Questa mattina nuovamente nelle aule dell’Alta Corte di Londra si dibatte per la libertà o l’estradizione dell’editore e giornalista Julian Assange, copevole solo di aver rivelato al mondo i crimini di guerra degli USA e non solo, commessi durante il conflitto in Afghanista e in Iraq.
Julian è rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh a Londra da quasi 5 anni senza alcuna accusa, senza condanna in attesa di una richiesta di estradizione presentata dagli USA che vogliono processarlo e condannarlo per 175 anni di carcere.
I giudici non hanno emesso alcuna sentenza, ancora una volta viene negata la libertà a Julian Assange e i giudici concedono solo, a sua difesa, di presentare un appello per respingere la richiesta di estradizione ma alcune motivazioni sono state respinte come la possibilità di presentare nuove prove.
Un passo in avanti verso la libertà? Attivisti, esperti e analisti si dividono sull’interpretazione della concessione per un nuovo appello e per ora no verso l’estradizione.
Julian Assange, per ora resta nel carcere di Belmarsh, le sue condizioni di salute non sono buone, non è in grado di sosterene ancora di più un isolamento così fore e distruttivo della personalità come denunciato da commissione di medici che in pochissime occasioni sono riusciti a visitare Julian Assange.
Nel breve scritto rilasciato dai giudici del tribunale, si rmanda ad una possibile data, il 20 maggio per rivedere diversi importanti motivazioni presentate dagli avvocati di Julian Assange contro l’estradizione, per altre motivazione i giudici di Londra non hanno dato molto spazio.
Agli avvocati per ulteriori approfondimenti ecco la sentenza dell’Alta Corte di Londra del 26 marzo 2024
“L’articolo pubblicato il 20 marzo 2024 sul Wall Street Journal riferisce che il dipartimento di giustizia degli Stati Uniti sta valutando come abbreviare, o chiudere definitivamente, la lunga battaglia in tribunale a Londra del fondatore di WikiLeaks contro l’estradizione negli Stati Uniti con l’accusa di spionaggio per la pubblicazione, 14 anni fa, di migliaia di documenti statunitensi relativi ai crimini e i criminali durante le guerre USA in Afghanistan e Iraq.
Dall’ultima udienza tenutasi a Londra pochi giorni fa, è sempre più evidente un solo e importante aspetto, l’estradizione di Julian Assange, equivarrebbe alla sua condanna a morte nonostante le “promesse” del Dipartimento di Giustizia USA di riservare un trattamento particolare sia per la sicurezza sia per la salute di Julian Assange”
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