Giorgia Meloni ha di fatto dichiarato guerra alla Russia siglando un accordo decennale in dieci punti e venti articoli [1], frutto velenoso dell’ultimo viaggio a Kiev della premier, che da presidente di turno del G7, nel contesto del protagonismo europeo promosso dalla Von Der Leyen, in merito a riarmo e aiuti a Kiev, cerca di primeggiare e ci riesce nel peggiore dei modi.
Secondo il ministro degli esteri Tajani non è stata necessaria una ratifica parlamentare perché l’accordo non sarebbe vincolante. Gli accordi bilaterali hanno infatti tempi lunghi. Si pensi al memorandum di intesa con Israele del 2003, diventato legge, la legge 94 due anni dopo nel 2005. La via scelta dal governo Meloni è una pericolosissima scorciatoia che oltretutto marginalizza il ruolo del Parlamento. È stata perciò sufficiente la firma della Meloni per impegnare gli italiani e l’Italia nella guerra contro la Russia, affiancando l’Ucraina per i prossimi dieci anni.
Si fanno carte false per continuare la guerra alla Federazione Russa, attraverso la martoriata Ucraina, fronte più avanzato del conflitto in corso, portandola di fatto nell’Unione Europea e nella Nato.
Nessuna proposta che favorisca negoziati e cessazione del conflitto. Il nostro Paese viene ulteriormente esposto alle legittime ritorsioni russe allontanando indefinitamente le residue possibilità di negoziato per una pace autentica che non si è mai cercata. Ricordiamo che già oggi militari italiani sono impegnati in missioni al confine con la Biellorussia, nei paesi baltici, in Bulgaria, in Polonia e con ogni probabilità anche in Ucraina. La cooperazione militare viene siglata nel bel mezzo di una delle più grandi esercitazioni NATO attualmente in corso, la Stedfast defender 2024 che vede direttamente impegnati reparti militari italiani.
A proposito del pieno coinvolgimento del nostro paese ci basti ricordare i droni in missione di guerra nel mar Nero, mittente la base USA di Sigonella, in provincia di Catania e la missione militare Aspides nel mar Rosso che vede protagonista il nostro paese [2].
Un “piano di pace” in dieci punti
Cooperazione militare in generale ma anche nell’ambito dello sviluppo, ricerca e produzione di nuovi sistemi d’arma, operazioni congiunte di cybersecurity, sanzioni, pronto intervento militare, addestramento in Italia di militari ucraini e di militari italiani in Ucraina pronti all’uso, esercitazioni congiunte, sequestro delle riserve russe in dollari presso le banche europee, addebito dei danni di guerra e confisca di beni di privati cittadini russi all’estero, aiuti finanziari sono gli ingredienti di quello che viene definito un piano di pace… mentre di fatto si affianca l’Ucraina nella guerra contro la Russia.
Sulle ali del drago
In piena continuità con il guerrafondaio Draghi, che invece di negoziatori di pace ha spedito armi in Ucraina ed imposto sanzioni alla Russia, l’Italia oggi punta tutto sulla vittoria ucraina, autoconvincendosi che l’esecuzione fedele del diktat USA-Nato prometta benefici e utili derivanti dalla ricostruzione, dalla fornitura di armi, dalla cooperazione militare, persino dall’invio di militari, come chiedono oltre alla Francia di Macron anche l’Estonia e la Lituania.
Unione europea pronta al suicidio atomico
Le armi oggi come i vaccini ieri, per dirla con la Von Der Leyen, la dea europea della salute e della guerra.
Da bigpharma a bigarma scommettendo sul riarmo europeo per affrontare i nuovi nemici dell’Europa: la Russia e la Cina e tutto quel Sud globale che si stringe intorno a loro in una nuova alleanza su scala planetaria (BRICS+) che sta costruendo un nuovo mondo di collaborazioni che va fatto abortire prima che si consolidi troppo.
Si gioca col fuoco atomico
Stringere d’assedio la Russia, equivale però a superare quella linea rossa al di là della quale la Federazione sarebbe costretta ad una difesa esistenziale che renderebbe inevitabile l’opzione nucleare, ultimo passo verso l’abisso, a completamento del suicidio europeo, con mandato USA, sistematicamente conseguito e portato al suo fatale esito finale.
Il portavoce del Palazzo presidenziale russo, Dmitry Peskov ha recentemente ricordato che «in caso di invio di truppe in Ucraina un conflitto con la NATO non sarà probabile ma inevitabile». e intervenendo al Festival mondiale della gioventù «Se qualcosa minaccia l’esistenza della Russia useremo le armi nucleari».
Vediamo ora come con una semplice firma il “piano di pace” voluto da Giorgia Meloni, usi benzina per spegnere l’incendio del conflitto ucraino.
Ecco i focus principali del documento e a seguire l’accordo integrale
“L’Italia continuerà a sostenere l’Ucraina nei suoi sforzi per difendersi finché sarà necessario” e a “fornire assistenza all’Ucraina nel mantenere la sua difesa di alta qualità e la superiorità militare nelle condizioni di trasformazione politica e di sicurezza regionale rapida, incerta e complessa.”
Pronti, si parte!
“Nel caso di un futuro attacco armato da parte della Russia all’Ucraina”, Roma e Kiev “si consulteranno entro 24 ore per determinare le misure e le opportune misure successive necessarie per contrastare o contenere l’aggressione”.
“I partecipanti (Italia ed Ucraina) lavoreranno insieme, e con altri partner dell’Ucraina, per garantire che le forze di sicurezza e di difesa dell’Ucraina siano in grado di ripristinare pienamente l’integrità territoriale dell’Ucraina all’interno dei suoi confini riconosciuti a livello internazionale, nonché di aumentare la capacità di resistenza dell’Ucraina in modo che sia sufficiente a dissuadere e a difendersi da futuri attacchi e coercizioni“.
L’Italia “fornirà all’Ucraina assistenza tempestiva in materia di sicurezza, equipaggiamenti militari moderni (compreso il supporto medico militare) e armi, in tutti i domini terrestre, aereo e marittimo, spaziale e cibernetico, dando priorità, ma non solo, alla difesa aerea, all’artiglieria, alla potenza di fuoco a lungo raggio, ai veicoli corazzati, allo sminamento, ai mezzi di ricognizione, ai sistemi senza pilota, ai mezzi ingegneristici, alle tecnologie dell’informazione, alla guerra elettronica, alle forze aeree e alle capacità marittime e ad altre capacità chiave, come richiesto dalle circostanze presenti e future“.
“I Partecipanti (Italia ed Ucraina) coopereranno per aiutare l’Ucraina ad attuare le riforme necessarie nel suo cammino verso la futura adesione alla NATO“. “L’Italia sosterrà, ove possibile, gli sforzi dell’Ucraina per integrare la propria industria della difesa nella NATO e nei quadri di difesa e sicurezza dell’UE“.
A seguire l’accordo in italiano. L’originale è disponibile presso il sito del governo sotto forma di pdf immagine in lingua inglese.
Preambolo
L’Italia e l’Ucraina, di seguito denominate “i Partecipanti”, ribadiscono la loro condanna della guerra di aggressione in corso da parte della Russia, che costituisce una palese violazione della Carta delle Nazioni Unite.
L’Italia ribadisce il proprio incrollabile sostegno all’indipendenza, alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina all’interno dei suoi confini, riconosciuti a livello internazionale fin dal 1991, compreso il mare territoriale, e al suo diritto intrinseco di autodifesa contro l’aggressione russa ai sensi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite.
I partecipanti riconoscono che l’Ucraina e l’intera Europa non saranno sicure finché non ci sarà una pace giusta che rispetti i diritti dell’Ucraina ai sensi del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite.
A seguito della Dichiarazione congiunta dei Paesi del G7 firmata a Vilnius il 12 luglio 2023, l’Italia contribuirà, insieme ai partner, agli impegni di sicurezza nei confronti dell’Ucraina, che aiuteranno l’Ucraina a difendersi, a resistere agli sforzi di destabilizzazione e a scoraggiare gli atti di aggressione in futuro, compresi gli sforzi per sviluppare le forze di sicurezza e di difesa dell’Ucraina, ricostruire la sua economia nazionale e proteggere i suoi cittadini.
L’Italia sostiene l’iniziativa dell’Ucraina per una pace globale, giusta e duratura, basata sulla sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina. La formula di pace ucraina in 10 punti comprende una serie di obiettivi importanti, molti dei quali su cui l’Italia sta già lavorando, tra cui la sicurezza alimentare ed energetica. L’Italia è pronta a cooperare con l’Ucraina per assicurare la più ampia partecipazione internazionale possibile all’attuazione della Formula di pace ucraina.
I Partecipanti ricordano che l’Ucraina continuerà ad attuare un ambizioso programma di riforme e che l’Italia è impegnata a sostenere gli sforzi di riforma dell’Ucraina. Questi sono essenziali per le sue aspirazioni europee e della NATO.
La difesa, la sicurezza, la ripresa e le riforme dell’Ucraina, nel contesto delle sue ambizioni europee ed euro-atlantiche, si rafforzano a vicenda.
L’Italia e l’Ucraina hanno pertanto deciso congiuntamente di rafforzare la loro cooperazione in materia di sicurezza perseguendo i seguenti impegni e misure bilaterali di sicurezza a lungo termine.
Parte I. Sicurezza e assistenza militare
Articolo 1. Difesa e cooperazione militare
I Partecipanti ricordano il diritto intrinseco degli Stati all’autodifesa individuale e collettiva e l’illegittimità di ogni tentativo di ridisegnare i confini con la forza. Le forze di sicurezza e di difesa dell’Ucraina difendono non solo la sovranità dello Stato, la sua indipendenza e il suo territorio, ma anche la Carta delle Nazioni Unite, i nostri valori condivisi e i principi fondamentali del diritto internazionale. L’Italia continuerà a sostenere l’Ucraina nei suoi sforzi di difesa fino a quando sarà necessario.
È politica dell’Italia assistere l’Ucraina nel preservare la sua difesa qualitativa e il suo vantaggio militare in un contesto di rapida, incerta e impegnativa trasformazione politica e di sicurezza regionale.
I Partecipanti lavoreranno insieme, e con altri partner dell’Ucraina, per garantire che le forze di sicurezza e di difesa dell’Ucraina siano in grado di ripristinare pienamente l’integrità territoriale dell’Ucraina all’interno dei suoi confini riconosciuti a livello internazionale, nonché di aumentare la capacità di resistenza dell’Ucraina in modo che sia sufficiente a dissuadere e a difendersi da futuri attacchi e coercizioni.
A tal fine, i Partecipanti collaboreranno per garantire una forza sostenibile in grado di difendere l’Ucraina ora e di scoraggiare l’aggressione russa in futuro. L’Italia sosterrà l’Ucraina nella difesa della sua sovranità nei limiti dei suoi mezzi e delle sue capacità, in conformità con i requisiti legislativi e costituzionali nazionali, e fornirà all’Ucraina assistenza tempestiva in materia di sicurezza, equipaggiamenti militari moderni (compreso il supporto medico militare) e armi, in tutti i domini terrestre, aereo e marittimo, spaziale e cibernetico, dando priorità, ma non solo, alla difesa aerea, all’artiglieria, alla potenza di fuoco a lungo raggio, ai veicoli corazzati, allo sminamento, ai mezzi di ricognizione, ai sistemi senza pilota, ai mezzi ingegneristici, alle tecnologie dell’informazione, alla guerra elettronica, alle forze aeree e alle capacità marittime e ad altre capacità chiave, come richiesto dalle circostanze presenti e future.
Fin dall’inizio della guerra, l’Italia ha sostenuto l’Ucraina in modo completo con contributi in diversi settori. Tra questi, 110 milioni di euro per il sostegno al bilancio, 200 milioni di euro di prestiti agevolati, 100 milioni di euro di aiuti umanitari.
3euro per gli aiuti umanitari, 820 milioni di euro per sostenere i rifugiati ucraini in Italia, 400 milioni di euro circa per il sostegno macrofinanziario, 213 milioni di euro per il sostegno allo sviluppo, 200 milioni di euro per sostenere la resilienza energetica dell’Ucraina. L’Italia ha fornito contributi sostanziali all’Ucraina e continuerà a rispondere ai bisogni più urgenti e immediati dell’Ucraina per rafforzare le sue capacità di sicurezza.
L’Italia ha fornito all’Ucraina 8 pacchetti di aiuti militari nel 2022 e 2023 e intende mantenere lo stesso livello di sostegno militare aggiuntivo nel 2024, che sarà determinato in dettaglio attraverso consultazioni tra i partecipanti e tenendo conto delle esigenze contingenti dell’Ucraina. A questo proposito, l’Italia ha già prorogato per tutto il 2024 la relativa normativa che autorizza un ulteriore sostegno militare.
L’Italia continuerà a sostenere l’Ucraina per i dieci anni di durata del presente Accordo.
Articolo 2. Capacità future delle forze ucraine
1.L’Italia è disposta a partecipare all’impegno internazionale, a livello bilaterale e con i partner (ad esempio nell’ambito del G7, dell’UE e del quadro euro-atlantico, anche attraverso la partecipazione alle coalizioni di capacità nell’ambito del Gruppo di Contatto per la Difesa dell’Ucraina), al fine di sostenere le Forze di Difesa dell’Ucraina e le altre componenti della sicurezza nei loro sforzi di modernizzazione. In questo senso, la base dell’industria italiana della difesa è anche pronta a interagire con le industrie ucraine per sostenerle nella ricostruzione o nel consolidamento delle produzioni nazionali di equipaggiamenti, materiali e munizioni.
- L’Italia sosterrà lo sviluppo delle forze di sicurezza e di difesa dell’Ucraina, compresi, ma non solo, la progettazione delle forze future, l’avvicinamento ai concetti e alle procedure operative della NATO, l’addestramento del comando e del personale, le esercitazioni combinate e la maggiore compatibilità e interoperabilità con gli alleati della NATO.Articolo 3. Cooperazione dell’industria della difesa
- Le industrie della difesa dei Partecipanti rafforzeranno la loro cooperazione nei limiti delle rispettive legislazioni e in conformità con il quadro esistente basato su accordi bilaterali. In particolare, l’Italia sostiene le imprese italiane nello sforzo di cooperare con l’Ucraina attraverso l’iniziativa “Ukrainian Defence Industry Compact”, tra cui considerando il trasferimento di tecnologia, i partenariati, la creazione di joint venture e le opportunità di investimento.
L’Italia lavorerà con la sua industria della difesa e con l’Ucraina per contribuire allo sviluppo della base industriale della difesa ucraina, sviluppare una roadmap di cooperazione strategica nell’industria della difesa e identificare le opportunità per una più stretta collaborazione e partnership industriale nel settore della difesa. L’Italia collaborerà con l’Ucraina per identificare le aree di investimento di maggiore impatto, rafforzerà gli sforzi per ridurre le barriere esistenti per la cooperazione e incoraggerà e sosterrà la sua industria della difesa a investire, in particolare esplorando le opportunità di produzione congiunta.
I partecipanti promuoveranno l’integrazione delle industrie ucraine con la base industriale e tecnologica di difesa europea (EDTIB), facendo leva sulle iniziative dell’UE, ove pertinenti.
L’Italia collaborerà con l’Ucraina per eliminare le strozzature esistenti nella catena di approvvigionamento dei materiali per la difesa, che ostacolano lo sviluppo della capacità produttiva dell’Ucraina per armamenti e munizioni essenziali o prioritari.
I Partecipanti si adopereranno per individuare le fonti di finanziamento necessarie per consentire lo sviluppo della base industriale della difesa ucraina e incoraggiare gli investimenti in nuovi impianti. L’Italia fornirà assistenza e sostegno finanziario per il potenziamento dell’industria della difesa ucraina.
I Partecipanti promuoveranno lo scambio di informazioni sulle rispettive attività di ricerca e sviluppo nel settore della difesa, al fine di realizzare progetti e programmi comuni per lo sviluppo di nuove soluzioni di difesa. A tal fine, l’Italia incoraggerà la propria industria della difesa a collaborare con l’Ucraina per sostenere la riparazione e la manutenzione locale dei sistemi di difesa, garantendo la protezione delle tecnologie trasferite e dei diritti di proprietà intellettuale.
L’Italia sosterrà, ove possibile, gli sforzi dell’Ucraina per integrare la propria industria della difesa nella NATO e nei quadri di difesa e sicurezza dell’UE.
Articolo 4. Addestramento ed esercitazioni
1.L’Italia continuerà a contribuire alla Missione di Assistenza Militare dell’UE (EUMAM) in Ucraina fornendo personale e moduli di addestramento, come appropriato. Allo stesso tempo, le Forze Armate italiane svolgeranno addestramenti specifici e specializzati su base bilaterale, in stretto coordinamento con l’EUMAM in Ucraina e il Gruppo di Assistenza alla Sicurezza – Ucraina (SAG-U).
Ucraina (SAG-U). Non appena la situazione lo consentirà, su richiesta della controparte, le Forze Armate italiane esamineranno la possibilità di condurre esercitazioni combinate, in Italia e in Ucraina, per meglio sostenere il processo di standardizzazione e interoperabilità delle Forze di Difesa e Sicurezza dell’Ucraina. - L’Italia fornirà inoltre sessioni di formazione e addestramento per le forze dell’ordine, come la Guardia Nazionale Ucraina e il Servizio di Guardia di Frontiera dello Stato, e continuerà a fornire supporto materiale alle agenzie partner nel settore delle forze dell’ordine. Inoltre, l’Italia fornirà sostegno alla formazione medica e alle protesi.
Articolo 5. Riforma del settore della sicurezza e della difesa
L’Ucraina farà progredire le riforme e la modernizzazione della difesa, anche rafforzando il controllo civile democratico del settore della sicurezza e migliorando l’efficienza e la trasparenza delle istituzioni di sicurezza e di difesa e dell’industria della difesa ucraina.
L’Italia continuerà a fornire assistenza e consulenza per la riforma e l’ulteriore sviluppo delle future forze ucraine, sia a livello bilaterale che con i partner (nell’ambito dell’UE e dell’area euro-atlantica, anche attraverso il contributo alla Missione Consultiva dell’UE – EUAM – in Ucraina). Inoltre, non appena la situazione di sicurezza lo consentirà, l’Italia intende cooperare attraverso specifici Piani di Cooperazione Militare volti a sostenere lo sviluppo militare dell’Ucraina. Inoltre, l’Italia intende sostenere lo sviluppo militare professionale della Difesa ucraina fornendo l’accesso alle istituzioni italiane di formazione militare.
L’Italia fornirà consulenza e sostegno al lavoro sulla governance e sulle politiche di difesa a supporto del Ministero della Difesa ucraino.
Articolo 6. Cooperazione nel campo della sicurezza
a. Cooperazione in materia di intelligence.
I Partecipanti rafforzeranno la loro cooperazione in materia di intelligence e sicurezza, conformemente al quadro esistente basato su accordi bilaterali.
b. Cooperazione nella sfera della sicurezza informatica.
I Partecipanti collaboreranno per consentire all’Ucraina di individuare, scoraggiare e interrompere l’aggressione e lo spionaggio informatico di qualsiasi Stato ostile, nonché la guerra ibrida, anche attraverso una maggiore resilienza informatica e la protezione delle infrastrutture critiche dagli attacchi informatici, la formazione di specialisti di sicurezza informatica e la fornitura di assistenza tecnica internazionale all’Ucraina.
I Partecipanti collaboreranno per individuare e scoraggiare l’uso irresponsabile delle capacità informatiche da parte di qualsiasi Stato e di attori non statali contro i Partecipanti. I Partecipanti si sosterranno reciprocamente condividendo intelligence e competenze nei settori della sicurezza informatica e delle tecnologie di comunicazione avanzate (tra cui, ma non solo, il cloud e il quantum computing, le tecnologie di rete avanzate, l’Internet degli oggetti, l’intelligenza artificiale, ecc.), nonché adottando misure di rafforzamento delle capacità informatiche per contrastare questa minaccia.
c. Cooperazione in materia di sicurezza informatica. I partecipanti collaboreranno per migliorare le capacità dell’Ucraina di contrastare le minacce alla sicurezza dell’informazione, la manipolazione dell’informazione russa e di qualsiasi altro paese, la propaganda maligna e le campagne di disinformazione che incidono sulla sicurezza nazionale;
promuovere lo sviluppo di programmi educativi e di formazione congiunti per i professionisti della sicurezza informatica e lo scambio regolare di esperienze.
Cooperazione nella lotta contro la criminalità grave e organizzata.
Laddove le condizioni di sicurezza lo consentano, i Partecipanti intraprenderanno azioni per contrastare le attività della criminalità grave e organizzata (SOC), in particolare gli individui e i gruppi che cercano di infiltrarsi nella società ucraina, hanno un’influenza criminale in alcune regioni, comprese quelle temporaneamente occupate, e sono attivamente utilizzati come strumento di guerra ibrida per contrastare i processi di ripresa e riconciliazione in Ucraina.
I Partecipanti riconoscono la necessità di combattere le operazioni di finanza illecita volte a minare la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina, nonché la sua stabilità interna.
Sicurezza delle informazioni.
Nessuna informazione, classificata o non classificata, scambiata nell’ambito del presente Accordo, sarà divulgata a terzi.
Accordo, è comunicata a qualsiasi entità terza (compresi Stati terzi),
Organizzazioni internazionali e amministrazioni nazionali che non sono i destinatari originari delle informazioni, come le autorità giudiziarie nei procedimenti giudiziari nazionali) senza il previo consenso scritto dell’originatore.
Parte II. Partenariato economico
Articolo 7. Stabilità economica, resilienza e ricostruzione, sviluppo sostenibile e riforme.
L’Italia, insieme alle organizzazioni e ai partner internazionali, è impegnata a partecipare alla ripresa e alla ricostruzione dell’Ucraina. È importante porre le basi per un impegno ambizioso e a lungo termine che crei opportunità e permetta al popolo ucraino di ricostruire il proprio Paese. Coinvolgere tutti i partner interessati, comprese le aziende private e i donatori internazionali, con l’obiettivo di garantire il sostegno finanziario, gli investimenti e le conoscenze necessarie, è essenziale per assicurare un futuro prospero all’Ucraina. In questo senso, l’Italia ospiterà la Conferenza sulla ripresa dell’Ucraina nel 2025.
Cooperazione economica.
Sulla base della Dichiarazione congiunta rilasciata il 26 aprile 2023 al termine della Conferenza bilaterale sulla ripresa dell’Ucraina, l’Italia e l’Ucraina si sono impegnate a rafforzare la cooperazione tra le loro imprese per la ripresa e la ricostruzione dell’Ucraina e hanno espresso la loro disponibilità a collaborare nel quadro delle sanzioni per garantire la stabilità economica e la prosperità di entrambi i Paesi.
Energia e altre infrastrutture critiche.
L’Italia continuerà a fornire sostegno all’Ucraina per far fronte alle urgenti necessità umanitarie generate dalla guerra di aggressione russa, per ricostruire rapidamente le infrastrutture critiche e sociali distrutte e i mezzi di sussistenza, e per creare le migliori condizioni possibili per la ricostruzione del tessuto socio-economico del Paese.
L’Italia contribuirà allo sviluppo delle capacità di protezione delle infrastrutture critiche dell’Ucraina, anche attraverso il gruppo di coordinamento G7+ Energia, nonché all’accesso degli specialisti ucraini ai programmi internazionali pertinenti.
L’Italia si impegna a coinvolgere specialisti ucraini con esperienza nella sicurezza delle infrastrutture critiche per realizzare progetti rilevanti sul proprio territorio e nei Paesi partner. I partecipanti avvieranno programmi congiunti di istruzione e formazione per gli specialisti della protezione delle infrastrutture critiche.
ft* collaborerà con l’Ucraina per individuare fonti di finanziamento, compreso il settore privato, per sviluppare la protezione, la resilienza e il ripristino delle infrastrutture critiche in vari settori, tra cui l’energia, i trasporti, l’alimentazione (agricoltura), le comunicazioni, i prodotti chimici, la produzione di armi e munizioni, ecc.
I partecipanti intendono approfondire la cooperazione bilaterale esistente per rafforzare la resilienza dell’Ucraina contro i rischi legati alle armi nucleari, biologiche e chimiche.
L’Italia sosterrà la ripresa precoce e la ricostruzione, combinando misure di emergenza con interventi a più lungo termine, anche nell’ambito della Piattaforma di coordinamento dei donatori multi-agenzia. Visti i danni causati dall’aggressione russa, ciò implica sostenere gli aiuti a breve termine, la ripresa rapida, la ricostruzione e la modernizzazione, intensificando al contempo il coordinamento internazionale e la cooperazione bilaterale.
I partecipanti coopereranno per garantire la partecipazione cruciale del settore privato nel processo di recupero e ricostruzione dell’Ucraina.
L’Italia continuerà il suo partenariato con la città di Odessa e la regione di Mesa per sostenere, tra l’altro, finanziariamente, la sua ricostruzione, la resilienza e le riforme.
D. Sminamento. I Partecipanti continueranno a lavorare insieme allo sminamento del territorio dell’Ucraina. L’Italia, in collaborazione con altri partner, sosterrà i servizi statali di emergenza dell’Ucraina per sviluppare e sostenere gli standard internazionali di sminamento nelle loro operazioni. I Partecipanti riconoscono la necessità di unire gli sforzi volti a proteggere la popolazione e i territori dell’Ucraina dalle conseguenze negative, compreso il danno ambientale, causate dalle mine e dagli esplosivi residui bellici a seguito dell’aggressione armata russa e l’alleviamento delle conseguenze devastanti dopo il suo completamento. Risarcimento per perdite, lesioni e danni causati dall’aggressione russa. I Partecipanti riaffermano che, anche in vista della futura ricostruzione dell’Ucraina, la Federazione Russa deve essere ritenuta responsabile del risarcimento nei confronti dell’Ucraina per i danni, le perdite o le lesioni derivanti dalla sua aggressione e dai suoi atti illeciti a livello internazionale. L’Italia continuerà a sostenere l’immobilizzazione dei beni sovrani russi finché la Federazione Russa non avrà pagato i danni causati all’Ucraina. In via prioritaria, i partecipanti continueranno a collaborare con altri, compresi gli Stati del G7, per esplorare le opzioni per lo sviluppo di meccanismi adeguati per fornire un risarcimento per danni, perdite o lesioni causate dall’aggressione russa, come previsto anche dallo Statuto della Russia. Registro dei danni causati dall’aggressione della Federazione Russa contro l’Ucraina adottato con la Risoluzione del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa CM/Res(2023)3. A questo proposito, i partecipanti esploreranno tutte le opzioni appropriate a sostegno di un futuro meccanismo di risarcimento affinché l’Ucraina fornisca un risarcimento tempestivo e adeguato alle vittime dell’aggressione russa.
F. Aiuti umanitari, protezione civile e resilienza. I Partecipanti riaffermano che, non appena l’Ucraina inizierà la ripresa e la ricostruzione, garantiranno la continuazione di aiuti umanitari salvavita ben coordinati laddove necessario. I partecipanti lavoreranno insieme per garantire una risposta umanitaria mirata e con migliori priorità che raggiunga i più bisognosi, anche nelle aree difficili da raggiungere. I partecipanti continueranno a sostenere le esigenze di stabilizzazione e di protezione civile, ad esempio, sostenendo i servizi di emergenza statali dell’Ucraina in molteplici aree critiche che rafforzano la loro risposta alle emergenze e migliorano la protezione civile, e sostenendo le amministrazioni regionali e locali nella fornitura di rifugi, particolarmente nelle scuole. I Partecipanti lavoreranno insieme per ricostruire il sistema di resilienza nazionale dell’Ucraina e cercheranno possibilità bilaterali e multilaterali, compresi i finanziamenti, per sviluppare le capacità ucraine di contrastare ogni tipo di fenomeno naturale e minacce e sfide artificiali alla sicurezza della società ucraina, nonché al recupero delle aree e delle comunità colpite.
Parte. III Riforme
Articolo 8. Processo di riforma dell’Ucraina.
1. Sulla base della decisione presa dal Consiglio Europeo il 23 giugno 2022 di concedere all’Ucraina lo status di paese candidato all’UE e di aprire i negoziati di adesione il 14 dicembre 2023, l’Italia continuerà a sostenere le aspirazioni dell’Ucraina di collegare la ricostruzione con le riforme nel suo percorso verso l’UE, puntando al pieno allineamento con l’acquis dell’UE.2.
L’Ucraina attuerà le riforme necessarie in settori quali l’applicazione della legge, il sistema giudiziario, la lotta alla corruzione, la governance aziendale, la pubblica amministrazione, il contesto imprenditoriale, il settore economico, della sicurezza e della difesa e l’intelligence, nonché riforme della gestione statale che sottolineino il suo impegno a favore della democrazia, lo Stato di diritto, il rispetto dei diritti umani e delle libertà dei media, e mettere la sua economia su un percorso sostenibile e climaticamente neutro. 3.L’Italia incoraggia l’Ucraina a proseguire il suo ambizioso processo di riforma con particolare attenzione alle priorità di riforma: giustizia e pubblica amministrazione, stato di diritto nonché lotta alla corruzione e al riciclaggio di denaro. L’Ucraina si impegna a portare avanti il processo di riforma del decentramento nonché a rafforzare e modernizzare l’amministrazione a livello centrale e subnazionale. Tutte le riforme saranno intraprese secondo le aree di riforma prioritarie stabilite per l’adesione all’UE e ai parametri del Fondo monetario internazionale (FMI), e in stretto coordinamento con i principali donatori, in particolare le istituzioni finanziarie internazionali, l’UE e il G7. L’Italia continuerà a sostenere l’Ucraina in questo percorso.
Parte IV.
Sanzioni Articolo 9. Sanzioni.
I Partecipanti riconoscono il valore delle misure restrittive russe. Accesso della Federazione ai finanziamenti, ai beni, alla tecnologia e ai servizi utilizzati nella sua aggressione, nel limitare i flussi di entrate della Russia e nel scoraggiare attacchi futuri. I Partecipanti continueranno a lavorare per garantire che i costi per la Russia della sua aggressione continuino ad aumentare, anche attraverso sanzioni e controlli sulle esportazioni. Da quando è iniziata la guerra di aggressione russa, l’Italia, insieme ai suoi partner dell’UE, ha adottato il più ampio pacchetto di sanzioni mai imposto contro una grande economia. Mentre continua l’aggressione della Federazione Russa nei confronti dell’Ucraina, l’Italia resterà impegnata, nell’ambito dell’UE, a mantenere in vigore la pressione delle sanzioni sulla Federazione Russa fintantoché continuerà la sua guerra di aggressione contro l’Ucraina. L’Italia adotterà azioni determinate con i partner per affrontare tutte le forme di elusione delle sanzioni e per rafforzare la propria resilienza interna contro la finanza illecita e le élite legate alla Russia. I Partecipanti si forniranno reciprocamente informazioni aggiornate sui motivi delle sanzioni e altre informazioni rilevanti, nel rispetto degli obblighi pertinenti.
Parte V. Responsabilità
Articolo 10. Responsabilità.
I. I Partecipanti riaffermano il loro impegno a ritenere la Federazione Russa responsabile delle perdite o dei danni causati a persone ed entità, nonché allo Stato dell’Ucraina, a seguito dei suoi atti illegali a livello internazionale in Ucraina o contro l’Ucraina, compresa la sua aggressione in violazione della Carta delle Nazioni Unite. I Partecipanti riaffermano che la Federazione Russa deve assumersi la responsabilità giuridica, compresa la riparazione per eventuali danni causati da tali atti, il che aiuterà anche a scoraggiare futuri attacchi e a sostenere la ripresa dell’Ucraina. I Partecipanti cercheranno di ritenere responsabili i responsabili di crimini di guerra e altri crimini internazionali, commessi in o contro l’Ucraina nel contesto della guerra di aggressione della Russia, in conformità con il diritto internazionale, anche sostenendo il lavoro dell’Ufficio del Procuratore Generale di L’Ucraina e la Corte penale internazionale per garantire che i presunti crimini internazionali siano pienamente ed equamente indagati attraverso meccanismi legali indipendenti, efficaci e solidi.
4. I Partecipanti proseguiranno il loro impegno nel “Gruppo ristretto sulle opzioni per l’istituzione di un tribunale sul crimine di aggressione contro l’Ucraina“.
Parte VI.
Aggressioni future Articolo 11
Cooperazione in caso di futuro attacco armato.
1. In caso di futuro attacco armato russo contro l’Ucraina, su richiesta di uno dei Partecipanti, i Partecipanti si consulteranno entro 24 ore per determinare le prossime misure necessarie per contrastare o scoraggiare l’aggressione.
2. L’Italia afferma che in tali circostanze e agendo nell’ambito dei suoi mezzi e delle sue capacità e in conformità con i suoi requisiti legali e costituzionali e in conformità con le norme e il diritto internazionale e dell’Unione Europea, fornirebbe all’Ucraina, ove appropriato, un sostegno rapido e duraturo nel campo della sicurezza e della difesa, dell’industria della difesa, dello sviluppo delle capacità militari e dell’assistenza economica, cercare un accordo nell’UE per imporre costi economici e di altro tipo alla Russia, o a qualsiasi altro aggressore, e consultarsi con l’Ucraina sulle sue esigenze mentre esercita il proprio diritto di autonomia -difesa sancita dall’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite.
3. Al fine di garantire la risposta collettiva più ampia ed efficace a qualsiasi futuro attacco armato, i Partecipanti possono modificare queste disposizioni per allinearle a qualsiasi meccanismo che l’Ucraina potrà successivamente concordare con i suoi altri partner internazionali, compresi i partecipanti alla Dichiarazione congiunta di 12 luglio 2023.
Parte VII. Relazioni Bilaterali, Integrazione Europea ed Euro-Atlantica
Articolo 12. Relazioni Bilaterali.
I Partecipanti riaffermano il loro impegno globale a rafforzare il loro eccellente partenariato bilaterale in tutti i settori, a partire dal loro dialogo politico e diplomatico costante e coerente ad alto livello. I Partecipanti continueranno a sviluppare una cooperazione reciprocamente vantaggiosa nella sfera economica e commerciale concentrandosi su, ma senza limitare a settori quali l’energia e la transizione verde, la tutela dell’ambiente e lo sviluppo sostenibile, l’agroalimentare, la finanza e i servizi correlati, le infrastrutture e i trasporti, le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, promuovendo e sostenendo al contempo le sinergie tra le rispettive PMI, i legami tra le istituzioni regionali e locali e le persone. contatti interpersonali in tutti i campi rilevanti.
3. I Partecipanti si avvarranno di tutte le sedi competenti a tal fine, compreso l’istituito Consiglio bilaterale italo-ucraino per la Cooperazione Economica, Industriale e Finanziaria. Il futuro dell’Ucraina e del suo popolo risiede nella famiglia europea. L’Italia sostiene fortemente il processo di adesione dell’Ucraina e i suoi sforzi nell’attuazione delle riforme correlate per la sua futura adesione all’UE. L’Italia continuerà a sostenere l’Ucraina nello stabilire le condizioni per il rafforzamento delle relazioni economiche e commerciali che portino al graduale allineamento dell’Ucraina al mercato interno dell’UE con l’obiettivo generale dell’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea. L’Italia continuerà a sostenere l’Ucraina nel suo percorso verso l’adesione all’UE e a offrire una guida pratica.
Articolo 14. Integrazione euro-atlantica.
1. I Partecipanti coopereranno per aiutare l’Ucraina ad attuare le riforme necessarie nel suo cammino verso la futura adesione alla NATO.
Parte VIII. Disposizioni finali
Articolo 15. Termini del Contratto. Il presente Accordo ha validità di dieci anni dalla data della sua firma. I Partecipanti potranno decidere congiuntamente di prorogare la durata del presente Accordo. Il presente Contratto entrerà in vigore immediatamente dopo la firma. Allo stesso tempo, in conformità con la Dichiarazione congiunta del G7 del 12 luglio 2023, i Partecipanti intendono che il presente Accordo rimanga in vigore mentre l’Ucraina prosegue il suo percorso verso la futura adesione alla comunità euro-atlantica.
4. Nel caso in cui l’Ucraina diventi membro della NATO prima della scadenza del presente Accordo, i Partecipanti decideranno sul suo status futuro.
Articolo 16. Accordi esecutivi e tecnici.
I. I Partecipanti designeranno, se necessario, gli organismi autorizzati per lo sviluppo e l’attuazione degli accordi bilaterali in conformità con le aree di cooperazione specificate nel presente Accordo.
2. Gli organi delegati dei Partecipanti possono stipulare accordi esecutivi e tecnici su specifici ambiti di cooperazione nell’ambito dell’attuazione del presente Accordo.
Articolo 17. Disposizioni finanziarie. Le spese derivanti dall’attuazione del presente Accordo saranno coperte dai Partecipanti secondo le loro ordinarie disponibilità di bilancio senza alcun onere aggiuntivo per il bilancio dello Stato della Repubblica Italiana e dell’Ucraina.
Articolo 18. Differenze di interpretazione.
Qualsiasi differenza nell’interpretazione e/o nell’attuazione del presente Accordo sarà risolta amichevolmente attraverso consultazioni e negoziazioni dirette tra i Partecipanti.
Articolo 19. Risoluzione. Il presente Contratto può essere risolto da ciascuno dei Partecipanti dando comunicazione scritta della propria intenzione di risolvere il Contratto all’altro Partecipante. Il presente Contratto verrà risolto sei mesi dopo la data di ricevimento di tale avviso.
Articolo 20. Modifiche.
Il presente Contratto potrà essere modificato ed integrato previo accordo reciproco dei Partecipanti, da effettuarsi per iscritto.
Zelensky ha incassato l’accordo ma è insoddisfatto. Ha infatti dichiarato: “l’Italia e la Meloni sono con noi ma da voi ci sono troppi ci sono molti pro-Putin, e prima di tutto dovreste cancellare loro i visti” e “mandarli via”. Una democratica lista di proscrizione…?
[2] Italia in guerra contro chi difende i palestinesi
Coperta dalla foglia di fico del carattere esclusivamente difensivo dell’operazione militare nel mar Rosso, il Palamento italiano ha promosso a pieni voti la missione Aspides con soli 6 voti contrari. Il corriere aveva dedicato pagine trionfali all’abbattimento di un drone degli Houthi (gli attacchi degli houthi vengono definiti attacchi terroristici o di pirateria) da parte della nave italiana Duilio il cui motto è «Nomen Numen» che può essere tradotto: «Il nome significa potenza» è vista come un ulteriore atto della difesa comune europea.
Dal canale di Suez passa il 15% del commercio mondiale. Si rischia come minimo un’alta recrudescenza dell’inflazione. Gli houthi hanno più volte dichiarato di avere come obiettivo Israele e le navi dirette nei suoi porti essendo schierati attivamente per la causa palestinese contro il genocidio in corso. Piuttosto che bombardare una delle popolazioni più povere al mondo, i nostri prodi guerrieri avrebbero potuto chiedere ad Israele la cessazione del genocidio in atto invece di farsene complici. Avrebbero tutti gli strumenti per farlo. Gli Houthi smetterebbero la loro azione nel mar Rosso…
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