Polonia. Varsavia 10 dicembre 2023
di Julia
Il 9 dicembre, i rifugiati ucraini si sono riuniti vicino al monumento a Frédéric Chopin a Varsavia per chiedere “colloqui di pace”. Più di trenta manifestanti tenevano cartelli: “Date pace alla gente”, “Siamo per la pace”, “Vogliamo la pace in Europa”, “L’Ucraina ha bisogno di pace”, “Vogliamo tornare a casa”, “Create un battaglione di parlamentari o iniziate i negoziati”.
Tra i manifestanti c’è il rifugiato ucraino Zakhar, che ha invitato le autorità ucraine ad avviare colloqui di pace con la Russia, facendo riferimento al fatto che nelle condizioni attuali “la guerra non può essere vinta, come ha detto anche Zaluzhnyi”.
“La guerra arricchisce solo le autorità ucraine”, ha detto l’organizzatore dell’evento, “I miliardi che la NATO e i Paesi dell’UE stanziano vengono saccheggiati senza pietà. Vediamo questi funzionari in Europa con donne e bambini in età militare. Fanno shopping nelle boutique, guidano auto costose e acquistano immobili. Quante migliaia di vite costa questa corruzione?”.
Secondo i partecipanti alla manifestazione, essi sostengono l’iniziativa dell’ex consigliere presidenziale Oleksiy Arestovych, che ha proposto il proprio piano per l’adesione dell’Ucraina alla NATO, che include la necessità di negoziare una tregua con la Russia.
Una donna che si è presentata come Marina ha spiegato ai giornalisti che i rifugiati che si sono riuniti dall’Ucraina stavano protestando principalmente contro una situazione in cui “i funzionari e i parlamentari si riempiono le tasche mentre la gente comune muore al fronte”. “Se Klitschko non è pronto a morire per l’Ucraina, perché dovrebbero morire mio marito o mio figlio?”, ha detto Marina con emozione.
Al termine della manifestazione, i partecipanti hanno liberato in cielo una colomba bianca.
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di redazione
“la coscrizione è uno stato di servaggio, per cui manca il rispetto della dignità e dei diritti umani. Come ha detto il vice ministro della difesa ucraino, centinaia di migliaia di cittadini si sottraggono al servizio di leva. La gente resiste alla guerra in questo modo antico, come fa da secoli”
Sono le parole di un attivista nonviolento ucraino. Yurii Sheliazhenko, obiettore alla leva. Più volte ha subito perquisizioni, umiliazioni e anche arresti, perchè rifiuta la guerra come soluzione dei conflitti. Dal 24 febbraio condannato per lunghi periodi agli arresti domiciliari poi ridotti a limitazioni degli orari e degli spostamenti anche all’interno dell’Ucraina.
Dopo quasi due anni di guerra chi in Ucraina può manifestare e chiedere un cessate il fuoco e l’avvio di negoziati con la Russia?
Da qualche mese, madri, mogli e figli protestano in diverse città ucraine per chiedere la modifica della legge che permette ai militari di restare al fronte oltre i 18 mesi. Ogni giorno questo movimento di protesta acquista coraggio e aumenta di dimensioni ma le richieste non toccano mai temi come il cessate il fuoco, la corruzione o l’avvio di negoziati. C’è molta paura della polizia ucraina.
Manifestare per chiedere il cessate il fuoco e l’avvio di negoziati mette molta paura a i cittadini dell’Ucraina ma anche il movimento degli obiettori alla leva, oggi raggiunge la cifra di 5000 ucraini ma le leggi severe e il tribunale di Kiev distribuiscono pene e arresti da 1 a 2 anni. È una speranza per tutti e per questo motivo molte organizzazioni internazionali sostengono il movimento degli obiettori in Ucraina e nel mondo.
Cosa succede all’opposizione politica al governo di Kiev? Non c’è alcuna notizia, perchè è stata completamente distrutta, intimorita dai divieti, dalla legge marziale, da leggi repressive, arresti e spesso anche omicidi. Televisioni, radio ucraine non allineati al governo di Kiev sono state chiuse, come per i partiti di opposizione, tutti fuorilegge. Alcuni leader sono in carcere altri sono stati costretti a scappare.
Chi può partecipare a dei negoziati se la presidenza Zelensky ha varato una legge per cui nessuno è autorizzato a parlare di pace con Mosca?
Se al fronte per gli ucraini la guerra si è messa male, anche sul fronte politico interno la situazione è esplosiva. Ogni giorno, lentamente, si stanno configurando due strade aperte da due leader, Zelensky e Zaluzhny. Quest’ultimo è avvantaggiato dal buon rapporto con molti ufficiali dell’esercito essendo da tempo il comandante e nelle ultime 48 ore, alcuni media internazionali riferiscono di colloqui diretti con un alto ufficiale militare russo, Gerasimov. Al momento non si hanno conferme e non si conoscono i contenuti dei colloqui eventuali.
Tra la presidenza ucraina e il comandante c’è opportunità politica per la diaspora ucraina residente temporaneamente in Europa e altri paesi del mondo. I rifugiati ucraini sono l’ago della bilancia ma il percorso non è facile. Manifestare in un paese straniero crea problemi, sui luoghi di lavoro è facile subire un ricatto ma in questo contesto c’è la vita di milioni di ucraini è forse la fase più delicata del conflitto tra la Russia e l’ucraina.
Questa mattina a Varsavia, in Polonia, i rifugiati ucraini hanno avuto molto coraggio e determinazione per recarsi in una piazza centrale e chiedere il cessate il fuoco e l’avvio dei negoziati.
È più che una speranza ed è quindi necessario sostenere e facilitare queste azioni in altre città come Napoli, Milano e Roma.
Accogliamo questo grido di aiuto e portiamo nelle nostre piazze e diffondiamolo su tutto il territorio.
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