Il 27 gennaio è la giornata della Memoria tradita.
Tradita innanzitutto da Israele e da chi è complice del suo progetto di apartheid e di pulizia etnica, come il nostro governo. La Memoria dell’Olocausto, il genocidio nazifascista di sei milioni di vittime ebree (insieme a oltre mezzo milioni di rom, testimoni di Geova, omosessuali, disabili, popolazioni dell’Est Europa, comunisti ed altri dissidenti politici) deve essere d’aiuto ad indagare e ricordare il passato per comprendere meglio il presente al fine di progettare un futuro che non ripeta gli orrori del passato.
La giornata della Memoria viene però strumentalizzata ancora una volta dalla propaganda sionista e di larga parte della stampa mainstream occidentale, proprio mentre Israele compie il genocidio della popolazione palestinese nella Striscia di Gaza. Oltre 26.000 morti in 113 giorni, di cui oltre 12.000 bambini, 119 giornalisti uccisi con assassini mirati, quasi due milioni di persone, per metà minorenni, costretti ad abbandonare le proprie case, abbandonati alla fame e alla sete.
Il sionismo è un progetto coloniale e razzista di occupazione. L’equiparazione strumentale tra antisemitismo e antisionismo è una vergogna che offende milioni di vittime del razzismo fascista, legittimando al contrario un movimento suprematista etno-religioso che persegue la pulizia etnica di un altro popolo, quello palestinese.
Opporsi a ogni forma di fascismo, di razzismo e di colonialismo, significa lottare per il diritto alla libertà e all’autodeterminazione del popolo palestinese e di tutti i popoli del mondo.
Per ricordare quello che continua ad accadere in queste ore con la complicità del nostro paese e dei paesi occidentali e che viene denunciato anche da tanti ebrei che nel mondo si oppongono alla politica israeliana.
Nel giorno della Memoria tradita – video
Dalla redazione
Abbiamo scelto immagini meno violente possibili per descrivere cosa realmente sta accadendo oltre alle incursioni i bombardamenti e alle 26mila palestinesi vittime di Israele.
di Maurizio Torti
La propaganda diffonde e costruisce “nuove verità” e di questo si sono occupati gli esperti consulenti di Tel Aviv, sostenuti da sezioni speciali dei servizi segreti in particolare del Mi6. Tel Aviv forte, potente con l’uso delle armi, in 113 giorni oltre 26mila palestinesi uccisi ma debolissima nella comunicazione e l’immagine di Israele nel mondo è oggi molto negativa. Israele è sostenuta solo esclusivamente dai suoi alleati nel progetto sionista. Lentamente i media e naturalmente anche quelli italiani hanno dovuto ricostruire i frame di quanto accaduto il 7 ottobre durante l’attacco dei combattenti palestinesi in Israele e tentare di nascondere l’operato e la reazione dell’esercito israeliano. È la stessa stampa di Tel Aviv a denunciare l’uccisione di civili israeliani da parte dello stesso esercito di Tel Aviv nell’applicazione del “protoollo Annibae” . Al momento non c’è un numero esatto di vittime e l’impossibilità di effettuare esami e test specifici sui corpi non aiuta a ricostruire la verità.
FILE PHOTO: A view shows houses and buildings destroyed by Israeli strikes in Gaza City, October 10, 2023. REUTERS/Mohammed Salem/File Photo/File Photo
Tel Aviv deve affrontare i combattenti palestinesi non solo sulle sabbie di Gaza ma la battaglia e anche nei social, nei media nelle tv e nelle radio. Il mondo ha visto i video della liberazione degli ostaggi da partre dei palestinesi, alcuni media hanno intervistato gli ostaggi liberati e pubblicato lettere di ringraziamento per il trattamento avuto. In poche parole gli ostaggi raccontavano di essere stati trattati bene, mangiato, bevuto e non è mancato un saluto e una stretta di mano agli ipotetici carcerieri.
Dopo questi eventi, Tel Aviv ha costretto agli ostaggi rilasciati a firmare un accordo per non rilasciare interviste ai media e al loro posto, i media israeliani hanno trasmesso racconti dell’orrore, nel tentativo di ricollocare l’immagine del combattente palestinese, in particolare di Hamas, come un gruppo terroristico senza scrupoli e capace di commettere crimini terribili. I racconti sono delle vere scene di film dell’orrore, come per il grande falso dei bambini decapitati, in questi giorni aumentano le testimonianze terribili “raccontate” dagli ostaggi ma potrebbere essere gli stessi che hanno raccontato altro, perchè ad oggi non ci sono nuovi ostaggi liberati ma i racconti fioccano sempre più numerosi.
Israele ha commesso molti crimini di guerra, sta compiendo un genocidio e gli esperti della narrazione sono corsi a i ripari per un’altra questione molto grave: i raid, i bombardamenti e le incursioni in Palestina e nella Striscia di Gaza hanno distrutto l’intera infrastruttura dell’UNRA, agenzia delle Nazioni Uniti costitutita per aiutare i profughi palestinesi. Non solo strutture distrutte ma anche tandi dipendenti dell’UNRWA sono stati uccisi dalle bambe israeliane. Come rimediare? Cosa fare si chiedeno gli esperti nelle stanze a Tel Aviv? La propaganda è sempre utile e in queste ore, Israele comunica al mondo di avere delle prove di 12 dipendenti dell’UNRWA fiancheggiatori o membri compattenti palestinesi o addirittura di Hamas.
Quello che sta avvendendo in queste ore è veramente incredibile ma restaerà nella storia, è stato provocata una ferita molta profondo nell’umanità.
Bambini di Palestina
Gli effetti della propaganda negano i fondi all’unica agenzia delle Nazioni Unite in aiuto alle vittime palestinesi
Ecco cosa scrivono i media israeliani
“NAZIONI UNITE: Stati Uniti, Canada, Australia, Italia, Regno Unito e Finlandia hanno dichiarato che sospenderanno il trasferimento di fondi all’UNRWA in seguito alle notizie sul coinvolgimento di 12 dipendenti dell’agenzia nel massacro del 7 ottobre da parte di Hamas. Il capo dell’UNRWA, Philippe Lazzarini, ha dichiarato venerdì che “le autorità israeliane [hanno] fornito all’UNRWA informazioni sul presunto coinvolgimento di diversi dipendenti dell’UNRWA” negli attacchi del 7 ottobre, ha rescisso i loro contratti e ha avviato un’indagine. Antonio Guterres, Segretario generale dell’ONU, si è detto “inorridito” dalla notizia, ha dichiarato venerdì il suo portavoce”
L’ipocrisia di questo mondo Occidentale non è misurabile e la propaganda si supera proprio nel giorno della memoria: nelle grandi città italiane, dal governo di Roma, si proibisce ai cittadini di manifestare per denunciare il genocidio in Palestina, le manifestazioni, riferiscono le Prefetture di Roma, Milano e Napoli, non sono vietate ma devono essere rinviate ad un altro giorno, perchè sono manifestazioni “Pro palestinesi”. Un’altra prova della strategia della propaganda nella giornata della memoria è la trasformazione della solidarietà nella divisione in tribune calcistiche, – in pro israele e pro palestine – , tutto avvolto nella nebbia dell’antisemitismo, un’accusa al 99% dei casi completamente falsa. Per l’Occidente la giornata della memoria è solo esclusivamente per ricordare le vittime israeliane di ogni epoca.
Le manifestazioni ci sono state comunque, non è mancata la tensione a Milano,n raccontata nei dettagli dai media italiani sempre attenti a puntare il dito contro chi difende i diritti e chiede giustizia per il popolo palestiense.
Chicago solidarità
Nella questione palestinese, questo nuovo anno il 2024 segna comunque un anno importante, una prima sentenza, dopo 75 anni di occupazione militare e dopo la denuncia da parte del Sud Africa di genocidio in Palestina ad opera di Israele venerdì 26 gennaio la prima sentenza, in sintesi:
1.15-2 Lo stato di Israele adotterà tutte le misure per prevenire la commissione del genocidio a Gaza
2.15-2 Lo stato di Israele garantirà che i militari non commettano alcun atto di genocidio
3. 16-1 Israele adotterà tutte le misure per punire tutte le istigazioni pubbliche al genocidio
4. 16-1 Israele dovrà adottare misure immediate ed efficaci per affrontare le condizioni avverse della vita nella Striscia di Gaza
5.15-2 Israele adotterà misure efficaci per preservare le prove delle azioni che influiscono sulla convenzione sul genocidio
6. 15-2 Israele dovrà presentare alla corte un rapporto su tutte le misure adottate per eseguire gli ordini di questa corte entro un mese.
Come interpretare queste frasi non è facile, per quello che sta accadendo è troppo poco anche se segna un momento storico ma non basta.
La sentebza che attendiamo è un “ordine” una risoluzione per porre termine all’occupazione militare della Palestina, incluso il territorio della Striscia di Gaza, l’invio immediato di aiuti alla popolazione palestinese stremata da 113 giorni di guerra.
Il rituro immediato da parte dell’IDF da tutti i territori assegnati alla Palestina osservando le mappe del 1967 e l’invio immediato di una forza, civile, di interforza da posizionare sui confini della Striscia di Gaza e in tutti i territori della Palestina e in parte in Israele.
La propaganda di Tel Aviv dopo tutti questi anni di occupazione militare delle terra della Palestina, crimini di ogni tipo, omicidi mirati, arresti di minori, maltrattamenti e soprusi di ogni tipo non riesce, oggi, a superare la solidarità espressa dal mondo intero verso i palestinesi.
L’Occidente si difende con gli schiavi dei media e si nasconde dietro i mostri che ha costruito ma sono di cartapesta.
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