Accordarsi

Percorsi e metodi per accordare il proprio sè con una coscienza evoluzionaria

L'errore di Cartesio

di Alessandro Porcu

«Eccolo, l’errore di Cartesio: ecco l’abissale separazione tra corpo e mente – tra la materia del corpo, dotata di dimensioni, mossa meccanicamente, infinitamente divisibile, da un lato , e la “stoffa” della mente, non misurabile, priva di dimensioni, non attivabile con un comando meccanico, non divisibile.

Abbiamo sempre più bisogno di centrare la nostra vita su noi stessi e, nel contempo, di non farci sfuggire gli aggiornamenti su come il mondo si stia – a sua volta – centrando su di sé. Abbiamo bisogno di sapere se la nostra costruzione di realtà possa essere plausibile nella realtà globale che si sta costruendo intorno a noi, e della quale – a sua volta – abbiamo bisogno di capirne le finalità, per non esserne completamente travolti, cosa che per molti – troppi – sta già accadendo. Le aspettative sociali si stanno dissolvendo rapidamente, lasciando intravvedere sul terreno una realtà tragicamente distopica. Sarà pleonastica l’espressione, ma così è!
Questo mondo ci appare così zeppo di incoerenze che ci è sempre più difficile mantenere una guida coerente.
Di fatto sembra che tutte le credenze stiano saltando, come per un effetto domino! Perfino le “credenze di base”, che sono quelle per le quali si presuppone che non debbano la loro giustificazione ad altre credenze!

Cuore e mente

Contestualmente prendono forma credenze scientiste all’interno perfino delle credenze religiose, nelle quali una presunta scienza assume carattere normativo della religione stessa! Ciò è, per esempio, avvenuto con l’abdicazione della ritualità sacrale religiosa cattolica, alle imposizioni scientiste, chiaramente basate su motivazioni scientificamente infondate, su dati scientifici manipolati per fini politici, e chi sa su cos’altro (!), le cui modalità assumono le forme del crimine in tutte le sue grandezze.
L’alveo culturale scientista, dal quale e con il quale le élite aderenti al World Economic Forum hanno potuto dominare il mondo, sta inquinando la millenaria ricerca gnoseologica umana; la sua determinazione e la sua velocità sono tali, che ne risultano spiazzati tutti i soggetti politici, culturali e sociali umanisti. Ne risulta stravolto l’intero orizzonte umanista!

Nel contempo, il mosaico delle credenze si sta velocemente ricostruendo ed al centro stanno ricomparendo “le immagini”, con i loro relativi contenuti di “verità”, delle credenze più antiche, quelle che ormai, da diversi secoli, se non da millenni, non erano più considerate abbastanza affidabili e quindi ridotte ai ranghi della mitologia e del fantastico irreale: immagini di realtà passate che erano state tenute nascoste, e censurate, come sta accadendo perfino per la realtà presente, dove il potere-dominio sta imponendo ed inverando una propria storia basata sull’inganno e la violenza, in uno sforzo globale di manipolazione informativa e culturale… mentre, però, un’altra storia, grazie a tanti umani diversamente intelligenti e di buona volontà, illumina la sempre più cupa caverna e risveglia le coscienze.

Oggettivamente cosa è accaduto?
Una parte del mondo scientifico, quello maggiormente legato al potere-dominio (1), e da esso sottomesso per fini di profitto e di conservazione dei privilegi conseguiti, risulta altamente compromesso e corrotto, tanto da essersi prestato, senza limiti, ad assumere le funzioni di arma di sterminio della stessa popolazione umana, e/o di consentirne l’esistenza solo a condizione che questa si renda disponibile a farsi trasformare in esseri totalmente dipendenti e controllabili (2). Questo stesso “mondo scientifico”, corrotto nell’etica, finanche nella sua “deontologia professionale” e nella morale sociale e/o personale, è stato il principale strumento, attraverso il quale, il potere-dominio sta anche guidando l’intera società verso una completa rielaborazione escatologica (3). Una rielaborazione secondo la quale l’uomo diviene Dio di sé stesso, decide del proprio destino come specie, e come fosse creatore del mondo! Ed in un tale delirio, vorrebbe agire come organismo sociale con una sola testa, quella dell’intelligenza artificiale (IA), controllata da un’ “èlite”di tecnici specialisti: finché fossero capaci di farlo, s’intende! Ma questo non appare come un problema che la preoccupi…

Il potere-dominio ha/aveva deciso che fosse giunto il momento di sferrare gli ultimi colpi all’ideologia umanista, nella quale l’uomo, l’umanità nel suo complesso, pur composta da una miriade di soggettività religiose, politiche, culturali, sociali ed etniche, era rimasta consapevole, ed/o aveva scelto di essere, e/o di voler credere di essere, parte di un universo ad essa superiore, perché creazione di un Dio trascendente (4). Tali attacchi sono stati e sono talmente invasivi che l’intera “popolazione umana-corpo” (5) appare sempre più declassata al rango di “umanità obbediente”, non più proprietaria, alla quale il corpo da lei abitato viene attribuito in concessione, con un contratto neppure esistente, o con clausole ingannevoli e/o segretate.

Un corpo che per essere abitato deve presupporre un’entità individuo, un sé, una coscienza, che ne sia proprietario/a, e che – di fatto – rischia fortemente di non esserci più, trasformato in mente e corpo biologicamente controllato e controllabile da un sé esterno, da una coscienza èlitaria, per così dire, conservatrice del proprio potere, ed allo stesso tempo modificante la natura umana, una coscienza/incoscienza, una coscienza distopica, ovvero malvagia, incapace di amare l’uomo, quindi se stessa, di quell’amore che per essere tale sia incondizionato.
Abbiamo compreso bene?

Questi potrebbero essere gli ultimi scampoli di giorni, nei quali ancora la stragrande maggioranza degli inconsapevoli sudditi dell’attuale èlite, numericamente corrispondente alla gran parte del corpo-popolazione umana, potranno ancora tentare di risvegliarsi dal sonno emotivo (6) e coscienziale causato dalla manipolazione delle condizioni esterne, attuata dalle èlite stesse.
Ciò perché in un prossimo futuro tutti gli individui dell’umanità-popolo o, in altro termine umanità-corpo, anche a seguito della loro disponibilità di sottoporsi consensualmente come cavie sperimentali, saranno diventati manipolabili anche da remoto, sia dal punto di vista biologico, quindi, sia emotivo che cognitivo! Rendendosi in sostanza complici delle volontà dell’élite dominante, gli stessi individui umani, con la loro assertività, hanno di fatto rinunciato al libero arbitrio, guadagnato in secoli di lotte e di evoluzione culturale, religiosa, politica, coscienziale.

Essi, grazie alla loro accettazione di un sistema di controllo, agibile da remoto, hanno -consapevolmente o meno – abbracciato l’idea di essere resi integralmente obbedienti, in definitiva complici del loro ritorno ad una condizione di completa schiavitù!
Molti sapranno che sono in atto le ricerche che consentirebbero di simulare le “emozioni umane” nei sistemi macchina, o meglio nei sistemi di intelligenza artificiale (IA). Perché si sta facendo ciò? La risposta è parte integrante della recente storia delle discipline scientifiche, in particolare di quelle neurologiche, neuro-psichiatriche cliniche.

Dopo secoli di ricerca filosofica e scientifica, soprattutto “occidentale”, del/nel mondo – per così dire mainstream – nel quale si assumeva che, quando avessimo escluso le nostre emozioni, saremmo stati capaci di esprimerci logicamente, cosa che fu il grave errore di Cartesio (!), denunciato da Antonio Damasio, si è aperta da pochi decenni una nuova strada (7), nella quale si è iniziata ad assumere un’ importante scoperta, che avrebbe subito iniziato a cambiare l’orizzonte scientifico della neurologia, fino a coinvolgere in una certa misura la scienza del pensiero e della conoscenza (8).

Antonio R. Damasio ha dimostrato come le emozioni si rivelano addirittura essenziali nei processi decisionali di tipo razionale, in parole più esplicite, che senza le risposte di tipo viscerale ci ritroveremmo catturati all’interno di un interminabile ciclo di analisi e nella nostra testa saremmo costretti a valutare infiniti elenchi di pro e di contro. La sua ricerca ha dimostrato che l’in/capacità di provare emozioni può interferire sul modo di ragionare e che lo stomaco che si contrae in caso di paura, le spalle che sobbalzano in caso di risata convulsa, rappresentano dei marcatori somatici che danno luogo a messaggi corporei:

«A loro volta gli eventi che scatenano questo tipo di intense reazioni vengono codificati in ricordi positivi o negativi, che risultano ampiamente subliminali e influiscono sulle nostre risposte intuitive [s.n.]alle situazioni quotidiane; in altre parole, di fronte ad una data decisione, il sistema emozionale reputa determinate opzioni come particolarmente appetibili oppure rivoltanti sulla base delle informazioni codificate – o “marcate”- dalle passate esperienze emozionali. Per esempio, mentre adocchiamo l’ultima fetta di torta durante una festa, i nostri ricordi emozionali legati a esperienze passate – magari il senso di colpa o la vergogna avvertiti/indotti dopo esserci comportati in modo egoistico – iniziano a lampeggiare a livello inconscio nella nostra testa, inducendoci a offrire quest’ultima porzione a chi ci sta accanto. Senza la guida dei marcatori somatici ci ritroveremmo magari a divorare la fetta di torta senza il minimo imbarazzo, o a rimuginare per mezz’ora sulle potenziali conseguenze del gesto di mangiarla o meno» (9)…

Come afferma Damasio nella premessa al testo – “L’errore di Cartesio” rivisitato – scritta a dieci anni dalla prima edizione, «nel momento in cui, nel ventesimo secolo, cominciarono a fiorire, […] le neuroscienze mostrarono una decisa ostilità nei confronti della ricerca sulle emozioni» (pp. 3-4) ed anche sulla coscienza, sul libero arbitrio, sull’esperienza estetica ed etica. Solo negli ultimi decenni si sono compiuti molti passi in avanti, per cui, come si legge nell’opera di Gerald Edelman, citato da Anna Pelliccia (10) dal titolo “Secondo natura. Scienza del cervello e conoscenza umana”, «non è affatto necessaria una separazione tra scienza e discipline umanistiche”» (11). Gli studi attuali delle neuroscienze si sono in effetti indirizzati verso la comprensione dei meccanismi cerebrali associati al ragionamento morale e all’esperienza estetica. Si è accettato e compreso che un fitto dialogo tra scienza e filosofia, attraverso la ricerca interdisciplinare che coinvolga discipline scientifiche e umanistiche, possa portare alla comprensione degli stati cerebrali sottesi alla coscienza, alle emozioni e alla soggettività umana.

Come auspicava Damasio si è dunque spalancata una porta agli studi che esplorino quali siano le connessioni tra neurobiologia e cultura. Dopo aver dimostrato che cervello umano e corpo sono «un organismo non dissociabile, integrato grazie all’azione di circuiti regolatori neurali e biochimici interagenti» (12), si è certi che tale organismo interagisce con l’ambiente come un insieme e la “mente”, che risulta dai vari processi fisiologici, dipende dall’interazione organismo corpo-cervello con l’ambiente. Sempre con le parole di Damasio «L’anima respira attraverso il corpo, e la sofferenza, che muova dalla pelle o da un’immagine mentale, avviene nella carne» (13).
Direte, e lo condividerei, che da quest’ultima espressione se ne potrebbe leggere una posizione concettualmente ed intrinsecamente “materialistica”… Infatti Damasio afferma, ed il suo studio tende a dimostrarlo, che il sé non è il famigerato omuncolo, l’esserino racchiuso entro il nostro cervello che percepisce ed elabora pensieri sulle immagini formate dal pensiero: ma «è, piuttosto, uno stato neurobiologico continuamente ricreato» (14) e che la coscienza è giunta in uno stadio evolutivo successivo a quello dell’essere; detto sempre con le sue parole : «all’alba dell’umanità gli esseri erano esseri»!

L’errore di Cartesio

A questo punto condivido volentieri una citazione ed una considerazione Di Anna Pelliccia (15). La prima è di Damasio, quando afferma: «Eccolo, l’errore di Cartesio: ecco l’abissale separazione tra corpo e mente – tra la materia del corpo, dotata di dimensioni, mossa meccanicamente, infinitamente divisibile, da un lato , e la “stoffa” della mente, non misurabile, priva di dimensioni, non attivabile con un comando meccanico, non divisibile; ecco il suggerimento che il giudizio morale e il ragionamento e la sofferenza che viene dal dolore fisico o da turbamento emotivo possano esistere separati dal corpo.

In particolare: la separazione delle più elaborate attività della mente dalla struttura e dal funzionamento di un organismo biologico» (16). Ed infine condivido la considerazione della Pelliccia, ove afferma che «la liberazione da tale errore è stata l’impresa principale dell’Autore che, con umiltà e modestia ma con fermezza e convinzione, ha cercato di avvicinare scienza e filosofia in un dialogo sereno e proficuo in grado di inserirsi nel giusto cammino per la comprensione organica e completa della mente umana».
Ora, cosa posso aggiungere al termine di questa prima parte? Certamente che il contributo di Damasio è stata -per così dire – quella tappa fondamentale, parte della storia della giovane disciplina neurologica, che ha stimolato, spinto ed in parte prodotto quell’ambizione, che oggi sta portando alla corsa verso la creazione di una intelligenza artificiale, emulante l’intelligenza umana. Ma anche che importantissimo sarà comprendere quanto pericoloso o meno, sia accordare ad un paradigma sgorgante dal “monismo materialistico”(17) damasiano, la responsabilità del futuro della nostra specie, quanto pericoloso o meno sia il rinunciare totalmente ad una base gnoseologica trascendentale, nella quale il Dio non sia solo considerato un concetto dell’uomo. Sarà compito del prossimo articolo continuare l’indagine in tale direzione.

Ringraziando tutti per l’attenzione dedicata, invio un caro saluto e tanta gioia nel cuore alle/ai lettrici/lettori che abbiano voluto leggere questo articolo fino in fondo o che abbiano tentato di farlo, con l’auspicio che le une e gli altri possano trovare nel loro sè la forza per continuare questo approfondimento.

Note e riferimenti
(1) Formato da tutte le oligarchie finanziarie, cui sono sottomesse moltissime delle entità militari, politiche, statali, scientifiche e religiose del mondo.

(2) Ho sviluppato questo tema in precedenti articoli, si vedano in particolare: ”Da medico a operaio. Dal processo di produzione industriale della salute al processo di produzione industriale della malattia”, su Sovranità Popolare, n. 9, novembre 2020; “Vero non vero verissimo. L’intreccio realtà, verità, potenzialità nelle dinamiche sociali e socio-tecnologiche. La scuola che favorisce il successo dei grandi inganni…” prima parte, su Sovranità Popolare, n. 10, dicembre 2020; “Vero non vero verissimo. L’intreccio realtà, verità, potenzialità nelle dinamiche sociali e socio-tecnologiche. La scuola che favorisce il successo dei grandi inganni…”, seconda parte, su Sovranità Popolare, n.1, febbraio 2021; ”Senza speranza: il potere dell’idiota o il potere delle cavia?”, su Sovranità Popolare, n. 4, giugno 2021; “ L’umanità contro l’umanità. Come difendersi dalla volontà di suicidio di specie”, su Sovranità Popolare, n.5, giugno 2021; “Evolvere veramente. Gli importanti compiti evoluzionari nella società distopica…”, su Sovranità Popolare n. 2, maggio 2022; “La gioia nel cuore salverà l’umanità. Prepararsi ad essere un movimento di resistenza evoluzionaria”, su Sovranità Popolare, n. 4, ottobre 2022; “Il mondo verrà salvato dai rivoluzionari/transumanisti o dagli evoluzionari? Il seme evoluzionario sotto la coltre dell’ignoranza indotta…”, su Sovranità Popolare, n. 5, novembre 2022;

(3) Aggettivo pertinente all’interpretazione dei destini ultimi dell’uomo e dell’universo. Con escatologia (dal greco antico εσχατος éskhatos “ultimo”) in teologia, nelle religioni e talora anche in filosofia, si indica una dottrina volta a indagare il destino ultimo del singolo individuo, dell’intero genere umano e dell’universo; in quanto legata alle aspettative ultime dell’uomo (circa la vita ultraterrena), l’escatologia può influire in modo notevole sulla visione del mondo e la condotta di tutti i giorni.

(4) Che è al di là delle facoltà umane di esperienza sensibile, che supera i limiti dell’uomo e la realtà tangibile.

(5) Per comprendere il significato sotteso dalle parole “popolazione umana – corpo” si consiglia di rileggere il mio articolo, già citato in nota

(3) “ L’umanità contro l’umanità. Come difendersi dalla volontà di suicidio di specie”, su Sovranità Popolare, n.5, giugno 2021.

(6) Qui si allude a quel sonno emotivo, in altre parole quell’inibizione emotiva, quel blocco mentale causato agli umani con l’induzione alla paura di massa, ovvero con la creazione di particolari condizioni esterne, anche se in prevalenza ottenute attraverso realtà virtuali, rappresentazioni sceniche e/o l’uso di macchine capaci di modificare i fenomeni naturali, cui dovranno aggiungersi certi attualissimi tentativi di controllo attraverso nanotecnologie biologicamente invasive.

(7) Ci si riferisce soprattutto alle ricerche di Antonio Damasio e dei suoi molti epigoni, di lui si veda soprattutto “L’errore di Cartesio. Emozione, ragione e cervello umano”.

(8) Si vedano, eventualmente, gli articoli nei quali ho precedentemente iniziato a sviluppare questo argomento: “Vero non vero verissimo.L’intreccio realtà, verità, potenzialità nelle dinamiche sociali e socio-tecnologiche. La scuola che favorisce il successo dei grandi inganni…” prima parte, su Sovranità Popolare, n. 10, dicembre 2020 e seconda parte sulla stessa rivista, n. n.1, febbraio 2021.

(9) Antonio R. Damasio, “Lerrore di Cartesio”, Adelphi, febbraio 2004

(10) Anna Pelliccia, Dottore di ricerca in Scienza del libro e della scrittura, Università di Perugia.

(11) Gerald M. Edelman, “Secondo natura. Scienza del cervello e conoscenza umana”, Raffaello Cortina editore, Milano 2007, p.151.

(12) Antonio R. Damasio, op. cit., pag.24

(13) Antonio R. Damasio, op. cit. pag. 25

(14) Antonio R. Damasio, op. cit. pag. 154).

(15) Anna Pelliccia, si veda la recensione/studio sul libro di Antonio R. Damasio “L’errore di Cartesio”, Filippo Macaluso e Isabella C. Blum, Adelphi, Milano 2005.

(16) Antonio R. Damasio, op. cit. pag. 338-339.

(17) Anna Pelliccia, op. cit..

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