Da oltre 30 anni sono state denunciate torture e incarcerazioni ingiuste di adolescenti, giovani, donne e anziani palestinesi operate dall’esercito di occupazione israeliano. Gli avvocati dei palestinesi non sono mai stati vincitori di una sola denuncia, il tribunale di Tel Aviv ha sempre riconosciuto giusto l’arresto e ha sempre chiuso gli occhi in seguito alle denuncie di torture, sevizie e morte all’interno delle carcerei israeliane.
Il sistema carcere israeliano è composto da carceri temporanee costruite all’interno della Palestina occupata incluso la striscia di Gaza. Negli anno 90 son stati denunciate le carcere costruite nel deserto della Striscia di Gaza, Ansar 1, e Ansar 2. Semplici tendoni mal fissati sotto un sole fortissimo. Anche in quelle occasioni, uomini mal nutriti, impossibile per gli avvocati definire una linea di difesa, perchè non si poteva parlare con i detenuti.
Oggi le denuncie, le testimonianza di crimini orribili ci giungono direttamente da ufficiali israeliani e da palestinesi costretti a subire ogni violenza che mente umana può compiere.
Uno dei casi importanti è quanto pubblicato dalla RSI, Radiotelevisionesvizzera, “Il whistleblower israeliano e l’ex detenuto palestinese” – “Lo sguardo incrociato di due testimoni alla RSI: un operatore sanitario dalla prigione di Sde Teiman e un attivista scarcerato da poco in Cisgiordania”.
L’elenco delle atrocità è lunghissimo: detenuti ammanettati, piedi e mani, nudi, stessa sorte se ricoverati in infermeria o in ospedale; molestie sessuali, costretti a mangiare a quattrozampe; migliaia di detenuti senza incriminazione.
L’inchiesta della RSI è un vero e proprio racconto dell’orrore che si chiude con un semplice appello: “non possiamo rimanere in silenzio”
L’eco della richiesta è stato raccolto da un’altra inchiesta ma in questo caso realizzata dalla nota organizzazione israeliana per la difesa dei diritti umani, Btselem.
Da poche ore ha diffuso un rapporto sul “Il sistema delle prigioni israeliani sono una rete di campi della tortura”
I volontari israeliani di Btselem hanno raccolto decine di testimonianze, foto, certificati, nomi e cognomi per ricostruire l’orrore della carceri israeliani dal 7 ottobre 2023 ad oggi.
La loro inchiesta dovrebbe portare in carcere immediatamente decinie di responsabili militari, amministratori, medici, comandanti e uomini molto vicini alla politica e al governo di Tel Aviv.
“Welcome to Hell” è un rapporto sugli abusi e i trattamenti inumani subiti dai palestinesi detenuti in Israele dal 7 ottobre 2023. B’Tselem ha raccolto le testimonianze di 55 palestinesi detenuti in quel periodo e rilasciati, quasi tutti senza accuse. Le loro testimonianze rivelano gli esiti della precipitosa trasformazione di più di una dozzina di strutture carcerarie israeliane, militari e civili, in una rete di campi dedicati all’abuso dei detenuti come questione di politica. Le strutture, in cui ogni detenuto è deliberatamente sottoposto a dolore e sofferenza duri e implacabili, operano come campi di tortura de-facto.
Qui il report in inglese
Benvenuti all’inferno italiano
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