Crescere Informandosi, questa settimana lancia un approfondimento dell’economista Guido Grossi. Stavolta si parte dalla comprensione del reale significato dei termini legalità e legittimità, troppo spesso confusi ed usati fuori luogo, per arrivare all’auspicio di riuscire a creare una nuova società diversa da quella attuale. Infatti partendo dall’esatta comprensione di questi due termini si potrà cercare in un periodo storico, estremamente turbolento tra guerre e crisi economiche, come quello attuale, di costruire una nuova società fondata su valori e principi che oggi purtroppo non esistono. Per farlo sarà necessario organizzarsi e cooperare senza mai aspettare passivamente. Un approfondimento da non perdere.
“Un giorno, guardandoci alle spalle, scopriremo che il periodo storico della democrazia borghese non è stato per nulla democratico. Che la politica e i parlamenti sono stati una sorta di Panem et Circenses che si offre come paravento a quella commistione di ceti dominanti, gran commis di Stato, malavita e interessi finanziari la cui oligarchia ha rappresentato la reale sostanza del regime dominante in Italia”.
Articoli dell’autore Guido Grossi
Il mosaico dei colpi di stato in Italia: dallo stato di diritto all’autocrazia
E’ un mosaico, al posto delle tessere di vetro vengono fabbricate ad hoc leggi e regolamenti, che apparentemente vengono emanate per l’interesse collettivo, ma in realtà perseguono un interesse privatistico elitario.
Tutto però comincia molti anni prima. La prima tessera del mosaico fu collocata nel 1976 con l’omicidio del primo magistrato italiano Francesco Coco. Il primo di una lunga serie di omicidi dei magistrati fedeli alla Repubblica e alla sua Costituzione.
Venticinque magistrati integerrimi che caddero in agguati mafiosi o terroristici tra il 1976 e il 1992: Francesco Coco, Agostino Pianta, Pietro Scaglione, Francesco Farlaino, Vittorio Occordo, Riccardo Palma, Girolamo Tartaglione, Fedele Calvosa, Emilio Alessandrini, Cesare terranova, Nicola Giacumbi, Girolamo Minervini, Guido Galli, Mario Amato, Gaetano Costa, Gian Giacomo Ciaccio Montalto, Bruno Caccia, Rocco Chinnici, Alberto Giacomelli, Antonio Saetta, Rosario Angelo Livatino, Antonio Scopelliti, Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino.
La seconda tessera si collocò con il rapimento e l’omicidio di Aldo Moro nel 1978.
Queste due offese alla Repubblica, unitamente al clima di terrore che si impose in quegli anni, posero la prima base del cambiamento radicale che le élite avevano pianificato decenni prima.
La società del dopo guerra, capace di imbracciare le armi per la difesa della Patria, fu piano piano sostituita con una società che abiurava l’uso della forza per la difesa delle libertà e dei diritti.
Si spacciò la mansuetudine come processo di civilizzazione.
Nel 1981 un’altra tessera del mosaico: il divorzio tra Banca d’Italia e il Ministero dell’economia e delle finanze. Pur mantenendo lo status di Istituto di diritto pubblico, essa verrà normata con leggi comunitarie/italiane che permetteranno l’acquisizione di pacchetti azionari da parte di banche e assicurazioni private. Il controllo della moneta così non sarà più sotto il controllo diretto dello Stato.
Nel 1992, con l’omicidio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino (titolari di grosse inchieste su mafia e riciclaggio), si chiudeva la prima fase dell’operazione italica, e contemporaneamente se ne apriva un’altra nello stesso anno sul Britannia, il panfilo dei monarchi inglesi.
Sul Britannia furono decisi: Mani Pulite che sarebbe servita a far fuori i politici dissidenti e in particolare i membri del Partito Socialista da sempre contrari al Patto Atlantico, liberismo e globalismo.
Il primo da abbattere era Bettino Craxi al quale gli americani, in primis, non avevano perdonato il respingimento a Sigonella.
Ma il 1992 è anche l’anno della sottoscrizione del Trattato di Maastricht, l’inferno europeo nel quale siamo intrappolati da oltre trent’anni.
Nel 1993, con il TUB – Testo Unico Bancario emanato da Mario Draghi, viene di fatto abrogata la Legge Bancaria del 1936 che prevedeva che Banca d’Italia fosse un istituto di diritto pubblico nelle piene mani dello Stato ed abrogata la separazione bancaria, che prevedeva che gli istituti di credito che si occupavano di risparmio e credito fossero separati anche di fatto dalle banche d’affari (speculazione finanziaria).
Si perfeziona così l’operazione iniziata nel 1981, con la separazione di Banca d’Italia dal Ministero del Tesoro.
Da quel momento inoltre, i risparmi degli italiani non saranno più tenuti al sicuro dalle speculazioni come era avvenuto nei sessantanni precedenti.
Nel 2001 comincia la demolizione dell’architrave costituzionale con la modifica del Titolo V e l’eliminazione dell’articolo 130 e quindi del Coreco, braccio della Corte Costituzionale che eseguiva il controllo di legittimità delle Leggi Regionali.
Nel 2012 il Governo Monti con la Legge Fornero modificò pesantemente l’articolo 18 che poi due anni dopo fu completamente abrogato dal Governo Renzi.
Nel 2016, sempre ad opera del Governo Renzi, sulla scia delle disposizioni della BCE del 2012, allora Governata da Mario Draghi dall’Italia fu emanata la Legge sugli NPL (non performing loans).
Si tratta di crediti deteriorati ovvero prestiti e mutui la cui riscossione è considerata a rischio sotto diversi profili. Si tratta in genere di esposizioni degli istituti di credito verso soggetti che, per un peggioramento della propria situazione economica e finanziaria, non sono in grado di far fronte alle proprie obbligazioni e quindi di ripagare nei tempi o negli importi previsti le rate del proprio debito.
Precedentemente a tale legge tali crediti venivano tenuti nel bilancio delle banche, con la nuova normativa viene ordinato che vengano cartolarizzati a società create di proposito , le cd. bad bank, società private iscritte su un unico registro. I crediti vengono acquistati al massimo all’8% del loro valore. La normativa inoltre prevede che la vendita dei beni dati in garanzia possano avvenire in modo diretto, senza un procedimento giudiziale.
Un attacco alla ricchezza privata. Un’altra tessera del mosaico.
Nel 2020 è instaurata la dittatura sanitaria. Il Governo Conte persegue la demolizione della parte di Costituzione posta a salvaguardia dei diritti di libertà personali.
Con la paura e la complicità degli ordini professionali sanitari, la popolazione viene ridotta alla cieca obbedienza, persino all’obbligo di inocularsi sostanze non ampiamente sperimentate. Si vietano tutti i diritti di libertà : circolazione, lavoro, manifestazione.
Nel 2022 il Governo Draghi cerca mediante occultamento delle materie prime e l’incremento dei costi energetici di rendere impossibile l’accesso alla libera impresa e al lavoro, riportando l’Italia ai tempi del diciassettesimo secolo: piena decadenza.
L’ultimo DPCM (n. 133/2022) emanato dal Governo Draghi dimissionario, a camere sciolte, ha lo scopo di instaurare una totale libertà devastante del Governo successivo, mascherata con le parole “interessi nazionali”.
Agendo con poteri straordinari su energie, comunicazioni, trasporti, difesa e ordine pubblico, potranno elidere tutte le libertà costituzionali. Impedire di usare un treno o un autobus; bloccare le comunicazioni; di usare il riscaldamento o il condizionatore; di lavorare ed essere economicamente indipendente e libero.
La legge purtroppo non particolareggia esempi concreti su cui intervenire, ma detta regola generale, che il governo può interpretare/adottare secondo propria discrezione.
Ecco perché dubitare è un obbligo. La libertà non va mai data per scontata, va sempre difesa, ad oltranza.
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