La Russia NON è nostra nemica

I servizi segreti italiani indagano su questa frase?

La Russia non è nostra nemica

La Russia NON è nostra nemica! Basta soldi per le armi a Ucraina e Israele. Vogliamo la PACE e ripudiamo la guerra (art. 11 Costituzione).

di Maurizio Torti

Sullo sfondo una stretta di mani, una con i colori della bandiera italiana e l’altra con la bandiera della Federazione della Russia.

Questa frase è composta da 138 battute, 25 parole e in queste ore vengono esaminate da esperti dei servizi segreti italiani, dal Copasir, da giornalisti d’inchiesta, da esperti della finanza internazionale e da ex diplomatici.

Facciamo l’analisi di questa frase proiettandola nel contesto attuale:

La Russia non è nostra nemica. Ad oggi nonostante il conflitto in corso Italia e Federazione della Russia non sono in guerra come dichiara il ministro Tajani.

Basta inviare armi a Ucraina e Israele. L’opinione pubblica italiana chiamata a rispondere in più di una occasione a sondaggi politici ha sempre dichiarato in maggioranza basta inviare armi a Ucraina e Israele .

Vogliamo la Pace e ripudiamo la guerra come recita l’art. 11 della Costituzione Italiana.

Il giornalista dell’Linkiesta Massimo Coccia ha realizzato un primo articolo poi sviluppato in una vera e proria inchiesta giornalistica in tre puntate. Nel primo articolo Moccia scrive: “La campagna di affissioni «La Russia non è il mio nemico» in giro per le città italiane è solo l’ultimo tassello di una complessa rete che il Cremlino ha pianificato nel nostro Paese per modificare l’orientamento dell’opinione pubblica. Primo di tre articoli

Nel secondo articolo, scrive: “Criptovalute, soldi cash ritirati ai bancomat, sanzioni aggirate, e ora anche un piano per la Generazione Z. Così Mosca ha reso l’Italia un terreno fertile per bugie e infiltrazioni”.

Probabilmente tra qualche ora verrà pubblicato il terzo articolo ed è difficile immaginare quali altri dettagli criminali verranno portati alla luce da questa inchiesta. Gli articoli raccontano il primo manifesto affisso a Verona il 17 giugno 2024. 

La Russia non è mio nemico. Verona

Qui a questo link sono gli stessi autori a raccontare l’iniziativa. Tutto pubblicato sul sito

E sono stati anche rivendicati per mezzo di dichiarazioni pubbliche, articoli smentendo in gran parte quanto indicato dall’inchiesta giornalistica.

Nel frattempo il conflitto continua a mietere vittime, distruggere case e alimentare fuoco e violenza.

L’esempio di azione nonviolenta è stato ripreso da altri cittadini e i manifesti sono comparsi a Modena, Verona, Pisa, Parma, Lamezia conservando quasi sempre la stessa grafica e le stesse parole. Da giugno a settembre non c’è stata molta attenzione da parte della stampa italiana e neanche del Copasir.

Riportando l’orologio del tempo indietro di pochi giorni appare chiaramente la propaganda e la manipolazione della politica italiana, dei media nazionali e internazionali e una massiccia quantità di russofobia.

Da questa redazione il giorno 12 settembre 2024 viene pubblicato l’articolo: “La Russia NON è nostra nemica” a seguito dell’affissione di manifesti nel centro di Roma Capitale. I colori e la grafica sono uguali a quelli di precedenti affissi a Verona solo piccolissime variazione nella frase d’apertura.

Roma Capitale

La Russia non è nostra nemica

Venerdì 13 settembre la giornalista della CNN, Barbie Latza Nadeau, scrive nel suo articolo: “On Friday, Sovranita Popolare posted a lengthy article on its website, taking responsibility for the campaign and quoting Article 11 of the Italian constitution, which reads: “Italy rejects war as an instrument of aggression against the freedom of other peoples and as a means for the settlement of international disputes”. – Traduzione (Venerdì scorso, Sovranita Popolare ha pubblicato un lungo articolo sul suo sito web, assumendosi la responsabilità della campagna e citando l’articolo 11 della Costituzione italiana, che recita: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di aggressione alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.)

In pochi minuti l’articolo apparso sulla CNN viene ripreso da decine di testate internazionali e nazionali e ad oggi nessun contattato con l’autrice e nessun chiarimento per la frase: “assumendosi la responsabilità della campagna”, semplicemente una interpretazione personale della giornalista Barbie Latza Nadeau.

Dall’inizio della campagna nonviolenta per mezzo dell’affissione di manifesti nel centro di Roma nessun politico o amministratore ha sollevato dubbi o perplessità anche dopo la scaltra protesta diplomatica dell’ambasciata Ucraina per mezzo del social X

nota protesta amb Ucraina

Il Comune di Roma, chiamato in causa per via diplomatica ha giustamente deciso di non intervenire e applicare la censura a una campagna nonviolenta e ad un chiaro messaggio primo di qualsiasi sbavatura rispettoso anche del decoro urbano.

Le pressioni hanno raggiunto un’agenzia di servizi per l’affissione e ha rinunciato al rispetto del contratto stipulato con dei semplici cittadini, organizzatori e promotori della campagna non violenta.

I manifesti affissi per le piazze e le strade del centro di Roma hanno una buona visibilità e la campagna nonviolenta continua senza ulteriori problematiche se si esclude la manipolazione da parte della stampa internazionale e nazionale.

Cosa ha sensibilmente modificato la posizione del Comune di Roma e cosa ha condizionato alcuni rappresentanti della politica italiana?

Linkiesta ha pubblicato un articolo del giornalista Massimo Coccia, rirpeso da altre testate come uno scoop in merito alla verità dei fatti, chi, come, quando e perchè della campagna nonviolenta “La Russia NON è nostra nemica”

Massimo Coccia scrive: “L’ex consigliere municipale Domenico Aglioti, sostenitore della prima ora di Virginia Raggi, è il generoso committente di numerose e costose affissioni 3×2 con lo slogan: «La Russia non è nostra nemica». Perché il Comune non le ha rimosse, come gli impone il suo stesso regolamento?”

L’autore indica il cittadino “dirigente del M5S e consigliere del Comune di Roma” come la mente e il finanziatore dei manifesti erroneamente “difiniti pro-russia”

Un lavoro meticoloso e dettagliato ma immediatamente smentito dalla dichiarazione dello stesso Domenico Aglioti pubblicate sui social e alcuni giornali online:

“1) Non sono MAI STATO un dirigente del movimento 5 stelle; sono uscito dal movimento nel 2021 alla fine del mio mandato come consigliere municipale

2) Non sono il generoso committente della campagna come voi avete riportato nell’articolo ma ho solo posto la mia firma sul contratto stipulato con l’agenzia.
3) Il costo della campagna non è stato di 50.000 euro come da voi sostenuto ma di poche migliaia di euro, circa 3.000, così come è falso il numero dei cartelloni affissi.
4) “L’entità esterna” che l’ha finanziata a cui l’articolo allude ammonta a diverse centinaia di cittadini -non solo di Roma- che hanno aderito all’iniziativa versando una piccola quota volontaria a titolo personale.
Inoltre vorrei ribadire, così come i manifesti riportano, l’importanza dell’articolo 11 della NOSTRA Costituzione Italiana che recita testualmente: “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie”.
Le dichiarazioni di Domenico smentiscono quanto scritto nello “scoop” dell’Linkiesta e dalla CNN.
Il gruppo dei cittadini, promotori e organizzatori della campagna nonviolenta, nonostante le forti pressioni non si sono fermati e per le strade di Roma si è mossa una “vela” un mezzo per continuare la campagna, il tutto con modesti investimenti, come dichiarato e pubblicato sui social, basta qualche secondo per riscontrare quanto scritto.
La macchina del fango politico
Ha attaccato con false news, rivolte al cittadino e indirettamente al partito M5S e da questo momento la politica italiana ha rivolto l’attenzione ai manifesti della campagna nonviolenta. Il Comune di Roma costretto a cedere alle pressioni ed è intervenuto per togliere i manifesti rischiando una denuncia, perchè la campagna nonviolenta non ha assolutamente nulla di illegale, è tutto regolare.
Cosa succederà oggi?
È difficile prevedere il futuro, il Copasir veramente è interessato per la campagna nonviolenta? In più di una occasione cittadini coinvolti dalla stampa internazionale e nazioanale hanno reagito pubblicando la verità e chiedendo, al momento inutilmente delle rettifiche. C’è una sola strada da seguire, la memoria e la cultura per ribadire ancora una volta che la storia è totalmente differente e solo così tutti possono comprendere e conoscere i perchè, dell’amicizia artistica, culturale e politica tra l’Italia e la Federazione della Russia

L’arte e la scrittura: la presenza della cultura russa in Italia

La storia italiana è ricca di eventi ed è stata attraversata ed influenzata da culture e lingue divere ma in alcuni casi ancora poco conosciute come quella delle origini della presenza culturale e della lingua russa in Italia. Il punto di partenza per le nostre riflessioni sono la ricerca e gli studi fatti da A. L. Aref’ev per il Centro di Ricerche Sociologiche del Ministero dell’Istruzione e della Ricerca Russo.
La diffusione della lingua russa in Italia non è un fatto casuale ma il risultato di ottimi rapporti tra i due stati risalenti ad altre 4 secoli fa. In Italia nel 1900, quando alcuni filosofi, storici, scrittori russi, fondano ufficialmente la prima scuola di russo a Capri in Italia.
La presenza culturale russa già nella sua prima fase rafforza l’interesse politico e sociale tra Russia e Italia, apparentemente due universi culturali distanti. Arrivano in Italia filosofi e scrittori come Plechanov, Lopatin, Kropotkin, ma soprattutto Maksim Gor’kij.
Gli scrittori russi entrarono in contatto con gli intellettuali italiani e fu così che la prima rivoluzione russa si trasformò in Italia come un fenomeno culturale, attraverso le corrispondenze, rubriche specializzate, articoli e traduzioni e la nascinta di nuovi giornali italiani.
Dopo pochi anni nasce una nuova scuola a Bologna e continua anche il dialogo politico tra i filosofi russi presenti in Italia e filosofi e rivoluzionari presenti in Russia, in modo particolare emerge la figura di Alezander Bogdanov.
Il pensiero politico e sociale dei filosofi russi in Italia è stato raccolto nel 1915 da un giovane studente unirversitario e giornalista di nome Gramsci che nel 1919-1920 introdusse all’interno delle fabbriche italiane i Consigli di fabbrica nella originale versione dei Soviet russi.
Attraverso le lettere di Gramsci sappiamo che molti documenti, libri e traduzioni sono stati realizzati in Italia ma ad oggi non ne ritroviamo tracce consistenti, un esempio su tutti è la traduzione del romanza di Bogdanov dal titolo “Stella Rossa”
Oggi anno 2022 alcuni di questi lavori sono stati ripresi da famosi scrittori e storici come Carlo Rovelli con l’opera dal titolo “Helgoland”
Riteniamo che non sia stato riconosciuto, dagli storici e dagli intellettuali italiani il vero valore della presenza culturale russa in Italia dagli inizi del 1900 ad oggi e la sua influeza negli ambiti storici, culturali della musica, dell’arte, della scittura, della filosofia dell’Italia di oggi.
La nostra proposta ci vedrà impegnati nel facilitare l’avvicinamento degli studenti italiani allo studio della lingua russa, nelle scuole pubbliche e private e nelle università.

Queste poche righe sono il risultato di una ricerca veloce e le sorprese sono mille, la storia è la nostra memoria.

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