di Dom De Mar
Molti si domandano, specie tra i giornalisti e i produttori di contenuti online, possiamo essere sostituiti dall’intelligenza artificiale, dall’AI?
Una rete di pc più o meno grande e complessa, definita AI può sostituire un giornalista? Può essere utile alla realizzazione di un giornale? La risposta è no, almeno allo stato attuale l’intelligenza artificiale non ha proprio nulla di intelligente.
Molti si pongono questa domanda, perché dominati dal dubbio della capacità di questa nuova tecnologia presentata al mondo sotto forma di app di cui una delle più famose è l’applicazione ChatGPT. Quest’ultima scrive testi simili o uguali a quelli degli esseri umani?
Se immagino la diversità, la qualità del lavoro quotidiano dei redattori e dei collaboratori di Sovranità Popolare, non limitato solo alla scrittura di un articolo con i risultati di una qualsiasi intelligenza artificiale non c’è alcun paragone. Generalmente i produttori di contenuti realizzati su diversi supporti, esempio audio e video spesso non utilizzano mai un’applicazione per la scrittura, cioè una tastiera mentre sono impegnati a presentare un libro, moderare un convegno e realizzare interviste.
L’intelligenza artificiale non può sostituire un giornalista, perché è limitativa.
L’AI non ha un corpo, non basta una sostanza di lattice a forma di umano, l’AI non ha un aspetto, una presenza e questo è un grave limite per una professione che richiede invece la capacità di saper gestire una propria immagine, oltreché a carisma e presenza.
Ma non basta. Altro grosso limite dell’intelligenza artificiale è la sua totale mancanza di empatia, non ha prontezza nell’espressione non ha tatto, fattori determinanti nella conduzione di una intervista o un dibattito o nello scrivere un articolo o una recensione capace di rivolgersi e coinvolgere i lettori.
Ancora limiti dell’AI
Quando interroghiamo l’AI su di uno specifico argomento, la risposta sarà sempre limitata a delle fonti, più o meno grandi di database e per definizione non contengono mai tutte le notizie, che sono a tutti gli effetti dati nuovi.
In sintesi, l’AI funziona se c’è sempre qualcuno che inserisce le notizie nei database o nella rete, fosse anche sotto forma di un comunicato stampa che viene pubblicato sul web o inviato alla redazione di un giornale dove l’IA lo legge e lo elabora. E quel qualcuno è in genere un essere umano.
Purtroppo in molte redazione dei media nazionali e internazionali ma anche nella stampa indipendente italiana qualcuno pensa che l’intelligenza artificiale possa aiutare un giornalista in compiti come la raccolta e l’organizzazione di informazioni, il controllo dei fatti e persino la generazione di contenuti scritti. Tuttavia, il giornalismo, sempre più spesso implica considerazioni etiche e la capacità di esprimere giudizi su ciò che è importante, cosa che può essere difficile, forse impossibile da fare per l’IA.
Un altro limite dell’intelligenza artificiale è la sua incapacità di comprendere e interpretare questioni complesse, porre domande approfondite e comunicare informazioni in modo comprensibile e interessante per il pubblico.
L’utilizzo dell’AI include sempre la collaborazione con l’essere umano e tutto questo è proprio alla base del suo funzionamento. Non dimentichiamo che per generare articoli con l’intelligenza artificiale bisogna inserire una stringa di comando e una delle abilità è proprio quello di saper porre all’intelligenza artificiale le domande esatte con i giusti dettagli e questi sono i cosiddetti prompt. Un compito che solo un essere umano sa fare.
Al momento ci sono delle barriere importanti per l’AI come i regolamenti, le leggi che devono rispettare i direttori responsabili dei giornali, radio e tv e devono obbligatoriamente essere umani, in quanto destinatari di precise responsabilità legali. E quali saranno le strategie nell’eventuale applicazione dell’AI nell’ambito dei nuovi regolamenti per la diffusione e produzione di contenuti online? Un esempio per tutti, come sarà l’interazione Commissione europea e Digital Service Act? L’AI avrà anche un ruolo come strumento per la censurà?
Da alcuni anni ad ogni crisi sistemica gli Stati, la Commissione Europea esercita illegalmente la censura in rete, imponendo chiusure temporanee o definitive a blogger e magazine online e quindi come verranno programmate le piattaforme AI per la “sorveglianza”?
Software, APP e piattaforme digitali denominate “Il giornalista AI”
Negli ultimi 24 mesi questa nuova tecnologia ha compiuto passi da gigante sostenuta da un mercato affamatissimo e oggi possiamo affermare con certezza che esistono già alcuni esempi di intelligenza artificiale utilizzata nel giornalismo attraverso la commercializzazione di alcuni sw e app dedicate. Ad esempio, alcune organizzazioni giornalistiche utilizzano l’intelligenza artificiale per generare, redazionali, rapporti sportivi o articoli di notizie finanziarie.
La APP AI dedicate al giornalismo e ai produttori di contenuti sono di una potenzialità infinita e costituiscono un ampio set di strumenti digitali per raccogliere e analizzare informazioni e quindi scrivere articoli o rapporti basati su tali informazioni. “Il giornalista AI”, così erroneamente vengono definiti questi strumenti, possono essere formati su un ampio set di dati di articoli di notizie e altri testi per imparare a scrivere in uno stile adatto e personalizzato per il giornalismo.
Il giornalista AI può anche essere in grado di raccogliere informazioni da una varietà di fonti, come siti di notizie online, social media e database, e utilizzare tecniche di elaborazione del linguaggio naturale per comprendere e interpretare le informazioni che trova.
Alcune delle APP AI più utilizzate sono in grado di generare i propri titoli e le proprie foto statiche e video da abbinare a qualsiasi forma di testo.
Questi sistemi di intelligenza artificiale possono analizzare i dati e scrivere articoli di base su un determinato argomento, ma non sono in grado di svolgere compiti più complessi come il giornalismo investigativo o l’analisi.
Ci sono anche preoccupazioni sui potenziali pregiudizi e manipolazioni che potrebbero essere incorporate nei sistemi di intelligenza artificiale. Poiché i sistemi di intelligenza artificiale sono formati su set di dati, possono riflettere i pregiudizi e le manipolazioni presenti in tali set di dati. Ciò potrebbe portare a articoli di notizie distorti o falsi prodotti dai sistemi di intelligenza artificiale.
Altro limite dell’AI è la mancanza di esperienze personali, opinioni o pregiudizi che potrebbero influenzare il modo in cui presenta le informazioni e le raccoglie, ossia di personalità.
La principale differenza tra un articolo scritto da un redattore di Sovranità Popolare e un articolo generato da un sistema di intelligenza artificiale è il livello di giudizio umano e pensiero critico coinvolti nel processo. L’intelligenza artificiale non è in grado di sostituire le capacità e l’esperienza della persona umana, in questo caso un giornalista.
Limiti ed errori del giornalismo basato sull’intelligenza artificiale
Volendo riassumere i limiti dell’informazione basata sull’intelligenza artificiale:
Le APP e gli strumenti di AI sono efficaci solo quanto i dati su cui sono formati sono completi. Se i dati sono distorti, manipolati, inesatti, falsi probabilmente il risultato sarà un articolo distorto.
Le APP e gli strumenti di AI possono scrivere solo su argomenti su cui sono stati formati. Potrebbero non essere in grado di scrivere su argomenti nuovi o emergenti che non sono stati specificamente programmati per gestire.
Le APP e gli strumenti di AI non hanno la capacità di intervistare fonti o raccogliere nuove informazioni nello stesso modo in cui possono farlo i giornalisti umani. Possono scrivere solo in base alle informazioni che hanno ricevuto.
Le APP e gli strumenti di AI non possono fornire lo stesso livello di analisi e interpretazione di un giornalista umano. Potrebbero essere in grado di presentare i fatti, ma potrebbero non essere in grado di fornire lo stesso livello di intuizione e prospettiva di un giornalista umano.
Le APP e gli strumenti di AI non hanno la possibilità di controllare i fatti o verificare l’accuratezza delle informazioni che ricevono. È importante che i redattori umani e i verificatori di fatti esaminino gli articoli prodotti dai giornalisti di IA per garantirne l’accuratezza.
In conclusione, l’intelligenza artificiale può essere un ottimo assistente o ragazzino di redazione, una brava segretaria e cavarsela bene a smistare le telefonate. Ma come giornalista, difficilmente ce la può fare.
Molti Stati e nel Paese tutti i settori sociali riflettono sulle potenzialità dell’AI e non sono pochi gli allarmi per un uso non corretto e alcunei analisti spingono per eliminare oppure attenuare la produzione di falsi di ogni tipo. La commissione cultura del senato italiano ha discusso dell’opportunità di suggerire, disegnade delle linee guida rivolte ai produttori di contenuti sulla pubblicazione di un simbolo o una semplice dichiarazione sull’utilizzo dell’AI per un testo, una foto oppure un video.
Commenta per primo