La Russia NON è nostra nemica

Azione nonviolenta dei cittadini

La Russia non è nostra nemica

di Maurizio Torti

Dalla comparsa questa estate dei primi manifesti stradali “La Russia NON è nostra nemica” si è detto di tutto ma ritengo importante evidenziare alcune curiosità e sostanziali differenze osservate nei comportamenti dei politici e della stampa nazionale.

I manifesti nella città di Verona, l’inizio di questa campagna è stata molto criticata dalla stampa nazionale. Tutti i “grandi quotidiani online” sono partiti alla ricerca degli autori ma principalmente cercavano connessioni con gli apparati della comunicazione o addirittura della propaganda russa ma su tutto il fronte è stato un nulla di fatto. I giornalisti investigativi non hanno trovato coordinatori esteri, fondi e conti stranieri nell’ombra ma hanno conosciuto comitati di cittadini e organizzazioni legalmente costituite, determinate e coraggiose. In queste prime fasi della campagna, da sottolineare assolutamente spontanee, nessun giornale ha mai utilizzato titoli con la parola “pacifismo” ma hanno solo ed esclusivamente tentato di configurare i manifesti come un’azione di propaganda di Mosca e a favore della Russia come per una partita di calcio, “io tifo Russia”. Non c’è peggiore errore della stampa italiana di aver provato a classificare in questo modo l’espressione concreta, reale e visibile dell’opinione pubblica. Un tentativo maldestro, perchè è stato un momento chiave per il futuro della campagna. Il coraggio e la determinazione, terminato l’effetto sorpresa, si è trasformato in un’azione diffusa e continua.

Manifesti stradali, molto simili tra loro, sono apparsi in altre città italiane, Modena, Carpi, Reggio Emilia, Pisa, Lamezia e nelle strade e nelle piazze di RomaCapitale.

In questo caso la diffusione della notizia dei manifesti a Roma è stata data da un network internazionale la CNN e in pochi minuti l’immagine della stretta di mano della Russia e dell’Italia ha fatto il giro del mondo. E la stampa italiana? Non sembra essere interessata ma la raffica di pubblicazioni parte da un’articolo, molto simile alla CNN dall’agenzia di informazione ADNKronos. Nel testo oltre alla solita litania e accusa di essere pro-russia, leggiamo una prima notizia non vera, una fantomatica ordinanza del Comune di Roma per coprire i manifesti ma era un falso, oggi, dopo una settimana i manifesti sono ancora ben visibili.

E la stampa nazionale italiana continuano a fare finta di nulla.

Seguendo le pubblicazioni, gli articoli della stampa internazionale due elelemnti sono interessanti, il primo, dall’articolo della CNN vengono lanciati in rete decine e decine di articoli uguali su testate e piattaforme diverse e secondo, nessuno degli autori ha mai provato a cercare una fonte, nella nostra redazione a seguito del nostro articolo di giovedì 12 settembre, non siamo stati contattati da nessuno eppure siamo sempre citati e indicati come promotori della campagna.

In questa fase, dopo almeno 4/5 giorni un’altro attore internazionale entra in scena, la stampa Ucraina.

La prima nota di protesta, poco diplomatica, arriva dall’ambasciata dell’Ucraina a Roma con la solita accusa russofoba, la denuncia della presenza di un manovratore russo e una chiara richiesta di censura che dovrabbe essere applicata dal Comune di Roma. La richiesta di censura da parte dell’amabasciata ucraina è caduta nel vuoto, il Comune di Roma, giustamente, non ha accettato alcuna ingerenza esterna, perchè il messaggio dei manifesti è corretto, legale e veritiero.

Nelle ultime ore la campagna “La Russia NON è nostra nemica” è pesantemente attaccata dalla stampa ucraina e in alcune occasioni accompagnata da chiare minacce all’indirizzo anche della nostra redazione. Leggendo gli articoli di quotidiani e piattaforme ucraine due sono gli elementi evidenti, il primo le notizie false e l’accusa di propaganda russa e secondo le minacce agli autori dei manifesti e della campagna.

In Italia non sono stati pochi gli eventi violenti per cui hanno visto coinvolti cittadini ucraini, è successo in occasione di mostre fotografiche del Donbass, manifestazioni come il 25 aprile a Milano. I tentativi di censurare gli interessi dei cittadini italiani, il libero pensiero, la circolazione di idee, questo non possiamo accettarlo se dall’altra parte l’unica proposta è la guerra, la distruzione e l’orrore.
Questo è il tenore degli articoli della stampa ucraina è sufficiente navigare in rete e usare gli strumenti di traduzione.

Passando per Via Togliatti a Roma c’è un manifesto “La Russia NON è nostra nemica”, nessun atto di vandalismo, perchè gli italiani primo, condividono dall’inizio del conflitto il rifiuto di inviare armi a Kiev nel rispetto della nostra Costituzione art, 11, come recita il manifesto e secondo, perchè la letteratura, l’arte, il commercio, gli scambi e la storia dei due popoli, russi e italiani ha oltre 400 anni.

La Russia non è nostra nemica

Continuare la campagna senza apportare alcuna modifica nelle parole è due volte necessario in questo contesto, nella semplice parola Russia è immediato il riconoscimento dell’identità di un popolo non di uno Stato o del governo di turno. L’identità del popolo russo, come per altri popoli, è dato dal territorio definito, dalla lingua, dalle tradizioni, dalla storia, dalla moneta e dalla fede. Se questi criteri individuano l’identità di un popolo non c’è possibilità di errore.

I manifesti nella RomaCapitale hanno dato continuità a questa nuova forma espressiva dell’opinione pubblica, diretta, gestita in tutte le sue fasi da cittadini senza la mediazione neanche di un’agenzia di marketing, questa è la buona strada, un’opportunità se comprendiamo quale è oggi e quale sarà domani il nostro ruolo e compito da cittadini. Altro e fondamentale elemento emerso dalla camapagna di RomaCapiatle è l’inclusione negli articoli e in qualche intervento di altri colleghi della parola “pacifismo”, pace, veramente una parola da qualche anno, nel caso del conflitto Russia Nato quasi vietata. Un allarme per i guerrafondai.

In questi eventi c’è il coraggio e la determinazione dimostrata dai soldati in trincea e armati di fucile, anche chi ha partecipato a questa campagna e che parteciperà domani da altre città ha lo stesso coraggio e determinazione per raggiungere la trincea ma senza il fucile, perchè non vuole uccidere nessuno. A Roma ha preso vita una campagna nonviolenta per cui ha visto i cittadini finalmente consapevoli del loro ruolo, oggi, in questo contesto, come unici rappresentanti dell’umanità.

L’azione nonviolenta dei cittadini con l’affissione dei manifesti stradali “La Russia NON è nostra nemica” non si fermerà a Roma, non sarà la censura e neanche le minacce, perchè è uno degli strumenti di democrazia diretta per i cittadini. Il manifesto cita l’art. 11 della Costituzione Italiana: l'”Italia ripudia la guerra”. E in questo articolo c’è la scelta all’obiezione di coscienza, all’Italia neutrale e al disarmo totale. Nei prossimi giorni sono in calendario diversi eventi legati al mondo della pace e della nonviolenza e l’appello alla partecipazione nel dare continuità a questa campagna nonviolenta è un invito per tutti.

 

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