di Francesco Cappello
All’interno della NATO c’è un gruppo di paesi che tifano ormai apertamente per un confronto armato con la Russia, che come è noto è dotata di circa 6000 testate nucleari di cui quasi 2000 pronte al lancio. La considerano una prospettiva accettabile e persino desiderabile.
Si tratta, oltre ai paesi chihuahua, ossia le tre repubbliche baltiche, di Francia, Regno Unito, Olanda e Polonia.
A proposito dell’Italia, che parrebbe improvvisamente frenare, c’è da chiedersi se è noto al trio Crosetto-Salvini-Meloni che il nostro paese ospita illegalmente armi nucleari, puntate 24 ore su 24 contro la Federazione Russa rendendoci immediatamente oggetto di ritorsione nucleare nel malaugurato caso di superamento della soglia nucleare.
Avranno inteso l’avvertimento di Lavrov: “Ci auguriamo che le esercitazioni russo-bielorusse svolte in questi giorni per esercitarsi nell’uso delle armi nucleari non strategiche riportino alla ragione i nostri oppositori, ricordando loro le conseguenze catastrofiche di un ulteriore progresso dell’escalation nucleare“, inviato al termine delle esercitazioni militari nucleari tattiche?
Si renderanno conto del fatto che, poiché la perdita di tale radar acceca la Russia rendendola incapace di scoprire, con adeguato anticipo, un attacco lanciato contro il suo territorio da Sud Ovest, in base alla dottrina pubblicata dal Governo russo nel 2020 sull’impiego delle armi atomiche, rientra fra quei casi legittimanti una rappresaglia nucleare?
Sapranno che la rappresaglia nucleare è prevista a fronte di “qualsiasi attacco avversario contro infrastrutture governative o militari della Federazione Russa, la cui distruzione comprometta la capacità di risposta delle forze nucleari”?
Avranno capito che il radar di Armavir è una di tali infrastrutture e che tutto questo ci avvicina pericolosissimamente al superamento della soglia nucleare?
Non so voi. Io, a proposito, ho molti gravi dubbi.
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