Lettera aperta a Barbie Latza Nadeau, alla CNN e a tutti i giornalisti del mondo

Manipolazione censura e sorveglianza contro i diritti umani

"The Things We Fight For Become the Cages We Live In" Acrylic on canvas 2019

di Ernesto Melappioni
Cara Barbie Latza Nadeau,
con questa lettera aperta mi rivolgo direttamente a lei e alla testata che rappresenta e indirettamente a tutti i giornalisti del mondo. Questo è un invito alla responsabilità sociale che la professione del giornalista è tenuta ad assumere ogni qualvolta decide di scrivere un articolo. Una responsabilità che la maggior parte delle volte i giornalisti delle grandi testate deludono sistematicamente.

Ho letto il suo articolo «MANIFESTI FILO-RUSSI COMPAIONO SUI CARTELLONI PUBBLICITARI IN TUTTA ITALIA » del giorno venerdì 13 settembre 2024 nel quale viene richiamato in causa l’articolo «LA RUSSIA NON È NOSTRA NEMICA! BASTA SOLDI PER LE ARMI A UCRAINA E ISRAELE» pubblicato il 12 settembre 2024. Tra l’altro, commettendo l’errore sul giorno settimanale di pubblicazione da lei indicato come “venerdì” quando invece era giovedì.

In primo luogo, tengo a precisare che la testata «SOVRANITÀ POPOLARE» è una fra le poche in Italia, se non addirittura l’unica, ad essere concretamente indipendente. Una testata che lascia libertà d’espressione a chiunque voglia manifestare pubblicamente la propria opinione. Un fatto riscontrabile nella lettura degli articoli scritti da diversi autori con pensieri spesso e volentieri anche contrastanti fra loro. Autori per la maggior parte uniti esclusivamente da uno dei punti cardini del pensiero di Jean Jacques Rousseau, per l’appunto, quello sulla “Sovranità Popolare”. Un tema strettamente interconnesso con lo sviluppo e la diffusione della democrazia partecipativa e dei diritti umani nel mondo. Un principio completamente diverso ed estraneo con quello del “sovranismo nazionale” in contrapposizione alle dinamiche della globalizzazione e alle politiche sovrannazionali di concertazione.

Le ricordo che se oggi, professionisti come lei del così detto “mondo libero”, possono scrivere e pubblicare articoli su un vasto ventaglio di testate giornalistiche, lo si deve proprio all’eredità del pensiero di Rousseau. Il più illuminato ispiratore post mortem della Rivoluzione francese e anche della Costituzione degli Stati Uniti d’America. Quella dello Stato a cui lei appartiene. Oltretutto, ispiratore della Dichiarazione dell’Uomo e del Cittadino del 1789 e della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948.

Con queste premesse le chiedo cortesemente di ravvedere il pubblico dei lettori in merito alle sue affermazioni, fornendo le basi documentali con le quali lei ha dichiarato che la testata SOVRANITÀ POPOLARE è la responsabile della campagna “filo-russa” oggetto di questa lettera aperta. Affermazione tendenziosa e assolutamente falsa. Sicuramente esistono degli organizzatori che hanno promosso questa campagna e di certo a lei non mancano gli strumenti per risalire alla loro corretta identificazione fornendo delle informazioni più precise in merito.

Resta comunque il fatto che nel nostro paese esistono anime che non condividono le scelte della classe dirigente dello Stato Italia di appoggiare una guerra del genere. Scelte che contrastano con il vincolo costituzionale dell’articolo 11 della costituzione italiana. Scelte che contrastano con lo spirito della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che la invito a rileggersi con attenzione insieme a tutti i trattati internazionali ad essa giuridicamente connessi. Principi che promuovono la pace e la democratizzazione del mondo. Valori di alto scopo morale calpestati dall’intera classe dirigente contemporanea internazionale. Come se, paradossalmente, tutte le dirigenze statali in conflitto fossero d’accordo in una congiura contro il genere umano. Come se, paradossalmente, fossero gatti e volpi con i popoli pinocchi.

In questa storia, SOVRANITÀ POPOLARE, si è solo occupata di fornire in modo asettico una notizia che le principali testate italiane hanno trascurato o forse volontariamente censurato. Un giornalista e una testata onesta sono chiamati a scrivere senza filtri e con cognizione di causa su ogni fenomeno che investe la società. Sempre e comunque. Anche se tali fenomeni potrebbero risultare in contrasto con le idee e le opinioni personali o di testata.

Se mi consente, lei ha una visione totalmente errata del concetto di Stato e di Nazione che sono due entità completamente diverse e a sé stanti. La Nazione è la terra natia di una popolazione che condivide caratteristiche autoctone comuni come la lingua e la cultura. Un sammarinese, per esempio, è a tutti gli effetti un individuo di nazionalità italica sebbene non faccia parte della Repubblica Italiana ma della Repubblica di San Marino. Diversamente, lo Stato, è l’organizzazione politica e giuridica di una popolazione stabilmente stanziata su un territorio e le due entità possono sovrapporsi, ma non è detto che siano sempre sovrapposte. Come è il caso dello Stato in cui lei vive la cui Nazione andrebbe originariamente ricondotta alla condizione dei nativi americani e non certo a quella anglofona dei suoi colonizzatori. Per dirla in breve la Nazione è la madre naturale di una popolazione, mentre lo Stato è il patrigno autoritario che si arroga il diritto di governarla. La Nazione resta sempre tale, mentre il patrigno spesse volte cambia rimescolando le carte in tavola. Ciò che non dovrebbe mai accadere in uno Stato di Diritto chiamato a servire la sua popolazione applicando i Diritti Umani attraverso una effettiva sovranità democratica.

Se lei avesse avuto chiari questi basilari concetti, con alle spalle un po’ di storia sul senso profondo della Rivoluzione francese e dei Diritti Umani Universali, probabilmente avrebbe letto il fenomeno dei cartelloni pubblicitari italiani diversamente facendo gli opportuni distingui. Sarebbe riuscita a intravedere degli umani che ripudiano la guerra in ogni sua forma per come stabilito nell’articolo 11 della nostra costituzione. Umani che ancora lottano per un mondo veramente in pace e libero che sono presenti in ogni nazione del mondo, magari distinguendoli dai soliti strumentalisti che purtroppo, per carenze cognitive e culturali, sono presenti in ogni compagine politica. Intenzionati solo a conservare il loro status ideologico, il più delle volte antiquato e deleterio. Distinguendoli da quegli umani che invece sono insoddisfatti, delusi e traditi dai rispettivi governi statali che fanno leva su delle democrazie rappresentative ormai disfunzionali e anacronistiche. Forse lei non lo sa, ma anche parecchi Russi sono stanchi di questa relazione degenerativa fra Stato e Nazione. Anche i suoi concittadini statunitensi sono stanchi del vostro ordinamento statale. La stessa cosa dicasi per una buona parte della popolazione mondiale sottoposta a regimi democratici rappresentativi. Individui che intimamente percepiscono le dissonanze cognitive presenti nelle democrazie rappresentative contemporanee.

Glielo dico spassionatamente. L’unica fenomeno positivo della globalizzazione e del progresso tecnologico è stato quello di mettere in connessione milioni di individui di nazionalità diversa. Individui che confrontandosi fra loro hanno compreso che le attuali democrazie rappresentative non garantiscono la piena sovranità delle popolazioni, figuriamoci la piena applicazione dei diritti umani. Riconoscendole come sistemi socio-organizzativi atti a dividere in parti le popolazioni con l’azione politica dei partiti di destra e di sinistra. Sistemi che alimentando i conflitti sociali senza offrire realistiche opportunità migliorative sulla condizione umana che sono costretti a vivere. Sistemi che permettono ai politici di entrambi gli schieramenti di portare avanti le medesime politiche auto-conservatrici del potere costituito, proteggendo esclusivamente i privilegi che hanno acquisito. Comportandosi, anche in questo caso, come gatti e volpi con i popoli pinocchi.

Se a queste aggiungessimo tutte le altre popolazioni del mondo ancora sottomesse a regimi autoritari scopriremmo che c’è un sentire comune nel genere umano che cova da millenni un grido di emancipazione universale dai poteri secolari. La Rivoluzione francese è stata solo l’innesco di un processo che ha introdotto l’età contemporanea. Un processo che nel bene o nel male è approdato nel 1948 con la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e l’introduzione degli Stati di Diritto, stabilendo dei principi universali che andrebbero rispettati da tutti gli Stati democratici. Ma a quanto pare, dopo il 1948, qualcosa è andato storto e stiamo rovinosamente retrocedendo.
Lei forse ancora non ha piena idea sul pericolo che il genere umano sta attraversando. Per uscire da questa drammatica impasse, che sta spingendo la specie umana alla sua autodistruzione biologica, ogni singola azione individuale fa la differenza. Non lo capisce che un bambino morto sotto le bombe in Ucraina, in Palestina, in Israele, in Yemen e nelle altre decine di guerre sparse per il mondo è sempre un fallimento per tutto il genere umano? Non esistono parti da appoggiare in questa carneficina dettata dai piani alti, ma solo mani da stringere in piena solidarietà intente a staccarsi dal gioco secolare dei padroni.

È vero, sicuramente in parte è una campagna filo-russa intesa in senso “filo-putiniano” se vogliamo dirla senza filtri. Una campagna che in parte tenta di strumentalizzare il valore universale della pace sentito in modo naturale da diversi individui ed estraneo a qualsiasi bandiera. Con l’intento di conformarlo a ideologie retrò di stampo statalista che ancora persistono all’intero del corpo sociale internazionale grazie all’azione politica di svariati nostalgici organizzati. Ma è anche vero che dopo la Seconda guerra mondiale i vertici occidentali del “mondo libero”, promotori dei diritti umani, in più occasioni hanno interferito nei confronti di altre nazioni con strategie belliche discutibili. Solo per favorire gli interessi predatori delle multinazionali. Quindi, per un giornalista del suo calibro è importante fare gli opportuni distingui sempre e comunque. Raccontando per filo e per segno come stanno le cose.

Se non sarà la guerra ad estinguerci come specie di certo ci penseranno i disastri ambientali commessi dai processi industriali. Disastri causati da un capitalismo degenerato ormai alla deriva che ha mercificato ogni cosa, anche i sentimenti umani. Un capitalismo che vorrebbe accumulare all’infinito ricchezze rubando le risorse gratuite, limitate e finite di Madre Terra. Tutti fenomeni distruttivi di cui i comuni mortali degli Stati democratici non hanno assolutamente controllo. In quanto esclusi dalla partecipazione diretta ai processi legislativi degli Stati.

“The Things We Fight For Become the Cages We Live In” Acrylic on canvas – 2019

Ciò che distingue una democrazia effettiva e autentica da una imperfetta e fallimentare è proprio la partecipazione delle popolazioni ai processi legislativi. Ciò che Rousseau identificava con la “volontà generale”. E la volontà generale di tutte le popolazioni nazionali desidera la pace e il diritto garantito alla vita. Se un giornalista non vede più questo non è più un giornalista, né tanto meno può considerarsi un essere umano, ma solo uno scribacchino senza anima al soldo del padrone di turno. Oggi più che mai l’umanità necessita di voci fuori dal coro. Di anime lucide e impavide che reclamano e promuovono lo sviluppo pieno delle democrazie in conformità con i diritti umani universali. Piuttosto che la coatta esportazione di democrazie amputate.

Come è possibile pensare di stare in democrazia quando quotidianamente si vive in ambienti lavorativi gerarchizzati che sono antidemocratici per eccellenza? Visto che, in questi ambienti, si devono eseguire obbligatoriamente gli ordini che scendono dall’alto. Ci ha mai pensato a questo? Anche lei esegue gli ordini dei suoi superiori attenendosi obbligatoriamente alla narrazione che gli viene imposta dall’alto. Proprio come un soldato si deve attenere agli ordini che scendono dai generali che lo obbligano ad uccidere altri umani trasformandolo in un assassino. Per astrazione, se io uccidessi un altro individuo per futili motivi verrei processato e condannato come omicida dallo Stato. Diversamente, se fossi un soldato e in guerra mi trasformassi in un pluriomicida, probabilmente verrei anche decorato con medaglie all’onore. Non è assurdo questo? Qual è il riferimento logico per distinguere correttamente ciò che è bene da ciò che è male?

Il dato di fatto è che tutto il genere umano vive ancora oggi in un regime antidemocratico. Quel cammino apertosi con la Rivoluzione francese e approdato alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948 si è bruscamente arenato anche dentro le testate giornalistiche come quella della CNN. Non lo comprende che è lei insieme la compagine dei suoi colleghi a fare la CNN e non i proprietari azionisti della Warner Bros Inc.? Lei è a conoscenza che l’istituto della personalità giuridica delle Corporation si è realizzato grazie al raggiro del quattordicesimo emendamento destinato a proteggere gli schiavi afroamericani appena liberati? C’è un interessante documentario statunitense che spiega questa vicenda dal titolo “The Corporation” che la invito a guardare se ancora non lo avesse fatto.

Vuole sapere quale azione politica sostiene esplicitamente la testata Sovranità Popolare? La Neutralità Permanente del territorio italiano. E lo fa anche in una chiave internazionale basata sull’autodeterminazione delle popolazioni nazionali sancita nell’articolo 1 della Carta delle Nazioni Unite. Un’azione atta a incentivare qualsiasi popolo a rendersi neutrale per autodeterminazione (https://terraneutrale.org/). In pieno spirito autenticamente democratico.

Lei non trova che l’ONU dovrebbe contemplare il requisito fondamentale della neutralità permanente per ogni Stato partecipante? Visto che è l’organizzazione internazionale depositaria della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Ci ha mai pensato a questo? Per una volta, invece di informare dimenticandosi della responsabilità sociale che la sua professione richiede, provi a informarsi correttamente. Per una volta provi a evitare la riduttiva logica delle parti tra buoni e cattivi gettando benzina sul fuoco con delle illazioni irresponsabili che potrebbero anche compromettere la vita altrui. Perché è questo che ha fatto con il suo articolo senza rendersene conto.

Nel mondo c’è un silente fermento che sta crescendo. Magari è ancora confusionario, irrequieto, distratto, soggiogato dai poteri secolari e disorganizzato, ma di certo è spontaneo e proteso verso uno spirito sociale universale, cooperativistico e solidale. Ormai la maggioranza degli italiani non crede più nelle ideologie astratte. Qualunque esse siano. Non crede più neanche nei partiti che dovrebbero rappresentarli visto l’enorme astensionismo elettorale dovuto alla decadenza morale della classe politica rappresentativa. Sotto sotto non ci sentiamo neanche più italiani, ma solo umani appartenenti alla stessa ragione naturale. Quella da cui proviene anche lei e tutti i giornalisti come lei. Quella a cui provengono indistintamente tutti gli individui del pianeta. Come dice un bellissimo proverbio Navajo “non ereditiamo la terra dai nostri antenati, ma la prendiamo in prestito dai nostri figli”. Mentre l’umanità contemporanea, per inseguire i dogmi degli pseudo economisti assoldati dai padroni capitalisti, sta consegnando alle generazioni future una discarica a cielo aperto. Questo è lo stato di fatto. Altro che cambiamenti climatici. La purezza degli elementi vitali come l’acqua, l’aria e la terra è stata gravemente compromessa dall’azione irresponsabile delle multinazionali.

Per logica, sarà il ritorno al pianeta verde l’unico possibile innesco di una necessaria rivoluzione spirituale umana atta a scongiurare la nostra ormai evidente, folle e prematura auto-estinzione. Se vuole potrà anche evitare di rispondere a questa lettera aperta, ma il suo silenzio sarà per sempre la palese ammissione che ha perso la retta via. Quella che distingue un umano in piena coscienza sulla propria condizione esistenziale da un disumano senza alcuna coscienza. Ormai disconnesso dalle ragioni della natura. L’unico libro sacro evergreen disponibile anche agli analfabeti. L’unica e universale “bibbia” con le potenzialità di riconnettere il genere umano alla vita reale e alla sua naturale condizione dopo millenni di astrazioni ideologiche parassitarie dettate dalle minoranze dominanti. Astrazioni che hanno generato nella realtà sociale un organizzazione contronatura improntata sul dogma della divisione in classi fra padroni e servi. Un dogma che ha portato alla deriva il genere umano.

Oggi ci troviamo sul ciglio di una nuova guerra mondiale proprio perché lo Stato di Diritto non si è compiuto. Quella formula statale democratica che avrebbe dovuto svilupparsi e propagarsi nel mondo dopo la Seconda guerra mondiale grazie alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e l’ONU. Quella formula che avrebbe dovuto traghettare l’intero genere umano fuori da qualsiasi indecente dispotismo per evitare un ulteriore conflitto bellico mondiale. Fuori dalle ingerenze di qualsiasi padrone per approdare nell’autentico Stato Democratico previsto da Rousseau. Ma qualcosa è andato storto e la causa andrebbe ricercata nelle coscienze individuali che hanno smarrito i fondamentali passaggi storici che ci hanno condotto qui oggi dopo l’Ancien Regime. Quando ancora esisteva il dogma del diritto divino dei Re di governare sui sudditi attraverso il raggiro secolare fra Clero e Nobiltà.

I diritti umani sono dei principi giuridici ius cogens che gli Stati firmatari sono tenuti obbligatoriamente a rispettare. Sono dei principi giuridici universali e imparziali, prossimi al giusnaturalismo tanto caro a Rousseau che affermava: «l’uomo è nato libero e ovunque si trova in catene». Rousseau aveva identificato nella sua concezione di Stato Democratico il popolo, sottoforma associativa, come unico titolare legittimo della funzione legislativa. La condizione necessaria e indispensabile per concretizzare un’autentica democrazia, affermando: «l’idea che un popolo si dia rappresentanti che poi legiferano in suo nome è la negazione stessa della libertà». Attualmente, l’unica democrazia contemporanea più vicina alle idee di Rousseau è quella della Confederazione Svizzera dove il popolo per Costituzione è Organo Legislativo di Stato. Sicuramente non è una democrazia perfetta, ma è l’unico sistema democratico attuale che riconosce al popolo il diritto di legiferare. Questa è la direzione che il genere umano dovrebbe intraprendere in funzione dell’applicazione dei diritti umani universali.

Oggi più che mai si necessita la ripresa di questo percorso cognitivo sul tema della democrazia da parte di tutti, soprattutto da parte di ogni singola coscienza che opera nei mezzi di informazione come lei. Capace di trasferire a milioni di persone il corretto ideale democratico da perseguire socialmente. Senza il diritto di legiferare da parte di una popolazione non esiste alcuna democrazia.

A tal proposito le ricordo l’articolo 28 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che cita: «Ogni individuo ha diritto ad un ordine sociale e internazionale nel quale i diritti e le libertà enunciati in questa Dichiarazione possano essere pienamente realizzati». Dal 1948 ogni singolo individuo ha nelle proprie mani un potente potere giuridico che ancora non ha imparato ad esercitare pienamente. Questo è il cardine politico sul quale le coscienze umane dovrebbero convergere unitariamente per il bene del pianeta e delle future generazioni. La questione non verte sul fatto di “difendere i diritti umani” ma di farli applicare dallo Stato di appartenenza. Considerato che gli Stati Uniti d’America ancora oggi vivono nel far west con la libera vendita di armi e considerato che la pena di morte è ancora ampiamente applicata in molti vostri Stati, mi chiedo con quale legittimazione parecchi intellettuali statunitensi si arrogano il diritto di essere gli educatori del “mondo libero”?

Le ricordo inoltre che per “liberare” la popolazione italiana dal regime nazifascista il vostro governo ha fatto ricorso alla mafia nella nota operazione Husky condotta da James Angleton, agente dell’Office of Strategic Services, il servizio segreto statunitense precursore della CIA. L’OSS, per orchestrare lo Sbarco in Sicilia, collaborò a stretto contatto con il boss Lucky Luciano. Un criminale mafioso liberato dalle carceri statunitensi per poi essere stanziato in pianta stabile in Italia con tutte le conseguenze del caso. Conseguenze che nel corso dei decenni hanno determinato le stragi di Capaci e via d’Amelio con la morte dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Una strategia, quella di operare con la criminalità locale, più volte utilizzata dai governi statunitensi in diversi contesti internazionali. Questo è solo un appunto. Tanto per ricordarle alcune verità storiche inconfutabili e per ravvisarla sull’aspetto generico dei servizi segreti che in uno stato effettivamente democratico, per come lo intendeva Rousseau, non avrebbero senso di esistere.

Cara Barbie, invece di fare illazioni sull’operato di piccole testate giornalistiche indipendenti come quella di Sovranità Popolare, che cercano con i pochi mezzi a disposizione di stimolare il sano esercizio del pensiero critico per ritrovare il corretto orientamento dell’azione politica umanitarista, sia più responsabile. Si preoccupi e abbia cura del suo Stato mostrando con le sue attività redazionali quante volte non rispetta i diritti umani. Basterebbe che ogni Stato applicasse al suo interno la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani per favorire il prioritario progresso sociale e democratico rispetto a qualsiasi altro genere di progresso. Se la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948 venisse assunta come principio ideologico dalla compagine intellettuale internazionale, con l’intenzione di spronare i singoli individui in associazione con altri a farla applicare nei rispettivi sistemi giuridici domestici, si potrebbe incentivare l’estinzione del fenomeno della guerra ovunque. Si potrebbe incentivare il disarmo bellico mondiale e la riconversione delle industrie delle multinazionali della morte in produzioni più idonee a un sano sviluppo sociale globale autenticamente libero e democratico. Questo sarebbe già un grande passo avanti per l’intero genere umano. Non dimentichi mai che siamo tutti figli della stessa martoriata Madre Terra. È di questo che abbiamo tutti bisogno. Restiamo coscienziosamente umani per il benessere comune delle future generazioni.
Mi stia bene.

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