Principi fondamentali. Se non esistessero altre leggi, ma almeno quei principi fossero universalmente ri-conosciuti e poi diffusi e difesi dalle autorità, dal sistema informativo e da quello formativo, sarebbero già di per sé sufficienti a garantire una società sana, equilibrata, pacifica; in una parola: giusta.
Rispettiamo spontaneamente le prescrizioni che percepiamo giuste e se tutte le norme lo fossero, l’ordinamento giuridico non avrebbe bisogno di prevedere “sanzioni”, cioè le punizioni che le leggi prevedono per il mancato rispetto delle norme. Neppure occorrerebbe organizzare alcuna autorità di polizia dedicata a imporne il rispetto.
Ricorda: tutte le norme sarebbero giuste se rispettassero i limiti di forma, gerarchia e contenuto. Purtroppo, non lo fanno! I limiti vengono scavalcati, vilipesi e ignorati in maniera crescente e sempre più sfacciata.
E più le norme si allontanano dalla retta via e violano i confini della legittimità, più la società diventa autoritaria e repressiva, per imporre – anche con la violenza – l’obbedienza cieca a norme imperative che, lontane dai limiti, si mettono inevitabilmente in contrasto con il comune senso di giustizia e di appartenenza.
Il Pericolo
Gran parte della popolazione, pur percependo la sostanziale ingiustizia di norme che violano sempre più i nostri diritti, continua a vivere nell’illusione di far parte di un sistema civile e democratico. Autorità, informazione e formazione ci raccontano ogni giorno che noi siamo quelli civili e democratici e dobbiamo difenderci dai “nemici”: gli stati canaglia, autoritari e illiberali.
La popolazione non conosce i limiti dell’ordinamento, e quindi non sa che quelle norme che percepisce ingiuste, sono anche illegittime!
Fin quando sei convinto di vivere in un sistema civile e democratico, è normale che ricevi una forte spinta interna ad obbedire alle leggi, anche se non ti piacciono.
Considera inoltre che si aggiungono pesantemente tutte le fragilità psicologiche degli umani: fare come fan tutti è facile e consolatorio. Conformismo, paura, ignoranza, pregiudizi, sono alimentati ad arte dal sistema di potere autoritario, manipolatorio e censorio che ci sta crescendo attorno, e continueranno imperterriti a suggerirti di obbedire alla legge. Sempre e comunque.
Ma il pericolo più grande è questo: arrendersi all’idea che la sicurezza possa valere più della libertà! Il che sta avvenendo per le masse che hanno dimenticato la nostra natura divina e immortale.
Scelta etica
Solo una Coscienza individuale e sociale consapevole della propria vera natura, che si risveglia e osserva con disincanto quello che accade nel mondo, che si informa perché vuole capire al di là della narrazione mediatica, può rendersi conto del fatto che viviamo da tempo in una condizione politica non civile, non democratica, non legittima. In pratica, stiamo vivendo in un regime sempre più manifestamente autoritario e illiberale.
La Coscienza che si risveglia e diviene Consapevole vuole anche essere Coerente: vuole prendersi Responsabilità.
Se hai seguito passo dopo passo il discorso, probabilmente Ti risulterà chiara la scelta su quale comportamento adottare di fronte a norme che risultano manifestamente illegittime.
Una scelta etica, giusta, legittima, coerente con i Principi dell’ordinamento e con i Principi della Coscienza universale non è una scelta facile! Il Potere/dominio si sforzerà di spezzare la Tua volontà con forza crescente. D’altronde, nessuna scelta veramente etica è mai stata facile.
Ti consoli sapere che il vero diritto, sia nella forma dello jus naturale che in quella codificata, è dalla Tua parte. Ancor più, Ti sostenga il sapere che non occorre né una rivoluzione né tantomeno aggregare masse di disobbedienti per cambiare il mondo.
Impariamo ad essere Sovrani coerenti e coraggiosi, consapevoli e responsabili, e il resto verrà da sé.
Conclusione
Quando un comportamento individuale rispetta contemporaneamente le leggi degli uomini e i principi etici ne deriva pace ed armonia sociale.
Quando una legge rispetta contemporaneamente i tre limiti dell’ordinamento (gerarchia, forma e contenuto) e risuona con i principi etici abbiamo il Paradiso in Terra.
Quando non succede, dobbiamo prenderci responsabilità.
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